di Giulio Chinappi
da https://giuliochinappi.wordpress.com
La Russia ha reso note nuove rivelazioni sul funzionamento dei laboratori biologici statunitensi in Ucraina ed ha affermato che i nazionalisti ucraini potrebbero utilizzare armi chimiche contro l’esercito russo.
L’avanzata dell’esercito russo in Ucraina ha portato alla luce nuovi documenti riguardanti il funzionamento dei laboratori biologici statunitensi nell’ex repubblica sovietica, dei quali abbiamo già avuto modo di parlare in due precedenti articoli (qui e qui), e su altri studi che sono stati portati avanti dagli scienziati nordamericani.
Giovedì scorso, il portavoce del Ministero della Difesa russo, il maggiore generale Igor Konašenkov, ha reso pubblica l’esistenza di un progetto statunitense presso un istituto di medicina veterinaria a Charkiv volto a valutare le condizioni in cui la trasmissione dell’influenza aviaria altamente patogena potrebbe diventare ingestibile e creare rischi per la sicurezza alimentare.
“Il progetto statunitense ha studiato gli uccelli selvatici come vettori per la trasmissione dell’influenza aviaria altamente patogena”, ha spiegato il rappresentante del governo moscovita. “Allo stesso tempo, sono state valutate le condizioni in base alle quali i processi di trasmissione potrebbero sfuggire al controllo, causare danni economici e creare rischi per la sicurezza alimentare”. Uno studio che dal punto di vista scientifico sarebbe del tutto legittimo, ma che sarebbe potuto essere condotto benissimo negli Stati Uniti, senza il bisogno di coinvolgere Paesi terzi, salvo avere altri fini.
Konašenkov ha aggiunto che gli esperti russi stanno ancora studiando una grande mole di documenti che al momento non sono stati resi accessibili al pubblico, riguardanti i programmi biologici militari che gli Stati Uniti ei loro alleati della NATO hanno implementato in Ucraina: “Gli esperti delle truppe russe di protezione nucleare, biologica e chimica hanno esaminato i documenti originali che rivelano i dettagli di un progetto segreto condotto dagli Stati Uniti in un laboratorio a Charkiv, in Ucraina, che ha studiato i modi per trasmettere malattie agli esseri umani attraverso i pipistrelli. Vorrei sottolineare che, secondo i documenti, questa ricerca sistematica è andata avanti per anni a Charkiv sotto il diretto controllo di esperti statunitensi”, ha sottolineato il generale.
A tal proposito, il portavoce della Difesa russa ha aggiunto che il ministero rilascerà “nuovi documenti su una grande quantità di materiale biologico umano portato dall’Ucraina al Regno Unito e in altri Paesi europei”. “Presto rilasceremo un altro pacchetto di documenti ricevuti dai dipendenti dei laboratori biologici ucraini”, ha concluso.
Il comandante delle truppe di protezione nucleare, chimica e biologica, Igor Kirillov, ha invece rivelato che i principali laboratori situati nelle città ucraine di Kiev, Odessa, L’viv e Charkiv hanno ricevuto finanziamenti per 32 milioni di dollari dagli Stati Uniti: “Richiamo la vostra attenzione sul fatto che l’accordo sull’attività biologica congiunta è stato firmato tra il ministero militare statunitense e il Ministero della Sanità dell’Ucraina. Tuttavia, i veri destinatari dei fondi sono stati i laboratori del Ministero della Difesa ucraino con sede a Kiev, Odessa, L’viv e Charkiv. L’importo totale del finanziamento è stato di 32 milioni di dollari”, ha affermato. Questi quattro laboratori sarebbero inoltre quelli coinvolti nel famoso studio UP-8, di cui abbiamo parlato in precedenza, volto allo studio della febbre emorragica della Crimea-Congo, della leptospirosi e degli hantavirus.
Kirillov ha ricordato che anche altri Paesi dell’ex Unione Sovietica, in particolare la Georgia, sono coinvolti in studi di questo tipo ed hanno sul proprio territorio laboratori biologici statunitensi. “L’esame dei documenti sul progetto P-781 sulla trasmissione di malattie all’uomo tramite i pipistrelli ha rivelato che questa ricerca è stata condotta nel laboratorio di Charkiv, in collaborazione con il famigerato Centro di ricerca Lugar di Tbilisi. La spesa totale del Pentagono per la sua attuazione in Ucraina e Georgia ammontava a 1,6 milioni di dollari, con l’Ucraina che ne riceveva la maggior parte come appaltatore principale”, ha spiegato il comandante Kirillov.
“Secondo noi, l’interesse dei biologi militari statunitensi è connesso al fatto che questi agenti patogeni hanno focolai naturali sia in Ucraina che in Russia e il loro uso potrebbe essere mascherato da focolai di malattie naturali“, ha aggiunto, esprimendo in maniera esplicita la possibilità che gli Stati Uniti stessero studiando delle armi biologiche da utilizzare contro la Russia.
Kirillov ha inoltre detto che in tutto il territorio ucraino continuano ad essere distrutti documenti, campioni e altri materiali di grande valore scientifico, come nel caso del laboratorio di medicina veterinaria di Chlebodarskoe, nei pressi di Odessa.
Infine, le autorità russe hanno espresso la propria preoccupazione circa il possibile uso di armi chimiche da parte delle milizie nazionaliste ucraine per fronteggiare l’avanzata dell’esercito russo. A dirlo è stato Michail Mizincev, capo del Centro di gestione della difesa nazionale. “I nazionalisti hanno piazzato mine negli impianti di stoccaggio di ammoniaca e cloro presso l’impianto chimico di Sumychimprom a Sumy per avvelenare i residenti della regione di Sumy nel caso in cui le truppe russe entrino in città“, ha affermato. “Nell’insediamento di Kotlyarovo, nella regione di Nikolaev, militanti delle unità nazionaliste stanno tramando una provocazione con l’uso di sostanze chimiche tossiche. A tal fine, hanno collocato contenitori con sostanze chimiche tossiche nell’edificio di una scuola secondaria, che esploderà quando le forze armate russe si avvicineranno all’insediamento“.
“Avvertiamo l’intero mondo civile e le organizzazioni internazionali sulle ciniche provocazioni delle autorità ucraine, che, se realizzate, saranno attribuite alle truppe russe come è stato fatto più di una volta“, ha sottolineato, aggiungendo che è stato fatto con il sostegno degli Stati Uniti e di alcuni paesi dell’Unione Europea, che considerano l’Ucraina uno strumento di politiche anti-russe.