La lotta contro l’aggressione deve continuare

di Albano Nunes* | da www.avante.pt

Traduzione di Marx21.it

Il rapporto di forze sul piano internazionale è ancora sfavorevole alle forze della pace e del progresso sociale, ma non per questo è impossibile imporre all’imperialismo importanti ritirate e sconfitte. E ciò che sta accadendo in Siria, nonostante gli interrogativi che permangono.

Ma gli Stati Uniti non abbandoneranno il proposito di abbattere la resistenza del regime e del popolo siriani, e la minaccia di aggressione militare non è stata in alcun modo scongiurata. Per legare le mani all’imperialismo e impedire intenzioni perverse è fondamentale che l’opinione pubblica continui la mobilitazione. E’ certo che al pari dell’opinione pubblica altri fattori importantissimi hanno concorso a mettere in difficoltà e a scompaginare i piani di Barack Obama. La coerenza del governo di Bashar al-Assad e i successi dell’esercito siriano sul terreno. L’appoggio della Russia al popolo siriano (da non confondere con l’internazionalismo dell’URSS) e della Cina. L’isolamento degli Stati Uniti insieme ai loro alleati, tra i quali si manifestano contraddizioni che la crisi capitalista tende ad esacerbare, senza dimenticare la posizione del Vaticano.

La mancanza di credibilità e sostegno dei cosiddetti “ribelli”, accozzaglia di mercenari e terroristi organizzati e armati da USA, UE e monarchie feudali del Golfo. Ma la forza dell’opinione pubblica e dell’azione di massa è determinante. E siccome in guerra la verità è la prima a morire, sotterrata da potenti campagne mediatiche, è doveroso non dimenticare – di fronte alle giravolte del processo che mira a disarmare, criminalizzare rovesciare il regime siriano – alcune verità elementari.

1 – L’obiettivo dell’imperialismo è il controllo della regione, delle sue ricchezze di petrolio e gas naturale e delle rispettive vie di trasporto.

2 – A questo scopo è necessario destabilizzare e ricolonizzare i paesi che fronteggiano l’imperialismo. La Turchia, che ha dominato la Siria per secoli, alimenta progetti espansionisti e sta nella prima linea dell’aggressione. E la vergognosa alleanza del governo di Hollande con gli USA non è separabile dal fatto che la Francia, che aveva preso il posto dell’Impero Ottomano dopo la Prima Guerra Mondiale, è stata sconfitta da poderose sollevazioni popolari che, nel 1946, hanno fatto della Siria il primo paese arabo indipendente.

3 – Di Israele e della sua criminale politica sionista poco si è parlato. Si tratta, tuttavia, della punta di lancia dell’imperialismo nel Medio Oriente. Israele è un paese armato fino ai denti, l’unico della regione a possedere l’arma atomica e a minacciare di utilizzarla, non ha ratificato la Convenzione sulle armi chimiche, minaccia permanentemente il Libano, la Siria e l’Iran, occupa illegalmente la terra di Palestina e rende quotidianamente un inferno la vita del popolo palestinese.

4 – Chi minaccia chi? La principale minaccia viene da Israele e dai lacchè dell’imperialismo come l’Arabia Saudita (i cui massacri nel Bahrein e nello Yemen continuano a passare sotto silenzio) e il Qatar. Per quanto riguarda la Siria, non si deve dimenticare che una parte del suo territorio, i monti del Golan, si trova da molti anni sotto occupazione israeliana e che bombe israeliane sono state lanciate diverse volte su obiettivi in territorio siriano, come ancora poco tempo fa è successo all’aeroporto di Damasco.

5 – La lotta al terrorismo è una cortina di fumo sempre più screditata. In Siria, l’imperialismo sta operando apertamente con “jihadisti” e bande legate ad Al-Qaeda, il che può solo sorprendere chi abbia dimenticato che questa è un mostro creato dalla CIA per le operazioni anticomuniste degli USA.

6 – La strategia della tensione e della guerra è indispensabile al complesso militare-industriale e al commercio delle armi, il terribile tumore maligno generato dallo sviluppo stesso del capitalismo.

Obbligo costituzionale e storico

L’aggressione militare degli USA alla Siria pare sul momento scongiurata, ma ciò che si tratta di fare è eliminarla. Ciò che si impone non è il disarmo unilaterale della Siria, come l’imperialismo pretende, o ambigue risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che non rispettino la stessa Carta dell’ONU, ma misure globali di disarmo, trasformando la regione in zona libera da armi nucleari, smantellando le basi militari con cui gli USA e la NATO controllano tutto il Mediterraneo Orientale, il Medio Oriente e l’Asia Centrale, e soprattutto – perché è questa la causa centrale del movimento di liberazione dei popoli arabi – riconoscendo nella pratica il diritto del popolo palestinese al proprio Stato indipendente e sovrano nel territorio della Palestina con il ritiro di Israele dai territori che illegalmente occupa dal 1967.

Il Portogallo deve chiaramente smarcarsi dalle minacce dell’imperialismo e dare un contributo positivo alla soluzione politica del conflitto e al disarmo. A tanto obbliga la Costituzione. A tanto obbliga la volontà del popolo portoghese, i cui interessi e aspirazioni coincidono con quelli del popolo siriano, a cui ci uniscono legami storici molto forti.

*Albano Nunes fa parte della Segreteria del Partito Comunista Portoghese