La guerra non dichiarata Usa-Nato contro la Siria con Al Qaeda come strumento di distruzione

ISIL invasion e1404535165853di Michel Chossudovsky | globalresearch.ca

Traduzione per Resistenze.org  a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Gli otto concetti sotto illustrati hanno lo scopo di chiarire la natura della guerra alla Siria. Innanzitutto non è mai stata “una guerra civile”. E’ stata una guerra non dichiarata di aggressione con i terroristi affiliati di Al Qaeda usati come fanti da USA e NATO e dai loro alleati in Medio Oriente. Dal primo giorno, i terroristi sono stati coinvolti nell’uccisione di civili. Tutto è iniziato a Daraa come una rivolta integrata da mercenari salafiti. La maggior parte di ciò che viene presentato nel seguito trova fondamento nei media mainstream e nelle fonti ufficiali di informazione.

1. Il “Movimento di protesta” a Daraa del 17-18 marzo 2011

Daraa è una piccola città di confine. I movimenti nazionali di protesta sono sempre iniziati nelle grandi aree urbane.

Le “proteste” di Daraa avevano tutta l’apparenza di eventi organizzati col supporto segreto di “terroristi islamici”.

Fonti governative hanno indicato il ruolo dei gruppi salafiti radicali. In coro, i media occidentali descrissero gli eventi a Daraa come un movimento di protesta contro Bashar Al Assad. Tacitamente riconosciuto dai media, molti dei presunti “manifestanti” erano killer professionisti.

Con amara ironia, il numero di morti tra i poliziotti superava quello dei “manifestanti”. Non era un movimento di protesta, è stata un’insurrezione armata.

A Daraa, i cecchini sui tetti mirarono sia la polizia che i manifestanti.

Un quadro più chiaro di quello che è successo a Daraa il 17-18 marzo emerge leggendo tra le righe delle notizie israeliane e libanesi (che riconoscono la morte nella polizia). Il Israel National News Report (che non può essere accusato di parzialità a favore di Bashar al Assad) ha confermato che:

“Sette agenti di polizia e almeno quattro manifestanti in Siria sono stati uccisi nei ripetuti scontri violenti scoppiati nella città meridionale di Daraa giovedì scorso… la sede del partito Ba’ath e il palazzo di giustizia sono stati bruciati, in nuove violenze domenica. (Gavriel Queenann, Syria: Seven Police Killed, Buildings Torched in Protests, Israel National News, Arutz Sheva, 21 marzo 2011)

Un approfondimento giornalistico libanese ha anche riconosciuto l’uccisione di sette poliziotti a Daraa.

[Sono stati uccisi] “durante gli scontri tra forze di sicurezza e i manifestanti … Sono stati uccisi mentre cercavano di disperdere i manifestanti durante la manifestazione a Dara’a”.

Il giornale libanese Ya Libnan citando Al Jazeera ha anche riconosciuto che i manifestanti avevano “bruciato la sede del partito Baath e la sede del tribunale di Dara’a”.

Queste notizie degli eventi di Daraa hanno confermato che fin dall’inizio non si è trattato di una “protesta pacifica”, come raccontato dai media occidentali.

Inoltre, da una stima del numero delle vittime iniziali (Israel News), sono stati riscontrati più decessi tra i poliziotti che tra i “manifestanti”.

Questo è importante perché suggerisce che le forze di polizia possono essersi trovate inizialmente in una situazione di inferiorità numerica davanti a una banda armata ben organizzata di killer professionisti.

2. Reclutamento e formazione di terroristi fin dall’inizio del 2011

Dal primo giorno, i “combattenti per la libertà” islamici sono stati sostenuti, addestrati ed equipaggiati dalla NATO e dall’Alto Comando della Turchia. Secondo fonti di intelligence israeliane:

Nel frattempo il quartier generale della NATO a Bruxelles e l’alto comando turco stanno elaborando piani per il loro primo passo militare in Siria, che consiste nell’armare i ribelli con armi per la lotta contro i carri armati e gli elicotteri inviati da Assad per spezzare il dissenso… Gli strateghi della NATO stanno pensando di riversare grandi quantità di mine anti-carro e razzi anti-aerei, mortai e mitragliatrici pesanti nei centri di protesta per battere le forze corazzate governative. (DEBKAfile, NATO to give rebels anti-tank weapons, 14 agosto 2011.

Questa iniziativa, che è stata sostenuta anche da Arabia Saudita e Qatar, ha implicato un processo di reclutamento organizzato di migliaia di jihadisti, cosiddetti “combattenti per la libertà”, ricordando l’arruolamento dei Mujahideen nella jihad della CIA (guerra santa) all’apice della guerra tra URSS e Afghanistan:

Discussa anche a Bruxelles e Ankara, le fonti raccontano di una campagna per arruolare migliaia di volontari musulmani nei paesi del Medio Oriente e nel mondo musulmano per combattere a fianco dei ribelli siriani. L’esercito turco avrebbe ospitato questi volontari, addestrandoli e garantendo loro il passaggio in Siria. (Ibid)

Questi mercenari sono stati successivamente integrati nelle organizzazioni terroristiche sponsorizzate da USA e suoi alleati tra cui Al Nusrah e ISIS.

3. giugno 2014. La messa in scena dell'”invasione” dell’ISIS in Iraq

Lo Stato islamico è protetto dagli Stati Uniti e dai suoi alleati.

Se avessero voluto eliminare le brigate dello stato islamico, avrebbero potuto bombardare a “tappeto” i loro convogli di pick-up Toyota mentre attraversavano il deserto dalla Siria verso l’Iraq nel mese di giugno del 2014.

Il deserto siro-arabico è un territorio aperto (vedi mappa qui sotto). Con i mezzi aerei a disposizione (F15, F22 Raptor, CF-18) sarebbe stato – da un punto di vista militare – un intervento chirurgico rapido e conveniente, ma l’obiettivo non era quello di eliminare le brigate dell’ISIS, l’obiettivo era di sostenerle.

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4. settembre 2014. La campagna “antiterrorismo” di Obama. Gli attacchi USA-NATO e della coalizione “umanitaria” “diretti contro ISIS”.

Nel settembre del 2014, Obama ordinò una campagna di bombardamenti “anti-terrorismo” contro l’ISIS, in Siria e in Iraq. Questa importante campagna di bombardamenti è stata avviata due mesi dopo l’entrata dei convogli dell’ISIS a bordo dei pick-up Toyota in Iraq nel giugno 2014. La campagna di bombardamenti è ormai entrata nel suo terzo anno. Il suo obiettivo non era quello di perseguire lo Stato Islamico (ISIS-Daesh). La coalizione era composta da 4-5 monarchie arabe alleate, note per fornire supporto sia a ISIS e ad al Qaeda. La “coalizione di 40 nazioni che ha scatenato più di 200 attacchi aerei in Siria in una sola notte con aerei avanzati da combattimento degli Stati Uniti e l’aiuto di cinque monarchie arabe alleate”… Nel sistema di armi avanzate presumibilmente è stato utilizzato contro ISIS l’F-22 Raptor.

Il numero totale di sortite degli Stati Uniti e della coalizione contro la Siria e l’Iraq è dell’ordine di 111.410. Questo si traduce in una media di 147 sortite al giorno (per un periodo di 755 giorni).

Più di 8.300 uscite, secondo le fonti del Ministero della Difesa USA, hanno implicato attacchi effettuati contro la Siria. Le sortite senza attacco sono state utilizzate ai fini di ricognizione, logistica e coordinamento con i commandi terroristici sul terreno.

31.900 obiettivi in Siria e in Iraq sono stati colpiti da aerei da guerra statunitensi (vedi tabella sotto), tra cui edifici pubblici, aree residenziali, infrastrutture economiche (le operazioni sono state condotte sotto il falso pretesto della campagna contro ISIS e Daesh).

Nel corso di due anni (settembre 2014 – settembre 2016), secondo le dichiarazioni ufficiali, mai contestate dai media occidentali, nessuno di questi attacchi era diretto contro il popolo siriano. Era tutto per una buona causa. Faceva parte della “guerra globale al terrorismo”. E’ stata in verità una violazione del diritto internazionale. Crimini di guerra diretti contro i popoli di Siria e Iraq.

5. 2014-2016: 31.900 “obiettivi danneggiati/distrutti” dagli Stati Uniti e dalla coalizione nei raid aerei

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Fonte delle tabelle: Dipartimento della Difesa statunitense, copyright degli Stati Uniti DoD, 2016

6. Il costo della campagna di Obama: 9,3 miliardi di dollari 

755 giorni, 12,3 milioni di dollari al giorno da agosto 2014.

Questi sono i costi per distruggere l’Iraq e la Siria. Per uccidere decine di migliaia di siriani, innescare la crisi dei rifugiati. Tali costi sono in ultima analisi, finanziati dalle imposte. Abbiamo a che fare con una condotta criminale. I media mainstream restano in silenzio sulla questione.

La tabella sopra riporta la ripartizione “ufficiale”, i dati si riferiscono agli attacchi contro la Siria e la Iraq.

31.900 obiettivi come parte di una guerra al terrorismo. Ironia della sorte, il numero di terroristi è aumentato drammaticamente a seguito della campagna “anti-terrorismo”, per non parlare della campagna internazionale promossa dalla NATO di reclutamento dei terroristi.

7. Armi USA per Al Qaeda e ISIS 

Secondo il settimanale Jane’s Defence Weekly, citando documenti rilasciati dall’organizzazione governativa degli Stati Uniti Federal Business Opportunities (OSA), gli Stati Uniti – come parte della “campagna antiterrorismo” – hanno fornito ai ribelli siriani [anche noti come moderati di Al Qaeda] grandi quantità di armi e munizioni.

Gli Stati Uniti e i loro alleati (compresa la Turchia e l’Arabia Saudita) hanno fatto affidamento sul commercio illegale di armi leggere prodotte in Europa orientale, Balcani, Cina, ecc. per inviare armi ai gruppi di ribelli all’interno della Siria, tra cui ISIS-Daesh e Al Nusra. A sua volta, operando fuori delle alture occupate del Golan, le forze di difesa di Israele hanno fornito armi, munizioni, supporto logistico ai ribelli di Al Qaeda operanti nel sud della Siria.

Mentre gli alleati di Washington in Medio Oriente si impegnano in transazioni al coperto nel mercato delle armi leggere, una parte significativa di queste spedizioni illecite di armi è comunque direttamente commissionata dagli Stati Uniti.

Queste spedizioni di armi illecite non sono condotte attraverso i trasferimenti approvati a livello internazionale. Sono invece il risultato di un appalto del Pentagono (o governo degli Stati Uniti), non registrato tra gli aiuti militari “ufficiali”. Si usano operatori privati e compagnie di navigazione nell’ambito del fiorente commercio illegale di armi.

Basandosi sull’esame di una singola spedizione di dicembre 2015 del Pentagono di oltre 990 tonnellate, si può ragionevolmente concludere che la quantità di armi leggere nelle mani dei ribelli di “opposizione” all’interno della Siria è sostanziale ed estremamente grande.


Screenshot from Jane’s Defense Report

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8. Le armi “Made in Canada” inviate in Arabia Saudita, stato finanziatore del terrorismo 

Il negoziato tra Ottawa e Arabia Saudita è coordinato con Washington. Serve essenzialmente l’agenda militare del Pentagono in Medio Oriente, incanala miliardi di dollari al complesso militare industriale degli Stati Uniti.

E’ ampiamente documentato, che l’Arabia Saudita è lo stato sponsor dei “gruppi di opposizione” affiliati ad Al Qaeda in Siria, tra cui lo Stato Islamico (ISIS). Riyadh – agendo in collegamento e per conto di Washington – svolge un ruolo centrale nel finanziamento dello Stato Islamico (ISIS), così come nel reclutamento, nella formazione e nell’indottrinamento religioso delle forze mercenarie terroristiche schierate in Siria e in Iraq.

Ciò significa che il Canada sta vendendo armi ad un paese che sta sostenendo e sponsorizzando organizzazioni terroristiche. Inoltre l’Arabia Saudita è attualmente impegnata in una guerra di aggressione contro lo Yemen in palese violazione del diritto internazionale.

Le armi “Made in Canada”, sono prodotte dalla General Dynamics Land Systems, London, Ontario., una filiale della statunitense General Dynamics, fornitore del Dipartimento per la Difesa.

General Dynamics ha filiali in 43 paesi, incluso il Canada.

La posizione ufficiale di Ottawa è che queste armi che includono “veicoli da combattimento dotati di mitragliatrici e cannoni anticarro” debbano essere utilizzate dall’Arabia Saudita esclusivamente a fini di difesa nazionale. Non devono essere utilizzate contro civili.

Gli oppositori dell’affare plurimiliardario delle armi con l’Arabia Saudita, del valore di $ 15 miliardi, hanno portato Ottawa in tribunale. L’azione è stata guidata dal professore di diritto Daniel Turp insieme agli studenti della University of Montreal. In una recente sentenza (23 gennaio) della Corte Federale di Montreal, il caso è stato respinto: “Il ruolo della corte non è quello di ‘esprimere un giudizio morale’ sulla decisione dell’allora ministro degli affari esteri Stéphane Dion su un problema di licenze all’esportazione, atte a consentire la transazione”.

9. La liberazione di Aleppo

Mentre Aleppo è stata liberata dal flagello del terrorismo sostenuto da USA-NATO, i media di regime accusano le forze governative siriane di atrocità contro i civili, descrivendo Aleppo in una situazione di crisi umanitaria. Quello che omettono di dire è che negli ultimi quattro anni, la parte orientale di Aleppo è stata occupata dai terroristi di Al Qaeda, ora accolti come ribelli di “opposizione”.

I terroristi sono descritti come le vittime dell’aggressione del governo siriano. Fin dall’inizio, le atrocità commesse dai terroristi sono addebitate alle forze governative siriane e ai loro alleati.