Editoriale di “Vermelho”, portale web del Partito Comunista del Brasile
Traduzione di Marx21.it
La visita del presidente venezuelano, Nicolas Maduro, nella Repubblica Popolare Cinese, iniziata il 20 settembre, ha rivestito un grande significato per il paese bolivariano e avrà riflessi nelle relazioni tra i paesi dell’America Latina e il gigante asiatico. Sono eloquenti in tal senso le parole del successore del comandante Hugo Chavez a conclusione della 12° riunione della Commissione Mista Venezuela-Cina, il 22 settembre: “Il Venezuela sta già cavalcando l’agognato sogno dello sviluppo economico, della sostenibilità economica, della diversificazione economica, e sono sicuro che al suo fianco sta cavalcando un paese fratello: la Repubblica Popolare Cinese”.
La dimensione raggiunta dalla cooperazione economica cino-venezuelana si esprime attraverso 24 accordi nei settori dell’infrastruttura, casa, energia, alta tecnologia, telecomunicazioni, trasporti terrestri, finanze, petrolio, minerali e gas. Gli accordi sottoscritti includono quelli che erano stati concordati con 20 grandi imprese cinesi che già avevano investito in Venezuela, a cui Maduro aveva assicurato che il Venezuela è il territorio ideale per gli investimenti, non solo per il mercato e l’economia venezuelani ma anche come piattaforma per il mercato e l’economia integrati che stanno sorgendo nella regione.
Il significato che le relazioni economiche con la Cina hanno per il Venezuela può essere misurato anche dalla proposta che Maduro ha fatto di designare una commissione speciale di pianificazione per l’elaborazione del piano strategico di sviluppo integrale dell’alleanza Cina-Venezuela per i prossimi 10 anni.
Risalta il fatto che queste relazioni, che hanno avuto impulso a partire dall’iniziativa del comandante Hugo Chavez, si basano sui principi del beneficio reciproco, dei guadagni ripartiti, della pianificazione e della massima efficacia.
Il Venezuela sta giocando la carta cinese per superare il principale punto di strangolamento del suo sviluppo economico-sociale: la dipendenza esclusiva dalla produzione del petrolio, dalla rendita petrolifera, dalla dipendenza esclusiva da tale commodity, un modello fallimentare che ha reso il paese dipendente dalle importazioni, anche di alimenti, per più di un secolo. La dirigenza bolivariana è, così, cosciente della necessità impellente di diversificare l’economia, e per far questo conta sulla partnership strategica con la Cina.
“E’ con la Cina, come intuì il comandante Chavez 20 anni fa, che il Venezuela vivrà il 21° secolo come un secolo di sviluppo, di opportunità e diversificazione”, ha dichiarato Maduro.
La Cina, da parte sua, che già sviluppa relazioni di partnership strategica con paesi latinoamericani, ha tutto l’interesse a diversificare sempre di più i suoi investimenti, il commercio e le relazioni politiche, il che ha profonde implicazioni nel cambiamento del rapporto mondiale di forze. Il presidente del gigante asiatico ha detto a Maduro che è disposto a far avanzare e a elevare il livello delle relazioni bilaterali. E’ fattore importante nell’attuale congiuntura internazionale che la Cina sviluppi relazioni amichevoli e di cooperazione con l’America Latina, sempre sulla base dei principi del rispetto reciproco, della sovranità, della non aggressione, della non ingerenza, dell’eguaglianza e del mutuo beneficio.
La visita del presidente venezuelano in Cina ha avuto anche carattere di cooperazione politica e ideologica, come ha dimostrato il discorso che il leader bolivariano ha pronunciato alla Scuola di Formazione dei Quadri del Partito Comunista Cinese, durante il quale ha illustrato le caratteristiche del “socialismo bolivariano” e l’eredità del leader della rivoluzione bolivariana, Hugo Chavez.
Impegnandosi a realizzare una “battaglia delle idee”, di fronte a dirigenti e quadri di un saldo e ideologicamente consistente Partito Comunista al potere, Nicolas Maduro dà un enorme contributo alla diffusione dei concetti essenziali della nuova lotta per il socialismo, in contrasto con le “vecchie e decadenti formule capitaliste e neoliberali del passato”.
Si è trattato, senza dubbio, di un incontro ad alto livello tra forze politiche che lottano, con proprie peculiarità nazionali, per aprire nuove strade nella storia, il che rappresenta parte dell’accumulazione rivoluzionaria delle forze nell’epoca attuale.