Libia. La Nato avrebbe commesso crimini indicibili, ombre sulla morte di Gheddafi

di Daniele Cardetta | su www.articolotre.com

 

gheddafi manifestoDopo la morte di Muammar Gheddafi e l’annuncio della vittoria del Cnt, sono finite in secondo piano le accuse alla Nato di aver commesso gravi devastazioni sulla popolazione civile. E, ora che i lealisti sembrano sconfitti, emergono tutte le perplessità sui ribelli. Crescono intanto i dubbi sulla morte del Colonnello, ultimata oggi l’autopsia.

 

Con la morte di Muammar Gheddafi i media di tutto il mondo hanno annunciato la fine della guerra. Una guerra civile cominciata otto mesi fa e che ha visto l’intervento diretto della Nato, che ha avuto anzi un ruolo determinante nel determinare l’andamento del conflitto. Dopo otto mesi di guerra, ammesso che ora sia finita, è forse il caso di iniziare a fare qualche bilancio. Con la risoluzione numero 1973, la Nato aveva approvato una “No fly zone” sulla Libia, con l’obiettivo dichiarato di voler proteggere la popolazione civile dall’esercito di Gheddafi, e soprattutto legittimando l’intervento militare, da molti definito come “la corsa al petrolio libico” di Inghilterra, Francia, Italia e Stati Uniti avviato il 19 marzo 2011.

 

Tralasciando gli episodi poco chiari che hanno portato la Nato ad approvare l’intervento militare, come ad esempio le voci poi rivelatasi false di supposte fosse comuni a Tripoli (poi rivelatasi essere filmati del cimitero della città), o dei bombardamenti degli aerei sulla folla (mai confermati); da subito il conflitto libico è apparso sempre di più come uno scontro intertribale di inusitata ferocia, dove i ribelli si sono macchiati di atrocità uguali o maggiori dei lealisti, basti pensare alle persone di colore trucidate perchè accusate di essere dei mercenari. Tutto questo è avvenuto sotto gli occhi, a questo punto colpevoli, della Nato, che ha continuato per mesi a fingere di non vedere i crimini commessi dal Consiglio Nazionale Transitorio, eletto a cavallo vincente e quindi alieno da critiche.

 

Dal conto suo la Nato ha cominciato dapprima a eliminare tutti gli aerei ancora sotto controllo del Colonnello, poi, in primavera, quando i lealisti stavano guadagnando terreno contro i ribelli, ecco che ha varato la seconda fase delle operazioni: quella rivolta a fiaccare direttamente la resistenza della popolazione libica. A partire da marzo-aprile 2011 infatti, gli aerei della Nato hanno cominciato a bombardare sistematicamente Tripoli e altre località sotto controllo lealista, provocando migliaia di morti e feriti tra i civili. A Tripoli alcuni missili avrebbero persino colpito un centro di assistenza per disabili, mentre a Bani Walid i missili della Nato sembrano aver colpito con l’intento di impedire la vita civile alla comunità, rea di essere rimasta fedele a Muammar Gheddafi.

 

Mentre gli aerei bombardavano a tappeto il territorio ancora sotto controllo di Gheddafi, iniziavano ad affiorare le voci che puntavano il dito su alcuni membri del Cnt e il loro passato da estremisti islamici. Come se non bastasse anche Amnesty international ha puntato il dito sulle atrocità commesse dai ribelli, e in base ad alcune interviste shock pubblicate da “Russia Today” e altre testate straniere, sarebbe stato provato che anche i membri del Cnt hanno praticato la violenza e l’intimidazione contro la popolazione civile dell’opposta fazione, non lesinando violenze sessuali e omicidi a sangue freddo. Sono state anche pubblicate foto di bambini-soldato tra i ribelli, che farebbero largo uso di armi semiautomatiche sicuramente provenienti dalle armerie occidentali, dato che l’arsenale libico non ha mai avuto quei modelli di armi. Una guerra preparata dunque, pazientemente predisposta dalle cancellerie occidentali per rovesciare Muammar Gheddafi, fino a pochi giorni prima dallo scoppio della guerra un fedele alleato dell’Occidente.

 

Secondo una stima approssimativa delle forze in campo i ribelli avrebbero subito intorno alle 7.000 vittime tra i combattenti, e almeno 50.000 feriti contro i 2.300 caduti, 2.000 feriti e i 6000 catturati tra i lealisti. Considerato che, secondo una stima di Al Jazeera, Gheddafi avrebbe contato su circa 40.000 soldati tra mercenari e miliziani, teoricamente i lealisti dovrebbero contare ancora su almeno 25.000-30.000 effettivi (molti di loro saranno sicuramente sbandati, o alla macchia). Come se non bastasse le cifre che riguardano la popolazione civile sono agghiaccianti: mancherebbero all’appello 50.000 civili (60.000 secondo i lealisti), e molti di loro sarebbero morti a causa dei pesanti bombardamenti della Nato. L’Ong nglese Stop the War Coalition ha annunciato che le forze Nato hanno usato bombe e missili all’uranio impoverito nel corso dei bombardamenti. I cruise utilizzati da Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia avrebbero contenuto il cosiddetto DU, depleted uranium, nel gergo militare. “Sono armi di distruzione di massa; armi sporche che uccidono molte persone”: ha dichiarato a riguardo Marion Falk, medico chimico del laboratorio Lawrence Livermore della California.Ma se l’obiettivo di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna era quello di salvaguardare i civili, come mai hanno deciso di utilizzare armi all’uranio impoverito?

 

Questa è solo una delle tante domande che emergono dopo otto mesi di guerra in Libia, domande e dubbi che l’assassinio di Muammar Gheddafi ad opera del Cnt non ha dissipato, anzi. Alcuni analisti e giornalisti hanno cominciato a farsi domande in merito alle circostanze poco chiare in cui avrebbe trovato la morte il Colonnello, anche perchè le spiegazioni ufficiali offerte dal Cnt non hanno fornito in realtà alcuna certezza in merito alle dinamiche della cattura del Raìs. Secondo alcuni Gheddafi sarebbe stato rapito dalle forze speciali della Nato a Sirte uno o due giorni prima della sua esecuzione perpetrata dai ribelli. Le Sas britanniche si sarebbero messe alla caccia di Gheddafi da settimane, e sarebbero state dislocate in territorio libico con quell’incarico sin da febbraio. Sarebbero moltissimi gli agenti britannici vestiti con abiti civili arabi fotografati in mezzo alle truppe del Cnt mentre cercavano di organizzarle per respingere i lealisti e trovare Gheddafi. Subito dopo che il drone americano avrebbe colpito il convoglio dove si trovavano Mutassim e Muammar Gheddafi infatti, secondo alcuni i primi ad arrivare sul posto sarebbero stati proprio gli agenti Sas britannici. Secondo il sito israeliano Debkafile infatti, Gheddafi sarebbe stato catturato e ferito dalle forze speciali della Nato, e solo dopo consegnato ai ribelli. Gli agenti della Nato avrebbero poi ferito alle gambe il Colonnello per impedirgli la fuga, e lo avrebbero lasciato nelle tubature mentre la pattuglia dei ribelli che lo avrebbe ucciso stava già arrivando sul posto. Considerate le brutte voci di alcuni strani rapporti tra Gheddafi e Tony Blair, non stupirebbe un coinvolgimento delle truppe speciali britanniche nell’eliminazione del Colonnello, e sono in tanti a pensare che Blair abbia tirato un sospiro di sollievo alla morte del Raìs.

 

Secondo un altra voce in controtendenza con la versione ufficiale della morte di Gheddafi, tra i suoi assassini  vi sarebbero stati paramilitari della Colombia pagati dal Qatar. Nei filmati dell’omicidio si sentono infatti varie espressioni in spagnolo. Il Cnt avrebbe inoltre  ultimato nelle ultime ore l’autopsia sul corpo di Gheddafi, che verrà restituito alla sua famiglia allargata nelle prossime ore. In molti hanno chiesto a gran voce l’apertura di un’indagine per capire le responsabilità relative al linciaggio del Raìs.

 

La Nato avrebbe avuto tutto l’interesse a far uccidere il Colonnello direttamente dai membri del Cnt, in modo da far credere all’opinione pubblica che sia stata una regolazione di conti tutta interna al paese. Inoltre in un processo a porte aperte erano in molti a temere le scottanti verità che Gheddafi avrebbe potuto rilevare, soprattutto in merito ai contatti con i servizi di molti paesi occidentali.

 

Infine, secondo alcuni l’intero linciaggio di Muammar Gheddafi sarebbe solamente una montatura. Nonostante la morte di Gheddafi sia stata ammessa anche dallo stesso portavoce del regime, Ibrahim Moussa, i comitati lealisti avevano smentito poche ore dopo l’annuncio del Cnt la morte del loro leader. Secondo alcuni i lealisti avrebbero tutto l’interesse a far credere realmente nella morte di Gheddafi per far si che gli alleati della Nato lascino effettivamente la Libia, solo allora potranno rivelare l’inganno. Questa teoria, molto fantasiosa, è basata sul fatto che Muammar Gheddafi avrebbe ben 15 sosia, tuttavia fino a prova contraria sarebbe corretto relegarla nel novero delle “leggende”.

 

Intanto nella giornata di ieri le tribù libiche hanno scelto Saif al-Islam come loro successore, e a Sirte ci sarebbero stati  pesanti combattimenti tra miliziani e ribelli, con quest’ultimi costretti nuovamente ad arretrare dalla periferia. Anche a Bani Walid sarebbero ancora in corso combattimenti per le strade, mentre la autoproclamatasi “resistenza verde” di Derna avrebbe distrutto postazioni dei paramilitari Nato a Bengasi.