di Jim Lobe, IPS | Traduzione a cura di http://www.marx21.it
Mentre la Somalia sta patendo la peggiore carestia degli ultimi sessant’anni e lo Yemen sta precipitando nella guerra civile, il governo degli Stati Uniti espande la sua rete di basi per compiere attacchi con aerei senza pilota contro i sospettati di terrorismo nei due paesi.
Basandosi in parte sui nuovi cablogrammi diplomatici statunitensi pubblicati dal gruppo WikiLeaks, il quotidiano “The Washington Post” ha riferito il 23 settembre che le forze statunitensi hanno lanciato attacchi con aerei senza pilota sui due paesi, partendo da un’installazione militare a Gibuti, e che hanno in programma di costruirne un’altra in Etiopia.
“The Washington Post” e “The Wall Street Journal” hanno anche scritto che la base nelle Seychelles, che le forze statunitensi avevano utilizzato per inviare aerei di ricognizione, ora ospiterebbe navi da guerra capaci di trasportare il loro carico mortale, nei 1.500 chilometri che separano questa isola dell’Oceano Indiano dal Corno d’Africa, per poi ritornare.
La nuova “costellazione” di basi di aerei senza pilota ne comprenderà anche una dell’Agenzia Centrale di Intelligence (CIA). L’amministrazione ha comunicato all’inizio di quest’anno che sarà collocata nella Penisola Arabica.
Questa installazione sarà costruita in Arabia Saudita, secondo “l’alto funzionario statunitense” citato in una nota della catena “Fox News”, il 23 settembre.
“Le operazioni in Arabia Saudita rappresentano l’unico allargamento di questo piano”, ha dichiarato la fonte. “Il resto è in funzione da oltre un anno, quando ci siamo resi conto del pericolo che rappresentava Al Qaeda nella Penisola Arabica (AQPA)”, ha aggiunto.
AQPA è una cellula terrorista yemenita che avrebbe consolidato i suoi legami con il gruppo radicale islamico somalo Al Shabaab.
L’agenzia IPS ha chiamato il Dipartimento della Difesa statunitense per avere una conferma dell’installazione della nuova base in Arabia Saudita, ma non ha ricevuto una risposta.
Tuttavia, Chas Freeman, ex ambasciatore statunitense a Ryadh e che conserva buoni rapporti con il governo saudita, ha dichiarato che la versione era “altamente plausibile” data la “stretta e robusta” cooperazione antiterrorista tra i due paesi e la prossimità geografica dell’Arabia Saudita allo Yemen.
Secondo uno degli autori della nota del “The Washington Post”, l’estensione della rete di basi aeree avrebbe lo scopo di “evitare gli errori del passato”.
Quando Al Qaeda fuggì dall’Afghanistan al Pakistan nel 2001 e 2002, passarono anni prima che la CIA potesse avviare un programma di aerei senza pilota capace di mettere sotto pressione la “rete terrorista”, ha scritto Greg Miller nel sito web del giornale. “Ciò, insieme a costosi accordi per accedere a basi aeree in paesi vicini, permise la fioritura di Al Qaeda”.
Queste rivelazioni sono arrivate nel mezzo di una grossa polemica sul crescente uso da parte dell’amministrazione di Barack Obama di aerei senza pilota che a seconda delle loro caratteristiche possono portare il nome sinistro di “Predator” o di “Reaper” (“Mietitore”, come la morte).
In Pakistan, dove la CIA ha incrementato drasticamente gli attacchi con aerei senza pilota (a quasi 200) contro obiettivi di “alto valore” di Al Qaeda e del movimento islamista Taleban nei primi due anni del governo di Obama, la strategia ha contribuito a un aumento dei sentimenti antistatunitensi tra la popolazione locale.
La stragrande maggioranza (97%) degli intervistati in un sondaggio del Centro Pew di Ricerca, realizzato recentemente in Pakistan, ha espresso un’opinione negativa sugli attacchi degli aerei senza pilota.
E niente meno che l’ex capo supremo dell’intelligence del governo Dennis Blair ha affermato in una riunione con esperti di politica internazionale che è stato un errore lasciare che la campagna militare dominasse le relazioni con Pakistan, Yemen e Somalia.
“Ci stiamo alienando i paesi coinvolti perché li trattiamo solo come luoghi dove andiamo ad attaccare i gruppi che ci minacciano, perché stiamo rischiando di pregiudicare le prospettive di riforme di lungo respiro”, ha dichiarato.
Inoltre, ha sostenuto che queste operazioni belliche dovrebbero poter contare sul consenso delle autorità dei paesi in cui si svolgono.
Ma il nuovo capo del Pentagono ed ex direttore della CIA, Leon Panetta, ha respinto queste critiche, insistendo sul fatto che la strategia è stata e continuerà ad essere “efficace per indebolire Al Qaeda e la sua capacità di pianificare…attacchi” contro gli Stati Uniti.
Panetta e il Pentagono starebbero anche facendo pressione a Washington per ampliare l’attuale lista degli obiettivi, fino ad ora costituita dai leader più importanti delle reti terroriste, allo scopo di attaccare i comuni combattenti.
Gli aerei senza pilota si sono trasformati nella principale arma degli Stati Uniti nei loro sforzi per sconfiggere Al Qaeda e i suoi alleati, sebbene siano stati usati con minor frequenza contro obiettivi in Yemen e Somalia che in Afghanistan, Pakistan e Iraq.
Almeno sei attacchi sono stati sferrati con aerei senza pilota contro presunti combattenti islamici nello Yemen nel 2010 e nel 2011, ma il loro numero potrebbe essere cresciuto negli ultimi mesi a causa della paralisi dell’autorità di governo in varie parti di questo paese.
Combattenti islamici che Washington crede essere in relazione con AQPA hanno assunto il controllo di città nei pressi del Golfo di Aden.