
di Marco Pondrelli
Il “Sogno” di Benigni che è andato in onda su Rai 1 merita qualche considerazione. Su ‘la Repubblica’ del 22 marzo Francesco Merlo ha scritto: ‘Benigni è il poeta d’Italia, il nostro bene rifugio, la dignità e la sapienza della risata italiana‘, ecco non ci potrebbe essere opinione più distante dalla nostra. Lo show di Benigni, che è molto lontano dal comico che era un a volta, è stato un inno alla Ue e alla guerra.
Benigni è il politicamente corretto, il comico di regime che non fa più ridere a cui viene messa a disposizione la principale Tv pubblica italiana. L’Europa (continuamente confusa con l’Unione europea) è presentata come la culla della civiltà, il luogo delle grandi scoperte scientifiche ignorando i contributo che altre civiltà hanno dato. Solo a titolo d’esempio citiamo i Caldei e i Sumeri per la matematica, le invenzioni fatte in Cina (carta, moneta cartacea, polvere da sparo), in Russia (Lomonosov e la conservazione della materia) e la lista potrebbe continuare.
Su queste basi sbagliate si costruiscono baggianate come l’Europa come la più grande costruzione degli ultimi 5000 anni che ha garantito 80 anni di pace. Premesso che l’Europa è nata a seguito della deriva dei continenti, l’Unione europea non ha garantito 80 anni di pace, basti pensare a quello che è successo negli anni ’90 in Jugoslavia, bombardata dalla Nato senza alcun mandato internazionale, o il conflitto ucraino che dal 2014 ha insanguinato il Paese. Il colonialismo è stato toccato di sfuggita ma in realtà, come spiegava Domenico Losurdo, esso è stato centrale nella politica degli stati europei che si sono macchiati di crimini (anche l’Italia) per i quali nessuno e mai stato chiamato a rispondere. Come gli Stati Uniti sono nati sul genocidio dei nativi, gli stati europei sono prosperati sulla sottomissione dei popoli colonizzati.
La solita retorica sul manifesto di Ventotene (scritto da un iscritto dal PCI che lasciò il Partito quindi giusto a prescindere) e sull’Erasmus ha completato il quadro, senza dedicare neanche un breve passaggio sul trattamento che l’Unione europea ha riservato alla Grecia (quello che Mario Monti definì il più grande successo dell’Europa) che ha portato all’aumento della povertà, della denutrizione e della mortalità infantile. Ovviamente nelle due ore di spettacolo non si è trovato il tempo di denunciare i silenzi sul genocidio che si sta consumando in Palestina non lontano dalle nostre coste.
Uno show fatto di luoghi comuni e affermazioni non verificate (come la fake news fabbricate dalla Russia) e grandi omissioni (Romania?), che rappresenta il tentativo di giustificare un sistema politico-economico che non sta più in piedi. Sarebbe interessante sapere quanto è costato ai contribuenti questo spot, dopo gli oltre 300 mila euro spesi dal Comune di Roma per la manifestazione del 15 marzo.
Ringraziamo Giuseppe Amata per avere collaborato all’articolo.
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