I possibili esiti del conflitto siriano

da sinistra.ch

Riceviamo e pubblichiamo come contributo alla discussione

Sono ormai trascorsi diversi anni da quando, sulla scia delle “primavere arabe”, i governi delle nazioni occidentali decisero di promuovere un intervento politico e militare nell’area medio-orientale, volto a una ridefinizione degli assetti generali nella regione. Il primo paese ad averne fatto le spese fu la Siria, dove il legittimo governo guidato da Bashar al-Assad si trovò in breve tempo a dover fronteggiare l’offensiva di gruppi islamisti, finanziati e appoggiati principalmente dalle monarchie del golfo e dalla Turchia (almeno fino al fallito golpe del luglio scorso).

Fin dai primi momenti e a differenza di quanto avvenne durante l’aggressione alla Libia di Gheddafi, altri attori internazionali si affrettarono a pendere posizione contro l’ennesimo tentativo di “balcanizzazione” di uno stato sovrano, che come unica colpa aveva quella di non volersi piegare di fronte ai desideri di Washington e dei suoi alleati.

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