di Michel Chossudovsky | Global Research, 14 gennaio 2012
Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova
[Nota dell’autore: Dire “No Alla Guerra Contro l’Iran”, Spargere la voce, Diffondere il presente articolo, Pubblicarlo su Facebook. Il nostro obiettivo di Global Research è quello di frenare il flusso di disinformazioni nei media, invertire la direzione verso la guerra e riportare la pace mondiale.]
Introduzione
Mentre la possibilità di una guerra con l’Iran è riconosciuta nei servizi giornalistici degli Stati Uniti, le sue implicazioni regionali e globali sono solo superficialmente analizzate.
Pochissime persone in America sono consapevoli od informate su quanto concerne la devastazione e la perdita di vite umane che si potrebbero verificare nel caso di un attacco contro l’Iran promosso dagli Stati Uniti e da Israele. I media sono coinvolti in un processo intenzionale di mimetizzazione e di distorsione.
I preparativi di guerra secondo il paradigma “Global Strike”, tutto accentrato e coordinato dal Comando Strategico degli Stati Uniti (STRATCOM), non sono presenti sulle prime pagine dei giornali, dove possiamo leggere invece notizie su questioni di interesse pubblico decisamente insignificanti, come quelle su scenari criminali a livello locale o le relazioni gossip dei tabloid sulle celebrità di Hollywood .
La “Globalizzazione della Guerra”, che prevede il dispiegamento egemonico di una formidabile forza militare USA-NATO in tutte le principali regioni del mondo, è irrilevante agli occhi dei media occidentali.
In un più ampio panorama, le implicazioni di questa guerra sono banalizzate o sottaciute. Le persone sono portate a credere che la guerra faccia parte di un “mandato umanitario”, e che l’Iran, così come gli alleati dell’Iran, in particolare Cina e Russia, costituiscano una implacabile minaccia per la sicurezza globale e per la “democrazia dell’Occidente”.
Mentre vengono usati i sistemi d’arma più tecnologicamente avanzati, le guerre degli Stati Uniti non sono mai presentate come “operazioni di killeraggio”, che determinano pesanti perdite civili. Mentre l’incidenza dei “danni collaterali” viene riconosciuta, le guerre condotte dagli Stati Uniti sono annunciate come uno strumento indiscutibile di “consolidamento della pace” e di “democratizzazione”.
Questa idea contorta che fare la guerra è per “una giusta causa”, si va radicando nell’intima coscienza di milioni di persone. Un quadro del “bene contro il male” mette in ombra la comprensione delle cause e delle conseguenze devastanti della guerra.
All’interno di questa mentalità, la realtà e i principi sono capovolti. La guerra diventa pace. La bugia diventa verità. Il mandato umanitario del Pentagono e della NATO non può essere contestato.
Nelle parole del presidente Obama, “nessuna opzione può essere presa in considerazione che sia esterna alla nostra agenda, che prevede solo il perseguimento dei cattivi soggetti.” Predomina una dottrina inquisitoria simile a quella dell’Inquisizione spagnola. Alle persone non viene più concesso di pensare.
L’Iran è un paese di quasi 80 milioni di persone. Esso costituisce un importante e significativo potere militare ed economico regionale. Possiede il dieci per cento delle riserve mondiali di petrolio e di gas, oltre cinque volte quelle degli Stati Uniti d’America.
La conquista delle ricche risorse petrolifere iraniane è la forza trainante che investe l’agenda militare usamericana. Il petrolio e il gas dell’Iran sono il trofeo non dichiarato di una guerra a guida usamericana, che negli ultimi nove anni si trova sul tavolo di progettazione operativa del Pentagono.
Mentre gli Stati Uniti sono sul piede di guerra, l’Iran è stato – per più di dieci anni – attivo nello sviluppare le sue capacità militari, nell’eventualità di un’aggressione promossa dagli Stati Uniti.
Se dovessero scoppiare le ostilità tra l’Iran e l’Alleanza militare occidentale, questo potrebbe innescare una guerra regionale, che andrebbe ad estendersi dal Mediterraneo ai confini con la Cina, che potenzialmente potrebbe condurre l’umanità nel dominio di uno scenario da Terza Guerra Mondiale.
Il governo russo, in una recente dichiarazione, ha avvertito gli Stati Uniti e la NATO che “se l’Iran dovesse essere trascinato in qualsiasi situazione avversa dal punto di vista politico o militare, questo costituirà una diretta minaccia alla nostra sicurezza nazionale.” In buona sostanza, questo significa che la Russia si considera un alleato militare dell’Iran, e che la Russia agirà militarmente se l’Iran venisse attaccato.