Quando il corpo dilaniato di Gheddafi fu mostrato in diretta televisiva come un trofeo di guerra, non pochi esponenti politici e intellettuali occidentali esultarono per l’ennesima “vittoria della democrazia e della pace” nel mondo. Su queste posizioni si attestarono anche numerosi esponenti di quella “sinistra imperiale” nostrana, come magistralmente l’ha definita il filosofo Losurdo, tra i quali possiamo annoverare Susanna Camusso e Rossana Rossanda. Da tutto ciò è necessario partire per poter comprendere cosa sta accadendo nel medio oriente, le responsabilità occidentali e come si sia potuti arrivare all’attentato di Parigi.
Per fare un rapido cenno ai numerosi casi di intromissione imperialista messi in atto nel corso degli ultimi decenni in questa area del globo dobbiamo iniziare precisamente dall’Iran teatro nel 1953 di un colpo stato militare finalizzato a deporre il primo ministro Mossadeq, reo di aver statalizzato le compagnie petrolifere straniere, ed imporre con la forza lo Scià (imperatore) Palhavi.
Tre anni dopo, nel 1956 le autorità egiziane sotto la guida di Nasser decisero di nazionalizzare il Canale di Suez, azione che provocò l’immediata invasione inglese, francese ed israelina. Senza aver ottenuto l’appoggio statunitense e dopo l’ultimatum sovietico le truppe dei tre paesi colonialisti dovettero ritirarsi. Un altro avvenimento che deve necessariamente essere ricordato per la sua violenza fu la drammatica lotta di liberazione che il popolo algerino, sotto la direzione del Fronte di Liberazione Nazionale, dovette affrontare per liberarsi dagli sfruttatori francesi.