La posta in gioco nella guerra alla Siria

da www.contropiano.org

Un dibattito a Roma il prossimo 3 ottobre cercherà di fare il punto sulla situazione in Siria e i pericoli di guerra nel Mediterraneo dove, per la prima volta in venti anni di aggressioni e invasioni, gli Stati Uniti e i loro alleati sono stati costretti a fermare i motori dei bombardieri già pronti a partire per la Siria. Un fatto epocale che la dice lunga sulla debolezza di una superpotenza che all’egemonia perduta cerca di sostituire sempre più la propria supremazia militare, scontrandosi però con resistenze crescenti e trasversali. L’opinione pubblica, interna e internazionale, non crede più alla propaganda sulle guerre umanitarie e a bugie malamente fabbricate per giustificare avventure militari basate sui più biechi interessi imperialisti. Soprattutto, sul suo cammino, per la prima volta dalla fine della ‘guerra fredda’, Washington non solo ha trovato lo scarso entusiasmo della maggior parte dei paesi aderenti all’Unione Europea, ma anche la strenua contrarietà di Mosca e Pechino. Che stavolta si è manifestata in maniera assai più consistente che in passato. Anche perché è chiaro a tutti che il vero obiettivo di Washington è l’Iran, e in prospettiva l’isolamento di Mosca.

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