Le manovre della NATO ai confini della Russia

da www.avante.pt | Traduzione di Marx21.it

L’Alleanza Atlantica sta attuando “giochi di guerra” alle frontiere della Russia, che considera le manovre una minaccia alla sicurezza in Europa e un contributo al degrado della situazione in Ucraina, dove la guerra prosegue.

Le esercitazioni militari attuate tra il 9 e il 17 novembre in Estonia presuppongono che uno dei tre stati baltici possa essere attaccato da “una grande nazione ostile”, chiaro riferimento alla Russia, per la quale i “giochi di guerra” alle sue frontiere rappresentano una minaccia alla sicurezza nel vecchio Continente di un livello ben maggiore del passaggio di aerei da guerra russi sul Nord Atlantico, che non contribuisce per nulla alla pacificazione dell’Ucraina, in particolare per l’appoggio velato alla giunta fascista installata a Kiev.

Già questo mese, a precedere le manovre in corso in Estonia, la NATO ha promosso azioni simili in Lituania, coinvolgendo 2.500 appartenenti alle forze armate di Canada, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Germania, Lituania, Lussemburgo, Gran Bretagna e USA, con la denominazione di Iron Sword 2014, e il cui obiettivo era simulare movimenti offensivi e difensivi.

Negli ultimi sei mesi, il blocco politico-militare imperialista ha attuato cinque simulazioni di combattimento ai limiti della Federazione Russa, compresi il Mar Baltico e il Mar Nero, che Mosca considera strategici per la sua difesa.

Dopo l’esercitazione, 150 soldati ungheresi sono rimasti nel territorio inseriti in un battaglione congiunto della NATO, costituito da soldati della Lituania e degli Stati Uniti. In Polonia ed Estonia rimangono 750 militari nordamericani, parte di un contingente inviato nel marzo di quest’anno, accompagnato da una dozzina di caccia F-16 con l’autorizzazione di Varsavia.

In Lituania, gli USA hanno stazionato quattro aerei del tipo F-15, e in settembre, al Vertice della NATO svoltosi nel Galles, l’Alleanza Atlantica ha perfezionato piani per la costituzione di una forza di azione rapida per l’Est Europa composta da quattromila uomini, a cui è seguito l’appello del comando della NATO al Pentagono perché invii altre truppe nella regione. In ottobre, gli USA hanno rafforzato con soldati ed armamenti la loro presenza in Lettonia e Lituania.

Tutto ciò accade mentre in Ucraina proseguono i combattimenti tra militari e paramilitari fedeli a Kiev e le forze di difesa di Donetsk e Lugansk, dove, il 2 novembre scorso, la popolazione ha ratificato il potere antigolpista in elezioni considerate illegali e illegittime dalle potenze imperialiste che appoggiano la giunta fascista ucraina.

Il 6 novembre, Kiev ha tentato di prendere d’assalto con carri da guerra i sobborghi di Donetsk, Yasinovataya, dopo avere intensificato i bombardamenti contro la città. Sconfitta nonostante la continuazione con rinnovata violenza dell’assedio di artiglieria contro Donetsk, Kiev, con l’aiuto di informazioni veicolate da AFP e da osservatori dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ha accusato Mosca di invadere l’Ucraina e di dislocare nel territorio decine di carri armati, blindati e armamento pesante.

La Russia ha chiesto al governo golpista ucraino di mantenersi fedele al cessate il fuoco concordato a Minsk, il 5 settembre, e l’accusa non è stata inizialmente condivisa da USA e NATO, sebbene, il 10 novembre, la Casa Bianca abbia pubblicamente minacciato i “dirigenti di Mosca” di altre conseguenze nel caso la Russia continui a “destabilizzare l’Est dell’Ucraina”.

Washington punta di nuovo il dito contro il Cremlino accusando la Russia di “ignorare gli impegni assunti a Minsk” e di fornire “carri armati e altro materiale pesante ai separatisti”.

Le Nazioni Unite stimano che la guerra in Ucraina abbia già provocato quattromila morti e circa 10.000 feriti. Migliaia di rifugiati si trovano in Russia e dal cessate il fuoco del 5 settembre già sarebbero morte in conseguenza dei combattimenti 400 persone, tra militari, paramilitari e civili nelle regioni di Donetsk e Lugansk.