di Ilda Figueiredo* | da www.avante.pt
L’articolo è stato pubblicato subito dopo lo svolgimento a Lisbona e in altre città portoghesi (in concomitanza con analoghe importanti iniziative svoltesi anche nel nostro paese e in Spagna) di manifestazioni contro le imponenti esercitazioni della NATO che avranno luogo fino al 6 novembre.
Sul piano nazionale e su quello internazionale stiamo vivendo un tempo pieno di contraddizioni, in cui, se, da un lato, si accumulano pericoli, minacce e aggressioni delle forze dell’imperialismo, in particolare della NATO, sintomo della crisi strutturale del capitalismo, da un altro lato i popoli si rivoltano e lottano, protestano e denunciano, obbligano a marce indietro e, a volte, a cambiamenti che sembravano insperati.
Poiché è certo che ogni momento nella vita dei popoli è unico, ci sono periodi particolarmente acuti, in cui il rafforzamento della mobilitazione popolare è decisivo per impedire la tragedia umanitaria. Stiamo vivendo uno di questi momenti, come abbiamo avvertito, nelle ultime settimane, a proposito delle esercitazioni militari della NATO in Portogallo, questo essenziale strumento di aggressione degli USA e dei suoi alleati, creato nel 1949, ma passato all’azione al momento del suo primo intervento in Europa, con i bombardamenti sulla ex Jugoslavia circa 16 anni fa.
Da allora abbiamo assistito alla distruzione di Afghanistan, Iraq, Libia, alle minacce costanti in Ucraina e in tutto il Medio Oriente, agli interventi criminali e alle continue aggressioni di Israele alla Palestina, della Turchia contro i curdi, e anche in Siria già bombardata da diversi dei paesi membri della NATO. E’ lungo l’elenco delle ingerenze, minacce e aggressioni degli Stati Uniti e dei loro alleati europei e delle monarchie arabe, a cui non si sono sottratti neppure Yemen e Bahrein, degli interventi neocoloniali, soprattutto della Francia e del Regno Unito, in vari paesi dell’Africa, in un tentativo di permanente destabilizzazione, approfittando di naturali malcontenti, come si è visto nelle cosiddette “primavere arabe”, o incentivando odio, con i più diversi pretesti e sempre con lo stesso obiettivo: controllare gli accessi alle materie prime e alle zone geostrategiche, impedire politiche e percorsi alternativi come si vede anche in America Latina contro i paesi e i popoli che, facendo uso del proprio diritto sovrano, cercano il progresso e lo sviluppo, condizioni indispensabili alla pace.
In questa Europa, in particolare nei paesi dell’Unione Europea, con l’aggravamento delle disuguaglianze, le maggiori difficoltà di parte significativa delle popolazioni ad affrontare le politiche cosiddette di austerità, e le campagne ideologiche e mediatiche che mirano a nascondere le vere cause e i responsabili delle crescenti aggressioni e guerre, non sempre c’è stata la risposta necessaria alla difesa della pace, alla denuncia delle aggressioni imperialiste ai popoli, delle cause e dei responsabili della situazione drammatica che stiamo vivendo. Il che pure rappresenta un pericolo per i popoli d’Europa, come si vede con le crescita delle forze razziste, xenofobe e dei partiti di estrema destra in diversi paesi.
Nel frattempo, varie organizzazioni del movimento della pace, in particolare i membri del Consiglio Mondiale della Pace – come nel caso del Consiglio Portoghese per la Pace e la Cooperazione – hanno cercato di mettere in guardia e lottare contro queste gravi minacce alla pace mondiale e alla stessa sopravvivenza dell’umanità, se teniamo conto che sono più di 14 mila le armi nucleari esistenti, come è stato ricordato sia in occasione dei 65 anni dell’Appello di Stoccolma e del Consiglio Mondiale della Pace, che a 70 anni dalla vittoria sul nazifascismo e nelle importanti azioni di denuncia della NATO, ma anche di solidarietà con la Palestina, la Siria, il popolo saharawi, Cuba, la Repubblica Bolivariana del Venezuela e i rifugiati, indicando le cause e i responsabili.
La campagna in corso – “Si alla Pace! No alle esercitazioni militari della NATO!” – che coinvolge più di 30 organizzazioni portoghesi, compreso il Consiglio Portoghese per la Pace e la Cooperazione, la CGTP-IN, il Movimento Democratico delle Donne (MDM) e organizzazioni della Gioventù, si è manifestata nella distribuzione di documenti, nella mobilitazione in iniziative pubbliche come a Lisbona, Porto e Setubal, nella sottoscrizione di appelli di denuncia della NATO.
Gli attivisti della Pace in Portogallo non sono soli. In diversi paesi del mondo attivisti della pace sono impegnati nella medesima denuncia, sia in Europa, in Germania, Belgio, Spagna, Cipro, Grecia, Regno Unito, Irlanda, Italia, Repubblica Ceca e Serbia, che in Brasile, USA,Turchia, India e altri paesi. Questo fronte antimperialista deve essere rafforzato, con la consapevolezza che il futuro dell’umanità dipende dall’impedire la guerra, con la richiesta dello scioglimento della NATO, del disarmo generale, simultaneo e controllato, della soluzione pacifica dei conflitti internazionali, della non ingerenza negli affari interni degli altri stati e della cooperazione per l’emancipazione e il progresso dell’umanità, questioni centrali che la Costituzione della Repubblica Portoghese consacra nel suo articolo 7.
Per questo si rivolge un appello a tutti gli uomini e le donne progressisti perché si impegnino in questa causa più che mai attuale, la lotta per la Pace, condizione fondamentale per il futuro dell’umanità con progresso e sviluppo, che è diventata la questione centrale del nostro tempo.
* Ilda Figueiredo fa parte del Comitato Centrale del Partito Comunista Portoghese