Orban ha ottenuto ciò che voleva dalla NATO e ha garantito gli interessi nazionali dell’Ungheria

di Andrew Korybko

da https://korybko.substack.com

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

È sempre stato irrealistico immaginare che Orban potesse fermare i piani della NATO in Ucraina

L’incontro di mercoledì tra il primo ministro ungherese Viktor Orban e il capo della NATO Jens Stoltenberg ha visto i due leader raggiungere un accordo sugli aiuti militari dell’alleanza all’Ucraina. L’Ungheria non si opporrà alle decisioni della NATO in questo senso, come ha fatto per breve tempo con l’UE, in cambio la NATO non obbligherà l’Ungheria a partecipare a un intervento convenzionale, non permetterà che il suo territorio venga usato per facilitare tale intervento e non finanzierà le Forze armate ucraine. In parole povere, hanno accettato di non essere d’accordo e di non interferire negli affari dell’altro.

Sebbene alcuni osservatori favorevoli a Orban possano essere delusi, farebbero bene a riflettere su quanto fosse irrealistico immaginare che da solo potesse fermare i piani della NATO. Il leader ungherese è diventato un eroe tra i dissidenti occidentali che si oppongono alla guerra per procura del blocco alla Russia attraverso l’Ucraina, dopo aver coraggiosamente messo in guardia negli ultimi due anni su quanto questa politica sia irresponsabile e pericolosa. Le sue dichiarazioni, molto incisive, hanno incanalato il loro punto di vista sulla questione.

Tuttavia, egli è in definitiva solo un uomo al comando di un Paese relativamente piccolo, il cui ruolo in questa guerra per procura è oscurato da quello della vicina Polonia e della vicina Romania. Era quindi impossibile per lui mettere i bastoni tra le ruote ai piani della NATO e tutto ciò che poteva sperare, nella migliore delle ipotesi, era di ottenere garanzie pubbliche che l’Ungheria non sarebbe stata coinvolta in questo imbroglio. Ed è proprio quello che ha ottenuto mercoledì, che Stoltenberg gli ha dato nel tentativo di migliorare la reputazione dell’alleanza.

Dal punto di vista della NATO e tenendo conto dell’incapacità dell’Ungheria di fermare un intervento convenzionale in Ucraina e di impedire ad altri di finanziare le forze armate ucraine, era più sensato lasciare in pace questo membro ribelle per evitare le accuse di bullismo. Fare pubblicamente pressione sull’Ungheria affinché invii le sue truppe in Ucraina e ne lasci transitare altre sul suo territorio, nonostante l’impopolarità di queste politiche in patria, potrebbe attirare paragoni negativi tra la NATO e il Patto di Varsavia.

In quel caso gli ungheresi potrebbero ribellarsi agli occupanti della NATO e potrebbero anche ostacolare le rotte logistiche da cui dipenderebbe questo intervento convenzionale, creando così molti più problemi di sicurezza, logistici e di immagine rispetto ai benefici. Per questo motivo si è scelto di rispettare la decisione dell’Ungheria di rimanere fuori dall’ambito di queste attività, il che è pragmatico e dà anche falso credito alle affermazioni secondo cui la NATO è un insieme di democrazie e non di dittature liberali.

Orban sapeva che non sarebbe mai stato in grado di fermare la Nato ed è per questo che voleva solo ottenere garanzie pubbliche che gli interessi nazionali del suo Paese sarebbero stati garantiti in questo scenario. Il suo precedente litigio con l’UE sull’Ucraina riguardava principalmente la garanzia pubblica che i fondi bloccati dall’Ungheria non sarebbero stati reindirizzati verso quel Paese, mentre l’ultimo con la NATO riguardava principalmente la garanzia pubblica che le sue truppe e il suo territorio non sarebbero stati utilizzati per intervenire in quel Paese.

Non solo ha ottenuto ciò che voleva da entrambi, ma ha anche ottenuto che l’UE accettasse un meccanismo di verifica per gli aiuti non letali all’Ucraina e che la NATO accettasse che l’Ungheria non finanziasse le Forze Armate ucraine. Entrambe le concessioni, tuttavia, sono state superficiali, poiché il meccanismo dell’UE non prevede alcun diritto di veto per interrompere la distribuzione continua di questi aiuti se la corruzione dovesse andare ulteriormente fuori controllo, mentre la NATO non ha meccanismi per costringere l’Ungheria a finanziare comunque le Forze Armate ucraine.

Questi due aspetti sono stati aggiunti ai rispettivi accordi, al fine di far apparire questi blocchi interconnessi più democratici di quanto non siano in realtà. L’UE dispone di strumenti legali per annichilire l’Ungheria, così come la NATO dispone di strumenti di forza, ma nessuno dei due ha voluto ricorrervi perché è stato più facile dare all’Ungheria ciò che voleva. Allo stesso modo, per l’Ungheria è stato più facile accettare questi accordi piuttosto che opporsi in modo donchisciottesco, cosa che potrebbe finire in un disastro.

A differenza di quanto ipotizzato da alcuni sostenitori di Orban all’estero, secondo i quali l’Ungheria sarebbe stata spaventata dal tentativo di assassinio del vicino Primo Ministro Robert Fico per raggiungere quest’ultimo accordo, il leader ungherese non ha rinunciato a nulla, se non alle sue proteste simboliche e ha ottenuto tutto ciò che voleva. La NATO distruggerebbe la propria credibilità rimangiandosi le garanzie pubbliche fornite all’Ungheria, cosa che non ha motivo di fare dal momento che l’Ungheria non è comunque parte integrante dei suoi piani per l’Ucraina, quindi si prevede che questo accordo durerà.

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