Il Kosovo oggi, a 20 anni dall’aggressione NATO

conferenza forumbelgradodi Enrico Vigna, Belgrado 22 marzo 2019

Grazie e un grande complimento al Forum di Belgrado e alle altre organizzazioni serbe per questa Conferenza di altissimo valore politico e storico e per la possibilità di dare il mio modesto contributo a questo.

In questi 20 anni molto del mio impegno in Informazione e Solidarietà concreta (abbiamo attualmente 12 Progetti di solidarietà sul campo, come SOS Kosovo Metohija) è stato sul fronte del Kosmet, (oltre ai Progetti a Kragujevac, Nis, Novi Sad, Belgrado), con missioni nelle enclavi e a Mitrovica, sempre sotto scorta armata della KFOR. Quindi ho una osservazione della situazione diretta e concreta, non per opinioni varie o di Internet. Perché da lì, da quella terra martoriata, SEMPRE la gente mi chiede di dar loro voce, di non lasciarli soli.

Loro … l’Associazione delle Madri dei Rapiti, delle Vedove di Guerra, i disoccupati nelle enclavi, gli studenti che vivono in Kosovo e a cui sosteniamo le spese di studio, gli insegnanti delle scuole, gli assistenti sociali delle strutture collettive, i Padri ortodossi con cui lavoriamo, ecc., che lì vivono e resistono.

Dopo 20 anni vorrei concentrare questo mio intervento su un elemento centrale: è necessario non dimenticare mai che il “casus belli”, la “giustificazione” di questa aggressione fu il Kosovo.

OGGI dopo 20 anni è sancito da atti, fatti, documentazione, indagini e riscontri, che il 24 marzo 1999 non fu una guerra “necessaria” per ragioni umanitarie!

Nel Kosovo Metohija non c’è stata nessuna “pulizia etnica”. Nessun “genocidio”.

Non era una guerra per la “democrazia” o per garantire più diritti, o per la liberazione dei popoli.

La verità storica, chiaramente verificabile nella realtà del “Kosmet oggi”, è sotto gli occhi di tutti (intellettualmente ed eticamente onesti, naturalmente!).

L’operazione “Guerra umanitaria” in Kosovo, chiamata “angelo misericordioso”, ha raggiunto solo obiettivi militari, geopolitici e geostrategici della NATO e della cosiddetta “comunità internazionale” (che naturalmente è occidentale!)

– È stata una guerra di aggressione per il rafforzamento e l’imposizione dell’ “Ordine Mondiale” guidato dagli Stati Uniti e garantito dal suo braccio armato: la NATO.

– È stata un’aggressione criminale programmata e preordinata in continuità con le guerre in Afghanistan, Iraq, Libia, Siria, Donbass, Yemen e in questi mesi in Venezuela.

OGGI in Kosmet c’è una resistenza popolare, civile ma è una Resistenza e non dobbiamo lasciarli soli.

Penso che questa popolazione serba, risoluta e assediata da violenti e criminali, sia una speranza per tutto il popolo serbo, ma anche un esempio di fermezza e tenacia per tutti i popoli che non intendono piegarsi ai diktat delle politiche criminali e oppressive degli USA, della NATO, del FMI e dei loro servili maggiordomi europei. Hanno devastato, impoverito, uranizzato la Serbia e un intero popolo, raccontando menzogne, distorcendo la realtà, abusando del dolore, della morte, della sofferenza della gente (anche albanese), per i loro interessi geopolitici, economici e di dominio.

DOPO 250.000 rifugiati di tutti i gruppi etnici, 3.000 rapiti, 4.000 uccisi, 12.000 feriti (due terzi civili), centinaia di migliaia di case distrutte e bruciate. 148 monasteri ortodossi e luoghi sacri attaccati o distrutti.

ORA che l’OSCE, la CIA, l’FBI, la KFOR, la NATO hanno ammesso che fino ad oggi sono stati trovati 2108 corpi di tutti i gruppi etnici, dopo che solo l’UE ha speso finora oltre 15 miliardi di euro per questa guerra …

COS’E’ OGGI, nel 2019, il KOSOVO METOHIJA:

– è un’area in cui esiste l’apartheid (nel XXI secolo), con enclavi isolate e con il rischio costante di violenze e attacchi. Solo nel 2018 ci sono state 51 aggressioni, ferimenti e omicidi…senza nessun colpevole.

– secondo la DEA (Agenzia Antidroga USA) è un narco stato nel cuore dell’Europa, crocevia di tutti i traffici di droga, armi, donne e traffico di organi. Anche Bujar Bukoshi, un ex premier albanese, ha dichiarato al giornale tedesco Der Spiegel, che il Kosovo è fondato e si basa su strutture mafiose.

– è una base dello jihadismo, circa 1.000 albanesi sono partiti verso la Libia e la Siria (secondi in Europa), per combattere. Negli ultimi anni ci sono stati dozzine di arresti a Pristina e dintorni, di estremisti e kosovari radicalizzati

–  è il posto dove c’è CAMP BONDSTEEL. La più grande base statunitensi dalla guerra del Vietnam, con una capacità per 40.000 marines. Per cosa? Per la pace o come base strategica per la Russia e il Medio Oriente?

– È un territorio altamente uranizzato con migliaia di neonati e morti per tumori e linfonodi, che vengono tenuti nascosti

– È un posto dove crimine, illegalità, violazione dei più elementari diritti civili, politici, religiosi, umani sono calpestati quotidianamente. Dove il razzismo è praticato ed esaltato.

Per tutto questo e altro, penso che sostenere la Resistenza popolare civile dei serbi in Kosovo Metohija abbia una valenza strategica che va oltre il problema della provincia serba.

Finché si riuscirà a impedire il riconoscimento dell’indipendenza e lottare in difesa della Risoluzione ONU 1244, sarà possibile fare di questo, un frammento, una parte, di una resistenza internazionale più globale contro un mondo unipolare, dominato dalla politica e dalle logiche di “guerre umanitarie e ingerenti “, di continui interventismi militari, che calpestano il Diritto internazionale e la carta delle Nazioni Unite. (Nel mondo in questo momento ci sono 36 guerre e conflitti aperti).

È necessario lottare contro le interferenze occidentali nelle politiche nazionali dei paesi sovrani.

Proprio a Belgrado, il mese scorso il portale “Govori Srbija” ha documentato con foto e video, che gli organizzatori delle proteste settimanali contro l’attuale governo e il presidente Vucic: Jelena Ansovic, Sergej Trifunovic e Denis Ibisbegovic, hanno incontrato agenti statunitensi e funzionari dell’ambasciata USA a Belgrado.

Ancora un altro tentativo di “rivoluzione colorata”, un movimento usato e finanziato della cosiddetta “società civile” e delle solite conniventi ONG, strumenti sempre funzionali di destabilizzazione dei paesi, con la strategia dei “diritti umani” del burattinaio George Soros.

Ma la Serbia conosce molto bene questi agenti al servizio degli interessi stranieri: OTPOR nel 1999, oggi il suo nome è CANVAS, sono stati buoni insegnanti.

Dove sono questi paladini della Libertà, dei “Diritti Umani”, quando si tratta di Kosovo Metohija, Libia, Siria, Donbass, Yemen, Venezuela … ?! In queste guerre ci sono quasi un milione di morti, feriti, mutilati: donne, bambini, civili inclusi, e loro sono in silenzio!

Sostenere la resistenza in Kosovo significa essere parte della lotta internazionale contro l’espansione della NATO, l’esercito delle aggressioni e delle imposizioni imperialiste al servizio degli interessi egemonici di USA, UE, FMI, multinazionali, ecc. ecc.

– Significa aiutare ad opporsi all’escalation militare e alla propagazione dei conflitti nel mondo e cercare di impedire lo spettro di uno scontro militare tra Occidente, Russia e Cina, che porterebbe l’umanità all’abisso. In queste settimane vi è stato il più grande schieramento in Europa di bombardieri B52, dai tempi della guerra in Iraq. E non dimentichiamo il più grande convoglio militare statunitense della seconda guerra mondiale, partito dal porto di Bremerhaven in Germania e diretto verso i confini della Russia nel 2017.

– Questo significa sostenere le politiche di negoziazione e le posizioni di pace, sviluppo, anche di aspri confronti ma con l’obiettivo di riconciliare i conflitti.

– Dalla Libia alla Siria, al Donbass, allo Yemen e ora al Venezuela, è necessario trovare soluzioni negoziali.

– In ogni paese è necessario sostenere forze, movimenti che lottano per la pace (tra uguali!) E contro le basi straniere nel proprio paese

– È necessario sostenere i movimenti sociali e dei lavoratori, che lottano per migliori condizioni di vita o contro la miseria. Perché i lavoratori, i cittadini onesti di ogni paese sono quelli che hanno bisogno di politiche di pace, non di guerre.

Abbiamo un pianeta a rischio di una guerra che potrebbe essere l’ultima.

A noi il compito di lavorare per l’amicizia e la pace tra i popoli.

– Di favorire prospettive per lo sviluppo economico e sociale come il Silk Road Project

– Per relazioni tra i paesi fondate sul diritto inalienabile per ciascuno di indipendenza e sovranità nazionale, intese non come sciovinismo, ma come politiche di rispetto (anche culturale e di diverse origini), di cooperazione reciproca e di sicurezza.

– Per sostenere progetti globali come la Belt Road, che propongono orizzonti di pace, sviluppo per popoli e paesi, con logiche di sviluppo inclusivo

In conclusione:

Io penso che il sostegno e la solidarietà di oggi con la resistenza serba in Kosovo e Metohija e a non lasciarli soli, è oggi un sostegno non solo a loro, ma anche ai popoli libico, siriano, del Donbass, dello Yemen e ora al popolo venezuelano.

Ognuno di loro ha la stessa controparte, ognuno di loro lotta semplicemente per non essere schiacciato, per essere libero di scegliere la propria strada, il proprio destino, il proprio futuro.

Questo significa stare dalla parte di un futuro libero e dignitoso per ogni popolo.

NON di “guerre umanitarie” o “responsabilità di proteggere” l’umanità ha bisogno, ma di solidarietà, pace, sviluppo per tutti, non solo per qualcuno!

Un vecchio proverbio slavo dice:

” Da un albero possono cadere i fiori
possono cadere le foglie
possono tagliare i rami, possono tagliare il tronco.
Importante: è che sopravvivano le radici!
Perché solo dalle radici, la vita può rinascere… “

Così oggi il Kosovo Metohija rappresenta l’albero della storia serba, le radici serbe e IL FUTURO della Serbia e del suo popolo … e non solo! GRAZIE!

Enrico Vigna portavoce del Forum Belgrado Italia e presidente di SOS Yugoslavia – SOS Kosovo Metohija Italia – Belgrado 22 marzo 2019

Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali – Italia/CIVG

S.O.S. Yugoslavia – S.O.S. KOSOVO METOHIJA