La guerra psicologica degli Stati Uniti contro la Russia

kerry conferencedi Maria Bezciastnaya
da “Svobodnaja Pressa” (SP), 7 febbraio 2016

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

Continuiamo la nostra rassegna di opinioni di analisti russi sulle principali questioni di politica internazionale. In questo caso alcuni di loro analizzano le caratteristiche della nuova ondata di guerra psicologica imperialista contro la Russia, scatenata soprattutto allo scopo di giustificare il blocco delle trattative ginevrine per una soluzione negoziata del conflitto.

L’Occidente vuole interrompere a ogni costo la riuscita offensiva delle forze russo-siriane 

Il Segretario di Stato USA John Kerry ha accusato le forze aeree russe, che stanno conducendo l’operazione militare in Siria, dell’uccisione di donne e bambini. Secondo Kerry, gli americani sono in possesso di “prove convincenti” che l’aviazione russa utilizza bombe sprovviste di sistemi di precisione di guida, che provocano vittime tra i civili.

“Le bombe sono cadute su ospedali, in quartieri civili. E ci sono stati casi, in cui mentre i soccorritori cercavano di raccogliere i feriti dopo i bombardamenti, i bombardieri sono ritornati e li hanno bersagliati. Questo deve finire! Non c’è ombra di dubbio”, così la CNN riprende la patetica dichiarazione di Kerry.

Come di consueto, oltre al pathos delle sue parole, Kerry non ha presentato alcuna prova delle sue affermazioni. Allo stesso tempo, organizzazioni internazionali, come la “Croce Rossa” e “Medici senza frontiere” non confermano le parole del Segretario di Stato. Ma è possibile ricordare che in ottobre 2015 le forze americane avevano attaccato un ospedale di “medici senza frontiere” in Afghanistan, e allora di prove ce ne furono a sufficienza. Ma i militari si sono scusati, e l’incidente è stato chiuso. Il portavoce del Ministero della Difesa della Federazione Russa Igor Konashenkov ha dichiarato che, nonostante le dichiarazioni dei politici occidentali, non si sono registrate perdite tra la popolazione civile in Siria e nessuna prova concreta è stata presentata.

“Voglio richiamare la vostra attenzione sul fatto che i colpi assestati dalla nostra aviazione in Siria hanno come obiettivo i terroristi, ma solo dopo avere raccolto da diversi canali le opportune informazioni. In caso di rischio per la vita dei civili colpi di questo tipo non vengono assestati”,ha dichiarato Konashenkov.

Nonostante ciò, negli ultimi tempi le accuse alle forze aeree russe di avere provocato la morte di civili si sono intensificate. Oltre a Kerry il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg ha dichiarato che l’operazione russa “mina gli sforzi per trovare una soluzione politica al conflitto”. Con lo stesso spirito si esprime il capo del Pentagono Ashton Carter, che contemporaneamente ha accolto con favore la notizia che l’Arabia Saudita e la Turchia stanno discutendo sulla attuazione di un’operazione di terra nella repubblica. Inoltre, anche gli europei hanno sostenuto l’iniziativa, e il governo della Germania ha attribuito alla Russia la responsabilità di procedere unilateralmente al cessate il fuoco. Non è difficile individuare il legame tra le gravi accuse e i successi che l’esercito siriano con il sostegno delle forze aeree russe sta ottenendo ultimamente. Ricordiamo che questa settimana le forze governative, con il sostegno del gruppo “Hezbollah”, sono state in grado di rompere il blocco di quasi tre anni delle città sciite di Noubel e al-Zahra, nei pressi di Aleppo, insieme a una serie di altri centri abitati.

Sullo sfondo di questi successi sono stati anche sospesi i negoziati per un regolamento sulla Siria a Ginevra. Il successo delle operazioni dell’esercito siriano, hanno presumibilmente prodotto un cambiamento nella situazione. John Kerry nel suo discorso ha anche detto che le azioni della Russia violano la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per un cessate il fuoco in Siria e ha chiesto la cessazione delle operazioni. “I russi avevano proposto alcune iniziative costruttive riguardanti la possibilità di cessare il fuoco in Siria. Ma se queste sono solo parole che si aggiungono a parole, allo scopo di continuare i bombardamenti, non si arriverà a nulla”, – ha dichiarato.

Allo stesso tempo, il rappresentante permanente della Russia all’ONU, Vitaly Churkin, il giorno prima aveva dichiarato che la Russia non può interrompere unilateralmente la propria operazione. “E i gruppi dell’opposizione? Anche loro si fermerebbero? E che cosa intende fare la coalizione guidata dagli Stati Uniti? Anch’essa si fermerebbe?” – ha chiesto il rappresentante russo.

“Credo che nessuna prova concreta sia emersa dalla dichiarazione di Kerry, – ritiene il professore della cattedra di Politica russa della facoltà di politologia dell’Università Statale di Mosca (MGU), Dottore in Scienze Politiche Andrey Manoylo. Il carattere stesso delle parole non fornisce alcuna prova concreta, Si tratta della solita dichiarazione, che non viene rilasciata per permettere la presenza di esperti e giuristi che possano confermarla”.

SP: Perché queste accuse sono avanzate solo ora?

“E’ evidente che ciò è collegato con i negoziati in corso a Ginevra tra i membri dei diversi gruppi della cosiddetta opposizione siriana moderata da un lato, e i rappresentanti del regime di Bashar al-Assad, dall’altro. Ora si sta cercando di trovare un terreno comune di intesa per la formazione di un governo di coalizione, come previsto dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. I colloqui sono condotti sotto la guida e la mediazione del rappresentante del segretario generale dell’ONU Staffan de Mistura. Tutte le ultime dichiarazioni dei politici, che prendono parte al processo di regolamento in Siria, sono collegate all’esito di questi negoziati, che si trovano nella fase iniziale.

Mentre la posizione del regime di Assad emerge chiaramente – è stato tra i primi a concordare la formazione della delegazione e a mandarla a Ginevra – da parte dell’opposizione siriana vediamo confusione e indecisione. Sembrerebbe che tutti vogliano partecipare alla realizzazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Ma a giudicare dalle dichiarazioni, che vengono periodicamente rilasciate, e anche per il fatto che non è ancora chiaro chi esattamente debba rappresentare gli interessi dell’opposizione a Ginevra, le divergenze tra i diversi gruppi sembrano maggiori di quelle dell’opposizione nel suo complesso e Bashar al-Assad.

Contemporaneamente a questo processo prosegue la riuscita offensiva dell’esercito siriano in un certo numero di regioni, sono delineati nuovi confini, Gli islamisti sono allontanati da centri abitati, in cui avevano dominato praticamente per quattro anni. Inoltre, recentemente l’esercito siriano ha lanciato un’offensiva nella provincia di Aleppo vicino al confine siriano-turco. Il compito dei siriani consiste nell’assumerne il controllo e tagliare le linee di rifornimento per i gruppi combattenti, che ora controllano una parte significativa di Aleppo. Sena rifornimenti questi gruppi non resisterebbero a lungo e potrebbero essere annientati. A quanto pare, ciò inquieta gli Stati Uniti”.

SP: Perché?

“Il fatto è che ai colloqui di Ginevra anche la formazione di un governo di coalizione è prevista entro sei mesi. I gruppi dell’opposizione vi sarebbero rappresentati, in proporzione alla quantità di popolazione presente sul territorio da loro controllato. Se l’esercito siriano sostenuto dalle forze aeree russe avanzasse rapidamente sul territorio della Siria, nel giro di quattro mesi questi gruppi si troverebbero a controllare tre villaggi e due pozzi. E ci si pone così la legittima domanda: su quali basi includere i rappresentanti di questi gruppi in un governo di coalizione?

E la maggior parte di questi gruppi ha già riconosciuto il ruolo di guida dell’Occidente, e più precisamente degli Stati Uniti. Per questo, gli americani temono che, grazie alle rapide e riuscite azioni delle forze siriano-russe nel paese, presto non esisterà più una “opposizione moderata”. In tal caso il governo di coalizione sarebbe formato esclusivamente dai rappresentanti del regime di Assad.

Per questa ragione diversi politici occidentali hanno iniziato ad accusare la Russia di tutti i mali immaginabili. Kerry tra questi politici ovviamente rappresenta il peso massimo, ma non è il solo ad avere fatto dichiarazioni di questo tono. Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg recentemente ha rilasciato una dichiarazione simile, mentre il segretario della difesa USA Ashton Carter è andato ancora oltre. Essi ora fanno a gara nell’accennare al fatto che la Russia avrebbe commesso crimini di guerra sul territorio della Siria. Ancora di recente, hanno affermato che sotto le bombe russe sarebbero morti rappresentanti dell’opposizione siriana filo-occidentale. Ma siccome, a quanto pare nei paesi occidentali la popolazione non simpatizza per i combattenti siriani, sono passati a parlare di vittime tra le donne e i bambini.

Tutto ciò viene fatto allo scopo di manipolare il processo in corso a Ginevra, per pretendere dalla Russia che fermi la sua offensiva in Siria, per conservare almeno lo status quo. Gli americani desiderano fortemente estromettere la Russia dalla partecipazione all’attuazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Infatti dopo la formazione di un governo di coalizione si porrà la questione della convocazione di elezioni dal carattere democratico. La Russia, secondo la risoluzione, è uno dei garanti della loro correttezza e trasparenza. Gli americani pretendono di gestire da soli questo processo perché, con la presenza della Russia, sarebbe più difficile manipolare i risultati. E sanno che il regime di Bashar al-Assad, che gode del sostegno della popolazione, si manterrebbe anche dopo le elezioni”.

SP: Perché Kerry chiede alla Russia un cessate il fuoco unilaterale, prima che gli islamisti siano stati sconfitti?

“La cessazione del fuoco, che appare nel testo della risoluzione del Consiglio di Sicurezza, si applica solo alla cosiddetta opposizione siriana moderata, che è pronta a deporre le armi e a implementare un processo politico pacifico, e alle truppe governative. Queste modalità non si applicano alle organizzazioni apertamente terroristiche come “Jabhat al-Nusra” e “Stato Islamico”. Ma, secondo la parte russa, la risoluzione non riguarda neppure alcuni gruppi, in particolare “Jaish  al-Islam” o “Fronte Islamico”, che sono sostenuti con i soldi dell’Arabia Saudita.

Gli americani insistono sul fatto che il “Fronte Islamico” sia costituito da moderati, ma la Russia esclude qualsiasi partecipazione di costoro al processo di pace e li considera terroristi. Per un semplice motivo. Il territorio, su cui i turkmeni e i turcomanni siriani hanno ucciso il nostro pilota, era controllato dai reparti di combattenti di “Jaish al-Islam”. Dopo questo episodio la Russia ha assestato un energico colpo di risposta, incalzando questo raggruppamento. Quando Kerry afferma che la Russia non interrompe le operazioni militari nonostante la risoluzione, prende in considerazione non l’offensiva contro lo “Stato Islamico”, ma nei confronti dei gruppi, che l’Occidente ritiene morbidi e immacolati”.

SP: E tuttavia, il segretario di Stato USA avanza tali accuse?

“Kerry si muove come Colin Powell, che inscenò una farsa nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU con i campioni in provetta delle cosiddette armi di distruzione di massa. Egli è un politico esperto e fa queste dichiarazioni non allo scopo di convincere qualcuno, ma per fare impressione ed esercitare pressione sia sulla Russia che sui suoi alleati politico-militari. E’ un pressing psicologico fortissimo, e in un pressing gli argomenti non sono importanti, importante è la pressione. E quella che stanno esercitando Kerry, Carter e Stoltenberg”.

Il Direttore del Centro di congiuntura strategica Ivan Konovalov
è d’accordo che queste accuse sono parte del meccanismo di pressione politica e psicologica.

“Se ci fossero state le prove, sarebbero state già presentate da tempo. Ma fino ad ora, nessuna organizzazione umanitaria, incluse le Nazioni Unite, ha avviato indagini in merito a tali accuse, come avviene per altri conflitti, ed ha confermato queste affermazioni. Inoltre, le forze aeree russe usano armi di precisione, e non attuano bombardamenti a tappeto. Per questo, le vittime civili su vasta scala, di cui parla Kerry, sono da escludere”.

SP: Come si spiegano questi attacchi alla Russia?

“Ogni giorno arrivano segnalazioni di piccole vittorie delle truppe siriane e dell’occupazione di nuovi centri abitati. L’avanzata è lenta, ma prosegue. Considerando che le forze di cui dispone l’esercito siriano, sono logorate da quattro anni di guerra, non può che essere diversamente da così. Ma l’offensiva si sviluppa, e lo riconoscono anche quelli che hanno criticato la presenza delle forze aeree russe in Siria. Ecco il perché di tali dichiarazioni. Il loro obiettivo è quello di disorientare l’avversario e di riprendere in qualche modo l’iniziativa. Tra l’altro, l’apparizione del film della BBC sulla Terza Guerra Mondiali, che non è altro che un attacco esplicito alla Russia, è parte di questa strategia dell’Occidente.

Per quanto riguarda la Siria, gli USA e i loro alleati sono alla frenetica ricerca di una formula che permetta di liquidare la Russia, ma utilizzando la nostra partecipazione a loro vantaggio. Essi sperano di utilizzare i successi dell’operazione, per far si che in seguito l’opposizione e i curdi facciano essi i conti con l’ISIS, spingendo la Russia fuori dal processo politico della riformattazione del futuro del paese. Sul piano militare gli americani si sono venuti a trovare in una situazione difficile. Hanno scommesso sui curdi, che hanno visto nel ruolo di loro fanteria leggera. Speravano che, con il sostegno americano, i curdi conquistassero Raqqa e sottraessero l’iniziativa alla Russia.

Ma ciò non avviene, in parte perché gli Stati Uniti hanno stretti rapporti con la Turchia, che considera terroriste le organizzazioni curde e, con tali dichiarazioni cercano di spostare l’attenzione dai successi della coalizione russo-siriana per concentrarla su qualcosa d’altro. Questa tattica è stata più volte utilizzata dagli americani in altri conflitti militari”.

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