
di Marco Pondrelli
La politica italiana ed europea ogni giorno ci delizia con qualche dichiarazione bellicista, dopo un simpatico Presidente di regione convinto che gli alpini fossero andati in URSS assieme ai nazisti per difendere la nostra libertà, arriva la von der Leyen a spiegarci che la maggioranza degli europei vogliono il riarmo, chi si oppone, estrema destra ed estrema sinistra, sono putiniani. Siccome questa signora è stata sostenuta dalla stragrande maggioranza del Parlamento italiano dobbiamo supporre che queste idee siano diffuse fra le sempre più ristrette élite politiche italiane.
Sono gli stessi personaggi che si indignano davanti agli incendi in Israele ma non dicono nulla della mattanza di bambini che quotidianamente si verifica in Palestina. Purtroppo questa classe dirigente non è improvvisata ma è figlia di un preciso disegno politico.
L’epicentro di tutto quello che sta succedendo si trova in Ucraina. A differenza di quello che molti pensano non c’è alcun asse fra Putin e Trump, perché vi sono due visioni strategiche differenti fra i due paesi.
Gli Stati Uniti vogliono sganciare risorse dal quadrante europeo per trasferirle nell’Indo-Pacifico, questo a lo scopo di contenere e ostacolare il principale avversario strategico del XXI secolo, la Cina. Nel disegno statunitense l’Europa è destinata a diventare il loro giardino, dovremmo continuare a comprare le loro armi e il loro gas, avremo quindi una manifattura non competitiva ed un ulteriore impoverimento del nostro continente.
L’obiettivo strategico di Mosca è diverso. Su una cosa tutti i protagonisti di questa vicenda convergono, la Russia non vuole la NATO alle porte di casa. Putin ha più volte chiesto di discutere di una Helsinki 2, ovvero di un accordo complessivo per la sicurezza europea. Questo sarebbe anche nel nostro interesse, anche se la von der Leyen ci assicura che, a parte pochi putiniani, tutti gli europei sono per il riarmo e odiano la Russia.
Da questo stallo scaturiscono due considerazioni. La prima è che la fine della guerra in Ucraina potrebbe avere tempo più lunghi di ciò che si potrebbe pensare, qualcuno ha forse ceduto al facile ottimismo dopo le prime uscite di Trump e la realtà potrebbe deluderlo. La seconda considerazione è che alcuni paesi europei (parlare di Europa o di Unione europea in questo caso ha poco senso) sono pronti a prendere il posto degli Stati Uniti, l’obiettivo sempre più esplicito è portare le proprie truppe in Ucraina non come peacekeeper ma come parte in causa, questo per continuare a premere alle porte di Mosca. Il fatto che questo scontro non debba per forza essere militare (anche questi pazzi sanno che la Russia ha 6 mila testate nucleari) non rende meno grave la situazione. Quello che è successo in Romania, dove il coinvolgimento francese è chiaro, da l’idea di quanto questi personaggi che disgraziatamente ci governano facciano sul serio.
Se guardiamo al panorama politico italiano le eccezioni a queste derive belliciste sono poche, anche un governo guidato dal Pd non cambierebbe molto né nei rapporti con Trump né sulla nuova visione d’Europa. Certo all’opposizione è facile chiedere più soldi per la sanità pubblica, rimangono due domande inevase: primo perché non lo hanno fatto quando governavano e secondo come può coesistere la guerra con più fondi pubblici al sociale.
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