da www.vermelho.org.br | Traduzione di Marx21.it
L’editoriale di “Vermelho”, portale web del Partito Comunista del Brasile (PCdoB), sugli sviluppi della situazione nella Penisola Coreana
Una scalata della tensione militare e dei pericoli di guerra si sta sviluppando già da diverse settimane nella Penisola Coreana. Sugli sviluppi della situazione, l’apparato mediatico al servizio dell’imperialismo si sta esercitando nelle arti di cui è più esperto: tergiversare, distorcere, disinformare e mentire.
I notiziari e gli editoriali vengono confezionati a partire da immagini e frasi selezionate e decontestualizzate, con il deliberato obiettivo di presentare la Repubblica Popolare Democratica della Corea (RPDC) – un paese socialista e rivoluzionario impegnato a costruire la sua economia e a consolidare il potere nazionale sulla base delle proprie forze e dell’esercizio della sua sovranità – come un regime “eccentrico”, “totalitario” e “minaccioso”.
La pace e la sicurezza internazionale sono obiettivi permanenti dei popoli e delle nazioni sovrane, bandiera irrinunciabile dei paesi socialisti nel quadro di relazioni diplomatiche realizzate sui principi del Diritto Internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. Ciò contrasta con le pratiche unilaterali, imperialiste, egemoniste degli Stati Uniti e dei loro alleati, la cui politica estera è basata su minacce alla sovranità nazionale di popoli e nazioni, sul militarismo, sul monopolio delle armi nucleari, sul saccheggio delle ricchezze nazionali, sulla realizzazione di guerre di aggressione.
La Repubblica Popolare Democratica della Corea è uno dei principali bersagli dell’imperialismo statunitense, che usa il territorio della vicina Corea del Sud come base militare, dove ammassa truppe, armamento convenzionale e nucleare. Lo stato di guerra nella Penisola Coreana non è il risultato di una proclamazione da parte del governo della RPDC. E’, prima di tutto, uno stato permanente, la cui principale espressione è la realizzazione frequente di manovre militari congiunte delle forze armate nordamericane e sud-coreane, in cui si mobilitano decine di migliaia di soldati, navi da guerra, aerei da combattimento, artiglieria pesante e armi nucleari.
La Repubblica Popolare Democratica della Corea ha stile e linguaggi propri, ma non risiede nelle sue decisioni e nella sua retorica la causa della tensione nella Penisola Coreana.
La Corea Popolare, nella sequenza dei suoi comunicati, con tutte le ragioni, ha addossato la responsabilità agli Stati Uniti e alla Corea del Sud per la crescente tensione, ha voluto evidenziare la minaccia rappresentata dalle manovre militari su grande scala che gli Stati Uniti attuano insieme alla Corea del Sud, che rappresentano un’esplicita provocazione e mettono a rischio la sua sovranità.
A loro volta, gli Stati Uniti, oltre a confermare la realizzazione di esercitazioni militari congiunte, hanno ordinato l’installazione di un radar di difesa antimissile nell’isola di Guam, situata nel Pacifico, hanno inviato nella regione l’USS Fitgerald destroyer, capace di abbattere missili, in prossimità delle coste della Corea Popolare. Per aggravare ancora di più la situazione, Washington ha inviato nella regione i suoi bombardieri B-52 e B-2, con capacità nucleare, e i caccia F-22. E i portavoce della Casa Bianca, del Pentagono e del Dipartimento di Stato hanno alzato il tono delle loro dichiarazioni, dichiarando che la Corea Popolare è una “grave minaccia” per il mondo.
La vera minaccia proviene dalle politiche militariste e belliciste dell’imperialismo statunitense e dei suoi alleati. Affrontarla e combatterla è compito delle lotte dei popoli di tutto il mondo.