Via della seta e collaborazione russo-cinese

chinarussiaflagsnota e traduzione a cura di Diego Angelo Bertozzi per Marx21.it

Un accordo momentaneo che presto lascerà spazio ad una insopprimibile e quasi naturale rivalità: sono molti gli studiosi che ritraggono in questo modo la crescente intesa tra Mosca e Pechino. La volontà politica sottostante è chiara: da un lato ridurre la portata delle conseguenza della politica estera dell’amministrazione Obama, tra le quali, appunto, la convergenza politica di due potenze mondiali ritenute proprie rivali, dall’altro impedire che proprio tale convergenza si trasformi in una alleanza di fatto, in una collaborazione strategica in grado di fungere da nucleo centrale (si pensi alla Shanghai Cooperation Organisation o al forum Brics) di collaborazioni internazionali sempre più ampie e alternative a quelle forgiate dal cosiddetto Washington Consensus. Il timore coltivato sulle rive del Potomac è comprensibile: sarebbe l’avverarsi dell’incubo “Vestfaliano”, cioè di un ordine internazionale libero dall’ipoteca dell’unilateralismo (politico e bellico) statunitense e imperniato sul rispetto della sovranità e integrità nazionale nonché sulla libera scelta della via di sviluppo economico e sociale da intraprendere. Una prossima “Vestfalia con caratteristiche cinesi”, annunciava nell’estate 2014 un preoccupato National Interest, porrebbe fine ai sogni interventisti delle potenze occidentali!

In questo quadro vanno lette le tante prese di posizione e gli studi sulle rivalità tra Mosca e Pechino tanto in Asia orientale, quanto, soprattutto, nell’Asia centrale ex-sovietica ritenuta il “cortile di casa” russo, oggetto di una indebita e pericolosa ingerenza politica ed economica cinese. 

L’articolo che qui riportiamo[1], che riassume le posizioni di noti studiosi russi, va, invece nell’altro senso: quello di una sempre più approfondita collaborazione anche in aree geografiche assai “sensibili”. Una prospettiva In linea con quanto già prefigurato da Dimitry Mezentsev, segretario generale della Shanghai Cooperation Organisation: le strategie economiche nazionali dei Paesi membri dovranno essere coordinate, nell’ambito di un piano di sviluppo decennale, con il progetto cinese di Nuova Via della Seta.

Diego Angelo Bertozzi

La via della Seta terreste e marittima cinese porterà benefici alla Russia

La Russia dà il benvenuto alle iniziative cinesi relative alla costruzione della Nuova Via della seta e della Via della Seta marittima del 21° secolo (note anche come “One Belt, one Road), che come sostengono diversi esperti, potrebbero portare più vantaggi che danni allo sviluppo generale della Russia.

Le sessioni annuali degli organi consultivi legislativi e politici della Cina popolare hanno recentemente adottato piani di sviluppo sociale economico, che indicano nello sviluppo delle iniziative collegate nel progetto “One Belt” e “One Road” come una delle “tre strategie chiave” del Paese e hanno espresso la volontà di una loro efficace messa in opera.

Tese a intensificare la connettività regionale attraverso il rafforzamento delle infrastrutture di trasporto, gli investimenti e il commercio, la cooperazione finanziaria e gli scambi culturali, le due iniziative richiedono uno sforzo di tutti i Paesi che si trovano lungo le rotte.

Secondo Vasiliy Kashin, un esperto ricercatore del Centro per l’analisi di strategie e tecnologie, il progetto cinese di Nuova Via della Seta può aiutare la Russia a ridurre la sua dipendenza dai mercati europei e affrontare la difficile congiuntura legata all’imposizione di sanzioni da parte dell’Occidente.

“Entrambe (“One Belt e One Road”) possono dirigere gli investimenti nelle infrastrutture che collegano la Russia con l’Asia e permettere alla Russia l’ampliamento di esportazioni di prodotti non energetici come  grano, metalli, prodotti chimici e altro”, ha dichiarato Kashin in una recente intervista concessa a Xinhua.

Pur ammettendo la presenza di preoccupazioni su una inutile e perniciosa concorrenza in Asia centrale e sui possibili impatti del progetto “One Belt-One Road” sull’Unione eurasiatica guidata dalla Russia, Kashin ritiene che ulteriori negoziati e consultazioni dovrebbero puntare alla creazione di meccanismi di coordinamento tra i progetti di integrazione regionale condotti dai due Paesi.

Un parere simile è stato espresso anche da Petr Mozias, della Università Nazionale di Ricerca di Economia, che ha sottolineato come gli interessi della Russia potrebbero essere raggiunti e non danneggiati se il governo russo mostra atteggiamento attivo sia in termini economici che geopolitici.

“Le iniziative cinesi offrono opportunità alla Russia a condizione che essa partecipi alla realizzazione concreta delle strategie”, ha detto Mozias a Xinhua, aggiungendo che la partecipazione della Russia ad entrambe si potrebbe configurare come uno degli strumenti per diversificare la sua economia.

Dal momento che oggi la Russia è sottoposta alle sanzioni occidentali “che non saranno revocate o significativamente ridotte per molti anni a venire”, Kashin ha suggerito che la Russia dovrebbe cogliere l’opportunità e attrarre investimenti cinesi in infrastrutture, energia e produzione, nonché coordinare progetti economici nel Asia centrale.

Mozias ha anche detto che il settore navale della Russia e lo sviluppo delle vie di trasporto marittimo potrebbero beneficiare proprio delle iniziative della Cina, tanto che potrebbe essere ampliato l’accesso russo ai mercati esteri.

In una situazione che vede il  rapporto Russia-Cina raggiungere “il periodo migliore nella storia”, entrambi gli esperti ritengono che le iniziative “One Belt-One Road” potrebbero condurre  i due Paesi ad una interdipendenza sempre più stretta.

Secondo Kasin, i due Paesi che  hanno ora bisogno di discutere e creare una infrastruttura finanziaria che consenta di proteggere il commercio bilaterale da pressioni esterne e interferenze:  “La Russia è particolarmente interessata alla cooperazione con la Cina in materia di finanza, tra cui l’aumento degli scambi commerciali in entrambe le valute nazionali e l’accesso ai finanziamenti da parte delle banche cinesi”.


[1]    China’s land-sea silk road initiatives to benefit Russia, Xinhua 23 marzo 2015