C’ è il casus belli, ma è presto per una missione dell’ Alleanza atlantica

di Fabio Mini | da la Repubblica del 25 giugno 2012

abbattimento siria aereoLA RICHIESTA di convocazione del Consiglio Atlantico da parte della Turchia per “discutere” la questione del jet militare turco abbattuto dalla contraerea siriana è un evento grave ma non drammatico. Non ancora, almeno. Che prima o poi ci dovesse scappare il morto stava nello stato dei fatti: la Siria è al collasso nervoso e la Turchia si è assunta l’ onere e la responsabilità di appoggiare direttamente una parte dei ribelli siriani sia nelle sedi diplomatiche sia in campo militare. E le ragioni umanitarie non c’ entrano nulla. L’ abbattimento dell’ aereo turco può essere visto come un casus belli (qualcuno lo ha già definito così) facendo passare l’ idea che la Siria si voglia suicidare attentando alla sicurezza nazionale turca e a quella internazionale senza giustificato motivo, oppure può essere visto come un pretesto per l’ internazionalizzazione del conflitto siriano (come illustri precedenti insegnano).

La Turchia presenterà al Consiglio Atlantico le sue ragioni. La Siria non sarà presente e anche se lo fosse sarebbe ininfluente: ormai nessuno ha più voglia di credere alle ragioni siriane. La difesa di Damasco sarà affidata alle stesse dichiarazioni turche come: «Forse l’ aereo era nello spazio siriano», «non ha ricevuto avvertimenti», «era un aereo da combattimento ma disarmato», «era in missione di addestramento a 13 miglia dalla costa siriana», «succede quasi sempre che gli aerei da combattimento sconfinino» e così via. In condizioni normali basterebbero queste mezze ammissioni per indurre a calmare i bollori, ma la situazione non è normale. Perciò nessuno degli alleati chiederà alla Turchia di dare ulteriori spiegazioni e nessuno spiegherà ai turchi che non possono aspettarsi reazioni normali da un regime che loro stessi tentano di rovesciare con le armi. In ogni caso gli sviluppi Nato non dipendono dal torto o dalla ragione dell’ abbattimento e neppure dalle decisioni dell’ Onu, ma da ciò che intendono fare del regime di Damasco i turchi e i loro alleati militari. Altre guerre sono iniziate senza il consenso dell’ Onu e in barba a tutti i trattati. Ma le condizioni per applicare alla Siria il teorema balcanico-libico non sono ancora mature. Il regime siriano e i ribelli hanno fatto (con l’ aiuto esterno) il primo passo: hanno militarizzato la rivolta e la repressione innescando la bomba umanitaria che però non è sufficiente. Per intervenire militarmente contro il regime siriano c’ è bisogno dell’ isolamento del paese e una no-fly zone sulla Siria sarebbe un primo passo. La Turchia e altri paesi la chiederanno. Ma Russiae Cina non saranno d’ accordo. C’ è bisogno della internazionalizzazione del conflitto che Russia e Cina non permetteranno, almeno non ancora, anche se la Nato è pronta a farlo almeno a giudicare dalle dichiarazioni bellicose di Gran Bretagna, Turchia e, guarda caso, Italia, che pure continua a dire che il caso libico è irripetibile, come lo era quello kosovaro e come lo sono tutti i casi di guerra per “ingerenza umanitaria”. Non si ripetono. Fino alla volta successiva.