Consiglio Mondiale della Pace: dichiarazione delle organizzazioni del continente americano

reuniao regional america 2016da cebrapaz.org.br

Traduzione di Marx21.it

Preoccupate per l’attuale situazione internazionale e regionale, con l’avanzata dell’imperialismo statunitense e dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) e con la diffusa militarizzazione, organizzazioni del continente americano del Consiglio Mondiale della Pace hanno rilasciato una dichiarazione dopo la riunione della regione America, a Toronto, Canada, nel mese di luglio. I membri del CMP si sono impegnati per un’intensa mobilitazione nei propri paesi, per l’Assemblea Mondiale della Pace e per il rafforzamento della solidarietà tra i popoli nella lotta internazionalista per la pace.

Dichiarazione finale

Con la partecipazione di rappresentanti di 10 organizzazioni della Pace del continente americano, si è svolta a Toronto , Canada, nei giorni 18 e 19 luglio 2016, la Riunione Regionale del Consiglio Mondiale della Pace di questa zona geografica, presieduta dalla presidenta del CMP, Socorro Gomes, e dal coordinatore regionale, Silvio Platero.

Erano presenti alla riunione i leaders della lotta per la pace del Congresso Canadese per la Pace, che ha ospitato la riunione, del Centro Brasiliano di Solidarietà ai Popoli e Lotta per la Pace (Cebrapaz), del Movimento Cubano per la Pace e la Sovranità dei Popoli (MovPaz), del Consiglio della Pace degli USA, del Movimento Messicano per la Pace e lo Sviluppo (Mompade), dell’Unione Dominicana dei Giornalisti per la Pace (UDPP), del Comitato di Solidarietà Internazionale (COSI) del Venezuela, della Scuola della Pace della Colombia, del Consiglio della Pace della Giamaica e del Comitato di Difesa Nazionale della Sovranità e della Dignità (Codepanal) della Bolivia, ed anche il segretario esecutivo del CMP, Iraklis Tsavdaridis.

La riunione ha approvato il rapporto del coordinatore regionale, che ha presentato una sintesi del lavoro per la pace nel continente, constatando che, dall’ultima riunione simile a Buenos Aires, in Argentina, sono stati realizzati progressi in ciascuno dei rispettivi scenari nazionali, pur ancora modesti.

Lo svolgimento dell’Assemblea del CMP nella città di São Luís, stato di Maranhão in Brasile, tra il 17 e il 19 novembre di quest’anno, rappresenterà uno dei compiti fondamentali del lavoro delle organizzazioni in quello che resta dell’anno in corso, ragion per cui i partecipanti all’incontro di Toronto hanno concordato di mobilitare tutte le forze possibile allo scopo di assicurare la maggiore presenza di organizzazioni, personalità e persone amanti della pace della regione e di altre zone del mondo, con il fine di incrementare la denuncia mondiale contro l’imperialismo, la corsa agli armamenti e a favore del disarmo, come pure di pronunciarsi per un mondo di pace, cooperazione, progresso e giustizia sociale.

La riunione ha accolto con favore lo svolgimento della Terza Conferenza Trilaterale orientata al coordinamento delle azioni dei consigli della pace nordamericani: Canada, Messico e Stati Uniti, realizzata immediatamente dopo la Riunione Regionale a Toronto.

I partecipanti hanno rilevato che questo incontro della pace a Toronto si è svolto nel contesto di una complessa situazione politica mondiale e regionale, in cui si combinano la crisi generale capitalista e la scalata militare aggressiva dell’imperialismo e della NATO nel Medio Oriente, nell’Europa dell’Est e in Asia, con i loro rinnovati tentativi per il controllo politico ed economico egemonico dell’America Latina e dei Caraibi, attraverso l’impiego della strategia dei “golpe morbidi” tesa alla disarticolazione dei processi progressisti e democratico-popolari in vari paesi del continente, e alla restaurazione del neoliberismo. Il tutto accompagnato da una forte campagna mediatica finalizzata a confondere i popoli e a screditare i leaders della sinistra latinoamericana.

In tal senso, la riunione regionale ha espresso grande preoccupazione per l’accresciuta ingerenza politica e militare dell’imperialismo statunitense e dei suoi alleati della NATO in vari paesi e zone del mondo, che attenta alla stabilità e al diritto sovrano dei popoli a vivere in pace, e che spinge l’umanità sull’orlo di un’altra conflagrazione mondiale, dalle conseguenze imprevedibili.

Con il pretesto di combattere il terrorismo e le organizzazioni che lo rappresentano, come lo Stato Islamico, Al-Qaeda e altre, che a loro tempo furono create e finanziate dagli stessi Stati Uniti, dalla NATO e governi affini, come Arabia Saudita, Turchia e altri, l’imperialismo interviene in Siria, Afghanistan, Iraq, Libia, Yemen e altre nazioni del Medio Oriente con il proposito di riorganizzare geopoliticamente la regione in corrispondenza ai propri interessi egemonici. La permanente ostilità del governo sionista di Israele contro il popolo palestinese continua a rappresentare un elemento chiave di questa strategia di dominazione.

In merito a ciò, le organizzazioni presenti alla riunione hanno ribadito la loro più forte condanna dei tentativi imperialisti di creare un nuovo Medio Oriente e hanno rinnovato la loro solidarietà ai popoli della regione, che sono vittime dell’aggressione imperiale, e allo stesso tempo hanno richiesto il ritiro totale e immediato di tutte le forze di occupazione straniera da questi territori.

Il Vertice della NATO tenutosi recentemente a Varsavia, in Polonia, ha rappresentato una nuova manifestazione di questa visione guerrafondaia che pretende, tra le altre strategie militariste, di accerchiare la Russia e di estendere la propria sfera di influenza militare fino alla regione Asia-Pacifico, il tutto energicamente respinto dai popoli amanti della pace che sfidano la presunta supremazia imperialista e che dicono NO alla Nato e Si alla pace.

In questo contesto, la riunione regionale si è pronunciata per il ritiro del Canada e degli Stati Uniti da questo patto militare aggressivo e ha dato il suo più totale sostegno alla campagna sviluppata dal Congresso Canadese per la Pace e dal Consiglio della pace degli USA  indirizzata a raggiungere questo obiettivo.

In America Latina e nei Caraibi, l’assedio imperiale contro i governi del Brasile, del Venezuela, dell’Ecuador, della Bolivia, del Nicaragua e di El Salvador segna l’ordine del giorno di questa strategia che ha già ottenuto risultati concreti in Argentina e che cerca di estendersi a tutto il continente, con una nuova versione del Piano Condor di minaccia alla pace nella regione.

Di fronte a ciò, le forze amanti della pace, patriottiche e popolari, si mobilitano in difesa delle conquiste sociali realizzate e della loro indipendenza e sovranità e, in concomitanza, i partecipanti alla riunione hanno riaffermato la piena validità della Dichiarazione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace, approvata da tutti i capi di Stato e di Governo della regione, nella riunione del II Vertice della CELAC, svoltasi all’Avana, Cuba, nel gennaio del 2014.

Allo stesso modo, si riconosce che di fronte alle sfide imposte dalla nuova avanzata imperiale contro i popoli latinoamericani e caraibici, la Dichiarazione si colloca come un bastione politico fondamentale per la difesa e la conservazione della pace nel nostro continente.

La riunione regionale ha accolto con favore il ristabilimento di relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti e l’inizio del lungo e complesso processo di normalizzazione dei rapporti bilaterali tra i due paesi, mentre ha ribadito il suo rifiuto del blocco economico, commerciale e finanziario che, da più di cinque decenni, i governi degli Stati Uniti impongono al popolo cubano. Si è anche pronunciata per la chiusura della Base Navale di Guantanamo e del centro di tortura lì installato dagli Stati Uniti e ha chiesto la restituzione del territorio di questa provincia orientale cubana, illegalmente occupata da oltre 100 anni, a Cuba.

La riunione ha preso atto della prossima celebrazione, a Cuba, di eventi internazionali di significativa importanza per la pace nella regione, nell’attuale contesto politico di confronto con la nuova strategia di dominazione imperialista: il I Seminario Internazionale “Realtà e Sfide della Dichiarazione dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace”, che si svolgerà all’Avana dal 21 al 23 settembre di quest’anno, e il V Seminario Internazionale della Pace e per l’Abolizione delle Basi Militari Straniere, che avrà luogo a Guantanamo, dal 4 al 6 maggio 2017.

I partecipanti alla riunione hanno anche denunciato vigorosamente le aggressioni che stanno subendo il popolo e il governo bolivariano del Venezuela a causa della brutale guerra economica e mediatica orchestrata dall’imperialismo statunitense e dall’oligarchia fascista venezuelana, con il chiaro intento di distruggere la Rivoluzione, le sue conquiste sociali e l’eredità dell’eterno comandante Hugo Rafael Chávez Frías.

Si è deciso pure di sostenere l’appello del COSI e di altre organizzazioni venezuelane per richiedere al Consiglio Permanente dell’OSA l’immediata destituzione del suo segretario generale Luis Almagro, per il superamento delle sue funzioni nel brutale e crudele attacco contro le istituzioni dello Stato venezuelano con una posizione di aperta ingerenza negli affari interni di uno Stato membro. Egli sta operando contro uno dei principi trasversali e fondamentali dell’organismo. La riunione si è pronunciata anche a favore del trasferimento immediato della Presidenza pro-tempore di Mercosur in Venezuela, come stabilito dalla stessa normativa interna.

I popoli amanti della pace qui rappresentati hanno unito le loro voci solidali a quelle degli altri popoli della regione per chiedere la fine di queste aggressioni e l’eliminazione dell’indecente decreto presidenziale che dichiara il Venezuela una minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti, e hanno rivendicato il sovrano diritto del popolo venezuelano a decidere, libero da ogni interferenza esterna, il proprio destino e il proprio futuro in un clima di pace. Hanno anche approvato le iniziative di dialogo con l’opposizione a cui ha dato impulso il governo venezuelano, guidato dal presidente Nicolás Maduro, che ha ricevuto appoggio crescente a livello continentale e mondiale.

Con autentica gioia, la riunione ha celebrato la firma degli accordi di pace all’Avana tra il governo colombiano e la guerriglia delle FARC-EP, che rappresentano un passo deciso sulla strada della pace definitiva e sostenibile per il popolo fratello ella Colombia e l’inizio di una nuova fase per la democrazia in quella cara nazione. Allo stesso modo, è stato espresso appoggio all’inizio di un dialogo negoziale simile tra il governo e l’ELN.

Le organizzazioni della pace della regione hanno anche condannato in maniera inequivocabile l’attacco contro la democrazia, i diritti sociali e la sovranità nazionale in Brasile, attraverso un sorprendente colpo di stato che ha sospeso temporaneamente dal suo incarico la presidenta democraticamente eletta, Dilma Rousseff, per mezzo di un infame e viziato processo politico contro il capo dello Stato, il Partito dei Lavoratori del Brasile e il suo leader storico, Luiz Inácio Lula da Silva, e hanno espresso la loro solidarietà  più totale e militante a Cebrapaz, ai lavoratori e al popolo brasiliano, nella loro lotta per non permettere che siano sottratte le conquiste sociali realizzate in più di un decennio di governi del PT. La riunione ha riconosciuto, inoltre, che ciò che sta accadendo in Brasile è parte della strategia antipopolare e reazionaria degli Stati Uniti, che cercano pure di infliggere un colpo contro il processo di integrazione della regione, di cui il Brasile è uno dei leaders.

La riunione regionale ha espresso la sua solidarietà al popolo dell’Argentina nel suo diritto legittimo alla sovranità sulle isole Malvine, Georgia e Sandwich del Sud e ha rinnovato l’appello per un negoziato rispettoso ed efficace tra i governi britannico e argentino che ponga fine a questo contenzioso.

Ci si è anche pronunciati in modo solidale con le lotte sociali che si sviluppano in Messico in difesa di migliori condizioni economiche e di vita per diversi segmenti della popolazione e contro la repressione a cui sono sottoposti ed esorta all’avvio di un dialogo tra il governo e i movimenti sociali per cercare alternative di soluzione alla crisi che il paese soffre.

La persistenza di una situazione coloniale nel sub-regione dei Caraibi ha ricevuto la più forte ripulsa da parte di tutti i rappresentanti riuniti a Toronto, che si sono pronunciati, inoltre, per il diritto del popolo di Porto Rico all’indipendenza e alla propria autodeterminazione.

La riunione ha espresso preoccupazione per la permanenza di forze straniere ad Haiti, che poco hanno contribuito alla pace e alla stabilità politica della nazione caraibica, e ha chiesto il ritiro delle forze di Minustah dal territorio haitiano.

Allo stesso modo si chiede il ritiro di tutte le basi e le installazioni militari straniere dalla regione.

La riunione regionale ha riconosciuto la crescita delle forze reazionarie e di destra in USA, Canada, Messico e altri paesi, che è in parte il risultato delle politiche neoliberiste che arricchiscono sempre di più quelli che sono già ricchi e impoveriscono le grandi maggioranze. Queste politiche si aggiungono alle spese per la guerra e la violenza esistente in molti paesi. Negli USA la violenza esercitata si riflette nella creazione di uno stato di polizia e la militarizzazione della polizia si traduce negli assassinii di afroamericani, nell’islamofobia e nella retorica e le azioni anti-immigrati, il tutto con la conseguenza della comparsa di movimenti di resistenza come Le vite dei neri contano.

I partecipanti hanno condannato anche il Trattato Transpacifico, il TTIP per l’Atlantico e il TISA (Accordo per gli Scambi di Servizi), che hanno meno a che vedere con il commercio e più con la consegna della sovranità nazionale alle grandi transnazionali che poi distruggono la vita dei lavoratori e l’ambiente.

Le lotte e le rivendicazioni dei diritti dei popoli indigeni hanno ricevuto l’appoggio assoluto dei lottatori per la Pace riuniti a Toronto, che hanno espresso l’impegno a rendere più efficace e visibile la solidarietà con le nobili cause dei nostri fratelli e sorelle che resistono al genocidio e lottano per la loro sovranità.

La riunione ha dato il suo sostegno alle nuove richieste di adesione al CMP da parte della Scuola della Pace della Colombia, del Consiglio per la Pace della Giamaica e del Comitato di Difesa del Patrimonio Nazionale  della Sovranità e della Dignità (Codepanal) della Bolivia, che saranno analizzate per l’approvazione nell’ambito della riunione del Comitato Esecutivo del CMP in Brasile, nel mese di novembre.

I partecipanti a questo incontro continentale per la pace hanno concordato di organizzare la prossima riunione regionale del CMP per le Americhe nella Repubblica Dominicana, nel 2018. Si sono anche espressi per la realizzazione di riunioni sub-regionali del CMP nel 2017.

Al termine della riunione, i rappresentanti delle organizzazione per la pace del continente hanno espresso apprezzamento e gratitudine al Congresso Canadese per la Pace per il ruolo efficace in qualità di ospite della riunione e per l’attenzione scrupolosa rivolta ai partecipanti.