di Alessandro Di Battista
da https://www.lantidiplomatico.it/
Da quando gli americani hanno deciso di invadere l’Afghanistan per scovare Bin Laden (trovato poi in Pakistan), per distruggere il terrorismo (ieri non sono stati in grado di evitare un attentato pre-annunciato), per cancellare il regime dei talebani (con i quali hanno concluso gli accordi di pace e con i quali tratta anche il numero 1 della CIA), per proibire il burqa (che oggi ancora viene ampiamente indossato), per colpire la produzione di oppio (che si è moltiplicata durante la loro occupazione) e per migliorare le condizioni di vita degli afghani (oggi la maggior parte di loro vive con meno di 2 dollari al giorno), ecco, da quando è iniziata questa ignobile, immorale ed inutile guerra, l’Iran ha accolto oltre 3 milioni di profughi dall’Afghanistan.
Tra questi vi sono senz’altro afghani sciiti terrorizzati dai talebani ma la maggior parte sono uomini, donne, anziani e bambini scappati dalla guerra, dalla fame e dalle bombe intelligenti della Nato, così intelligenti da aver provocato decine di migliaia di vittime civili. Morti dimenticati, ma non per questo meno morti degli altri.
Negli ultimi 20 anni quante immagini di corpi dilaniati in Afghanistan ci hanno fatto vedere?
Quanti articoli sono stati scritti sui villaggi rasi al suolo? Quanti inviati sono stati mandati al confine Iran-Afghanistan per documentare l’esodo di oltre 3 milioni di persone. Provo una profonda compassione per chi cerca di fuggire dall’Afghanistan oggi. Allo stesso tempo – quasi in solitudine – ho provato compassione per chi è stato costretto dalla guerra a lasciare l’Afghanistan negli ultimi 20 anni, per chi ha perso la vita nel silenzio dell’occidente, per chi ha sotterrato i resti del proprio neonato ucciso da un drone telecomandato da chi diceva di amare il popolo afghano. Non provo più alcuna compassione per chi non si informa, per chi preferisce comode menzogne alle verità scomode, per chi sceglie il divano, le rassegne stampa televisive, la rassicurante ignoranza.
E provo profondo disprezzo per chi in questi ultimi 20 anni ha fatto credere che non fossimo in guerra in Afghanistan, che non vi fossero morti, feriti, profughi, bombe. Disprezzo chi ha mentito, chi ha taciuto, chi ha avallato, chi ha scelto la carriera politica o giornalistica ai propri convincimenti ideali, all’ormai estinta onestà intellettuale, alla verità.
La guerra è merda ma negli ultimi anni c’è chi ha lavorato per farci credere fosse cioccolata. Oggi i carnefici si travestono da benefattori ed i bugiardi seriali da opinionisti televisivi. Dopo 20 anni di manipolazione in cui hanno deciso cosa farci sapere e cosa no, quel che andava mostrato e ciò che era meglio (per loro) nascondere, dovrebbero almeno tacere. Ma non lo faranno mai, per lo meno fino a quando vi sarà gente così colpevole e masochista da dargli ancora credito. La guerra in Afghanistan è stata indecente così come l’informazione che l’ha raccontata o ha ricevuto l’ordine di non farlo.