di Gianpasquale Santomassimo
da https://www.lantidiplomatico.it
Non si sarebbe mai dovuti arrivare a questo punto.
Sarebbe stata (e sarebbe tuttora) necessaria un’azione diplomatica di mediazione capace di farsi carico delle ragioni e delle esigenze degli attori in campo. Ma l’Occidente, uscita di scena la Merkel, non sembra avere personalità in grado di agire con autorevolezza e credibilità.
Gli obiettivi della smilitarizzazione e della denazificazione dell’Ucraina sono quelli dichiarati da Putin e sono abbastanza credibili (o almeno non c’è ragione di sospettare che nascondano altri scopi).
Di fatto la ‘storia’ ricomincia dove si era ritenuto che finisse nel 1989. Finisce la pretesa di poter allargare a dismisura lo schieramento militare della NATO, si deve prender atto che questo non potrà avvenire senza reazioni energiche della Russia. FInisce il carnevale delle ‘rivoluzioni arancione’, veri e propri colpi di stato fascisti sostenuti dall’Occidente.
Come la guerra del Kippur aveva posto fine all’espansione illimitata dell’Occidente, così questa guerra provocherà probabilmente un contraccolpo devastante sul versante europeo di entrambi i contendenti. E sullo sfondo la CIna che senza muovere un dito si avvia a esercitare una egemonia mondiale che gli Usa avrebbero voluto avversare ma che contribuiscono a rafforzare con la loro drammatica insipienza.
Abbaiare in maniera sterile, minacciare terribili sanzioni – per lo più autolesionistiche – dopo aver premesso che non vi sarà un intervento militare significa di fatto invitare a gesti estremi una Russia che si sente con ragione accerchiata da uno spiegamento militare ostile.