di Fabio Scolari | da frontepopolare.net
A pochi mesi dalla storica decisione del governo americano di riallacciare le relazioni diplomatiche con l’eterno avversario, la Cuba socialista dei fratelli Castro, negli ultimi giorni è andato anche delineandosi l’accordo sul programma nucleare iraniano. Bisogna però ricordare che, a discapito delle isteriche accuse di una volontà segreta da parte della repubblica islamica di voler arrivare alla costruzione della bomba atomica – la quale, assicurava poco dopo la sua elezione il presidente Rohani, sarebbe contraria alla morale religiosa del paese -, i primi progetti in questo campo furono avviati già negli anni ’50 per volontà dello Scià (re) Reza Pahlavi, con l’appoggio delle principali nazioni europee e degli Stati Uniti. Come ci si poteva aspettare, le volontà occidentali cambiarono radicalmente una volta abbattuta dalla rivoluzione islamica del ’79 la screditata monarchia persiana, la quale in quegli anni aveva cercato di portare a termine una politica di modernizzazione accelerata, che mirava a trasformare lo stato in una grande potenza militare, ma scaricandone i costi economici e sociali sulle classi popolari. A seguito di quel sommovimento popolare, la collocazione internazionale del paese mutò radicalmente assumendo, sotto la guida dell’ayatollah Khomeini, posizioni apertamente anti-occidentali e anti-americane.