Il capo dell’intelligence militare degli Stati Uniti: la Russia rappresenta una minaccia esistenziale dal polo nord al polo sud

Pentagono 672di Rick Rozoff

da http://www.defenddemocracy.press

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Il 29 aprile il tenente generale Scott Berrier, direttore della Defense Intelligence Agency, ha presentato la valutazione annuale della minaccia mondiale della sua agenzia davanti al Comitato delle Forze Armate del Senato.

La trascrizione della sua testimonianza è di cinquantasette pagine ed è ampia nella sua portata e spesso dettagliata nelle sue descrizioni, quindi quello che segue è un riassunto che si sofferma sul tema generale della sua presentazione, lasciando da parte, per esempio, la sua discussione sulle minacce poste da quelle che una volta erano chiamate organizzazioni terroristiche e ora sono chiamate organizzazioni estremiste violente (VEO).

I suoi commenti sono passati in gran parte inosservati, in quanto tali sono generalmente al di fuori delle caste governative e militari americane, tranne che per un report della CNN con il titolo ‘Top US military intelligence official says Russian military poses an ‘existential threat’ to the US’.

La sua analisi delle minacce, militari e non, per gli Stati Uniti e i suoi alleati è del tutto in linea con quelle di altri importanti funzionari militari, dell’intelligence e del corpo diplomatico: quattro nazioni minacciano il mondo, lo minacciano separatamente ma principalmente in congiunzione tra loro e lo minacciano in ogni continente, in ogni mare e oceano. Le quattro nazioni, collettivamente il nuovo Asse del Male, sono Russia, Cina, Iran e Corea del Nord. Per impiegare i termini ora in voga nei circoli militari, di intelligence e in quelli che possono essere vagamente chiamati diplomatici americani, i quattro sono divisi in sfidanti e avversari vicini e non vicini. Gli Stati Uniti riconoscono prontamente di non avere eguali militari nel mondo – e intendono mantenerli tali – tranne nella misura in cui la Russia mantiene la parità nucleare con loro.

La Russia e la Cina sono minacce quasi uguali. L’Iran e la Corea del Nord non sono a quel livello. Ma tutti e quattro sono presentati come minacce nucleari.

La sua prospettiva è condivisa da altri dipartimenti, comandi e agenzie militari, di intelligence e di politica estera degli Stati Uniti, così come dalla NATO:

Africa Command
Central Command
European Command
Indo-Pacific Command (p. 6-9)
Northern Command
Southern Command (p. 31-38)
Space Command
Strategic Command
State Department
American intelligence agencies
North Atlantic Treaty Organization

Berrier ha iniziato la sua testimonianza accusando tutti e quattro di sfruttare la crisi globale COVID-19.

La Cina è stata trattata per prima ed è stata caratterizzata come “una grande sfida alla sicurezza [che] rimane un concorrente strategico a lungo termine per gli Stati Uniti”. La descrizione di tale minaccia includeva il fatto che “la Cina ha intrapreso una serie di missioni militari tra cui la proiezione di potenza, la sicurezza delle corsie di mare, la contropirateria, le operazioni di mantenimento della pace e l’assistenza umanitaria e il soccorso in caso di disastri”. Proprio come ogni nazione più o meno popolosa ha fatto negli ultimi decenni.

Ha riservato però la sua principale critica alla Russia, pronunciando l’allarmata preoccupazione ripresa dalla CNN che:

“L’esercito russo è una minaccia esistenziale per gli Stati Uniti e un potente strumento progettato per mantenere l’influenza sugli stati lungo la sua periferia, per competere con il primato globale degli Stati Uniti e per fare pressione sugli avversari che sfidano gli interessi nazionali vitali della Russia”. (p.13)

Che la frase di cui sopra si applichi agli Stati Uniti molto più che alla Russia sembra sfuggire all’attenzione del direttore, che ha evidenziato la vera minaccia della Russia: il potenziale per competere con il primato globale degli Stati Uniti. Che di per sé rappresenta una minaccia esistenziale, evidentemente.

Ha detto che la Russia rappresenta una minaccia per la patria americana perché “continua a investire nelle sue forze nucleari strategiche, in nuove capacità per migliorare il suo deterrente strategico….”.

È inoltre colpevole di minacciare Peoria o Kansas City perché la sua “forza militare è costruita sulle sue forze nucleari strategiche sopravvissute e su una forza convenzionale ampiamente configurata per operazioni difensive e regionali”. Si prega di notare le parole deterrente, difensivo e regionale: parole sconosciute a Washington e al Pentagono, o se conosciute in ogni caso non limitano in alcun modo la loro prerogativa di proiezione del potere globale.

La Russia è accusata di incorporare le lezioni apprese in Siria per l’addestramento e le esercitazioni. Ogni potenza militare dai tempi della Persia e di Roma ha fatto lo stesso, naturalmente.

Viene anche criticata, almeno implicitamente, per la convinzione esagerata e irrazionale che le sue principali minacce siano gli Stati Uniti e la NATO. Il fatto che questi ultimi due abbiano circondato la Russia dal Circolo Polare Artico al Mar Nero con sottomarini nucleari, navi da guerra con missili guidati, jet da combattimento, bombardieri a lungo raggio con capacità nucleare, missili anti-balistici, veicoli corazzati, basi, truppe e centri di guerra cibernetica è semplicemente il pretesto, ha sostenuto Berrier, per Mosca di sfruttare la questione per “la conservazione del regime al potere”.

E per aggravare la sua minaccia agli Stati Uniti e alla NATO, la Russia sta “disturbando la coesione della NATO e la sua capacità di formulare politiche efficaci per contrastare l’influenza maligna russa”. Questo suona molto simile all’autodifesa, un principio universalmente riconosciuto nel diritto internazionale e in quello penale.

La Russia è accusata di prendere particolarmente di mira gli stati membri della NATO con “affinità storiche, culturali o religiose” con essa. (p. 14) Questo suggerirebbe paesi che parlano principalmente lingue slave e praticano il cristianesimo ortodosso. Nessuna delle due affinità è particolarmente favorita dal nuovo ordine internazionale basato sulle regole dell’Occidente.

Ha anche ripetuto l’accusa spesso sentita che la Russia ha impiegato l'”agente nervino di grado militare” Novichok contro Sergei e Yulia Skripal in Gran Bretagna nel 2018 e recentemente contro Alexei Navalny in patria. Al quartier generale della NATO a marzo il segretario di Stato americano Antony Blinken ha descritto il primo incidente come l’uso di armi chimiche sul suolo di una nazione NATO.

La Russia è anche denunciata da Berrier per il suo ruolo in Georgia dal 2008 e in Ucraina dal 2014, mentre ha propagandato il fatto che “la cooperazione con la sicurezza georgiana, ucraina e azerbaigiana con i partner della NATO” è una fonte di irritazione per la Russia; anche se ha fatto notare che il governo Putin ha ignorato l’attacco azero-turco sul Nagorno-Karabakh e l’Armenia, alleata della Russia nel trattato di sicurezza collettiva, l’anno scorso; il che ha portato la Russia ad accogliere truppe dalla Turchia, potenza della NATO, nel Caucaso del Sud. Ha anche riconosciuto la collaborazione della Russia con la Turchia in Siria e Libia, anche se le due nazioni sostengono belligeranti opposti in entrambi i casi.

In forma più abbreviata, perché altrimenti il riassunto sarebbe interminabile, la Russia è accusata di connivenza con quasi tutti i cattivi attori, come venivano chiamati in passato, ora chiamate influenze maligne, in quasi tutte le parti diel mondo impegnandosi in comportamenti che includono, ma non si limitano a:

Espandere i legami militari e impegnarsi in esercitazioni congiunte con la Cina.

Mantenere relazioni standard da stato a stato con l’Iran e la Corea del Nord. (p. 19)

Continuare i legami dell’era sovietica con Algeria e Angola in Africa. (p. 18)

Fare lo stesso in America Centrale con il Nicaragua e nei Caraibi con Cuba, oltre a fornire armi difensive al Venezuela in Sud America. (p. 19)

Non contenta di presentare la Russia come una minaccia per il Nord America, l’America Centrale, il Sud America, l’Europa, il Medio Oriente, l’Asia e l’Africa, la Defense Intelligence Agency la ritrae anche come rivale e avversaria nell’Artico – “La Russia sta… espandendo la sua rete di sistemi missilistici di difesa aerea e costiera, rafforzando così le sue capacità anti-access/area-denial nell’area su porzioni chiave della sua zona marittima artica (p. 20) – e nell’Antartico (p. 20) “Mosca sta … espandendo le sue attività di pesca lì e, insieme alla Cina, ha bloccato gli sforzi internazionali di conservazione ambientale per limitare la pesca nella zona. (p. 20)

Sebbene la Russia rimanga l’unica minaccia “esistenziale” al cuore dell’America, a Midtown, U.S.A., è anche, nella mente di Berrier e di coloro che egli serve, la capobanda di una cospirazione internazionale diretta contro gli Stati Uniti ed i suoi alleati democratici in tutto il mondo. Questa nefasta rete di malfattori include:

La Corea del Nord che vende armi all’Iran e alla Siria.

La Cina che sostiene la Corea del Nord.

Il coinvolgimento dell’Iran in Siria, Iraq e Yemen, dove Berrier presenta Teheran come l’unico criminale ad eccezione della Russia in Siria. (Anche se Berrier ammette che un’incursione militare turca lì ha sfollato 70.000 civili, aggiungendo: “un’altra incursione turca nel nord della Siria probabilmente sposterebbe anche centinaia di migliaia di civili, come testimoniato nel 2018 e nel 2019”. Ma la Turchia è un prezioso alleato della NATO.)

La Cina che irretisce Cuba nella sua Belt and Road Initiative.

L’Algeria, alleata della Russia, che sostiene il Fronte Polisario nel Sahara occidentale, dove sembra esserci una minaccia imminente di un’invasione sostenuta dall’Occidente da parte del Marocco, partner della NATO.

Cina e Iran che cospirano con la Russia per sostenere il governo del Venezuela, “il che quasi certamente attenua gli effetti economici delle sanzioni internazionali.” (Vedere Presenza cinese, russa e iraniana e influenza sulla sicurezza nella regione. p. 48. Per esempio, “Teheran cerca di sfruttare le sue recenti vendite con il Venezuela per espandere l’impronta regionale dell’Iran in America Latina”).

Le cose non potrebbero essere più chiare per i pianificatori civili e militari della politica estera americana e per quelli dei suoi alleati della NATO. Tutto va bene nel mondo dei 194 membri delle Nazioni Unite, tranne le minacce poste da Russia, Cina, Iran e Corea del Nord. Soprattutto la Russia.