Houla, l’unica cosa certa è l’orrore (e forse una prossima guerra)

di Marinella Correggia | da www.sibialiria.org

holua bambinoDi questa strage degna di Erode il colpevole da tutti indicato è l’esercito siriano e soprattutto milizie pro-regime che l’opposizione chiama shabiha. Il governo incolpa invece i terroristi, ma le possibilità di un intervento militare estero sono molto aumentate.

Ma ci sono prove di chi sia stato, soprattutto a uccidere da vicino, sgozzando, bambini e donne? In realtà no.

Mentre il generale Mood capo degli osservatori Onu non accusa di preciso nessuno per le esecuzioni, Hervé Ladsous sottosegretario Onu per il peace-keeping sostiene che “ci sono sospetti che combattenti pro-Assad siano responsabili di alcune delle uccisioni”, aggiungendo di non aver ragione di credere che “elementi terzi” – o forze esterne – siano coinvolti, ma di non poterlo escludere.

Rupert Colville, portavoce della Commissaria Onu per i diritti umani Pillai, dice che “testimoni accusano le milizie pro-regime”. Dove li avete intervistati? Risposta di Colville: “Al telefono. Abbiamo da tempo una rete locale di persone che ci danno notizie”. La rete di informatori del Commissario, va detto, è formata da soli oppositori. Ma potete confermare che sono stati gli shabiha? “Non dico che siamo certi, chiediamo un’indagine”.

Luis Fonseca, corrispondente dalla Siria di Prensa Latina, dà tutto un altro resoconto: “Abbiamo visitato l’area con alcuni giornalisti e gli osservatori Onu. Diverse persone, gente del popolo, mi hanno detto che gruppi di terroristi hanno approfittato degli scontri fra esercito e armati per fare la strage nelle case dando la colpa al governo. Hanno anche usato Rpg per rompere i muri facendo credere a colpi di artiglieria dell’esercito. E del resto un osservatore in forma anonima mi ha detto di aver registrato 3.000 violazioni alla tregua da parte dell’opposizione armata; molte meno da parte dell’esercito”.

Anche madre Agnès-Mariam de la Croix, del centro di informazione cattolico Vox Clamantis (diocesi di Homs) chiede di mettere i testimoni a confronto: “Credo sia una dolorosissima montatura. Come è possibile anche per dei sopravvissuti identificare l’appartenenza di uomini armati e mascherati, magari vestiti apposta di verde?” E “perché il regime dovrebbe fare harakiri da solo ordinando o permettendo un simile orrore sapendosi già sull’orlo di un attacco?”. Il problema è che “tanti hanno paura di parlare contro i terroristi. Rischiano morte e rapimenti, già successo”.

Gira anche una lista dei bambini morti, che sarebbero in gran parte di una famiglia alaouita, la minoranza filogovernativa. E c’è chi ricorda casi precedenti, massacri e fosse comuni strumentali alle guerre, e i cui esecutori o le cui dinamiche si sono rivelati ben diversi da quanto prima strombazzato.

A guerra fatta, però.