La manifestazione sulla Siria fa cilecca

a cura della Redazione di Contropiano

roma manifestazione siriaLa manifestazione nazionale organizzata a Roma dal Consiglio Nazionale Siriano, appoggiata da CGIL, Tavola della Pace, Arci, Partito Radicale e Socialismo rivoluzionario è finita in un flop. Secondo gli organizzatori circa mille persone hanno risposto all’appello. In realtà nonostante l’ampio spazio sui giornali e sulle TV nazionali, i manifestanti venuti da tutta Italia erano poche centinaia.
 

Oltre ai siriani il grosso della manifestazione era composto dalle comunità arabo islamiche mobilitate soprattutto dalle moschee e dalle associazioni vicine ai Fratelli Musulmani ed ai salafiti, molti erano i cittadini egiziani, algerini, arabi residenti in Italia.

La manifestazione era stata accompagnata dalle dichiarazioni oltre le righe del portavoce della Coalizione nazionale a sostegno della rivolta siriana in Italia e membro del Cns, Bilal Breigheche che sparava ad alzo zero contro il governo siriano colpevole di “oltre 8mila morti tra cui 500 bambini uccisi e centinaia di donne stuprate”. Con un simile scenario è inevitabile che Bilal Breigheche a nome dell’opposizione affermi : “Sia ben chiaro: non chiediamo un intervento militare straniero, ma l’apertura immediata di corridoi umanitari per assistere la popolazione” il che nei fatti corrisponde esattamente alla richiesta d’intervento di forze militari straniere, magari della Lega Araba e della Nato . Uno scenario che aprirebbe le porte ad un incrudimento della guerra civile e ad un possibile allargamento del conflitto.

Nei giorni scorsi diverse organizzazioni pacifiste e della sinistra di classe hanno preso le distanze dalla manifestazione e dagli organizzatori. Un insieme di voci tra loro diverse, tra loro esponenti dell’opposizione siriana, ma tutti preocupati per l’ingerenza delle forze esterne che attraverso l’ennesima guerra umanitaria mirano a depredare la Siria.

Queste forze – più coerentemente pacifiste – hanno dato vita a diversi sit-in di fronte alle ambasciate dei paesi del Golfo (Qatar, Arabia Saudita), hanno affisso striscioni contro le guerre umanitarie Roma e Napoli e tempestato di mail e telefonate la CGIL e la Tavola della Pace, accusandole di aver trasformato il pacifismo in ingerenza pseudo-umanitaria e più autenticamente funzionale alle potenze della Nato e alle petromonarchie del Golfo. Un azione di chiarezza che sembra aver dato i suoi frutti, almeno a giudicare dagli scarsi risultati della manifestazione di ieri.