Uno Stato

nettrumpdi Jorge Cadima | da avante.pt

Traduzione di Marx21.it

Trump ha accolto negli Stati Uniti il primo ministro di Israele, il carnefice di Gaza Netanyahu. Attraverso dichiarazioni d’amore reciproco nel corso della conferenza stampa congiunta, Trump ha preso le distanze dalla politica ufficiale dell’ONU di decenni: la promessa di due stati in territorio palestinese. Ha affermato che non fa differenza tra la soluzione di due stati e quella di un solo Stato, e che spetta a Israele e ai palestinesi di decidere. Falsa ingenuità o falso distacco. La soluzione “uno Stato” di Trump e Natanyahu non è uno Stato per tutti quelli che vivono nel territorio storico della Palestina. E’ lo Stato ebraico del Grande Israele, esclusivista e xenofobo, che annette la Cisgiordania ed è eretto sull’ulteriore pulizia etnica dei palestinesi.

Le manovre dell’imperialismo per dominare il Medio Oriente potrebbero essere sul punto di registrare un nuovo salto di qualità. Nel suo ultimo discorso di fronte all’Assemblea Generale dell’ONU, Netanyahu ha detto che “le relazioni diplomatiche di Israele” con i paesi arabi “stanno subendo una rivoluzione” poiché questi “cominciano a riconoscere in Israele, non il loro nemico, ma un alleato” (Jerusalem Post, 22.9.16). I “paesi arabi” di cui parla sono le petro-dittature del Golfo, i maggiori promotori e finanziatori del terrorismo fondamentalista che affligge la regione, al servizio dell’imperialismo. I paesi arabi laici, nati dalla lotta di liberazione nazionale dei paesi arabi, sono stati distrutti, uno dopo l’altro, dall’imperialismo e da Israele. Dai Bush, Clinton, Obama e dal terrorismo al loro servizio.

Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti da molto tempo collaborano intensamente con Israele, non solo nella promozione di bande tipo ISIS e Al Qaeda, ma anche nell’acquisto di armi e, come riporta un recente articolo di Bloomberg (2.2.17), in affari con imprese tecnologiche e della “sicurezza” di Israele (una delle quali – Athena GS3 – guidata da un ex capo dei servizi segreti di Israele, il Mossad). Secondo Bloomberg “non è che la pace è arrivata nel Medio Oriente. Non si tratta di trasformare spade in aratri; è il risultato della convergenza logica di interessi, basata su timori condivisi: della bomba iraniana, del terrore jihadista, delle insurrezioni popolari e di un ritiro degli USA dalla regione”. Mezza menzogna e mezza verità. Non c’è nessuna bomba iraniana e il terrore jihadista è proprio opera loro. Ciò di cui realmente hanno paura è la resistenza e la rivolta popolare, è l’indebolimento del ruolo egemonico degli Stati Uniti.

Trump minaccia di volgersi contro l’Iran, l’unico paese della lista di quelli da invadere elaborata dal Pentagono (secondo il generale Wesley Clark) che ancora non è stato oggetto di un’aggressione militare diretta. Gli avventuristi imperialisti sognano di estendere a questo grande paese le loro ricette: la guerra, il caos e la distruzione. Le dittature arabe che accettino di collaborare avranno, nel corso del tempo, lo stesso destino del loro predecessore Saddam Hussein: dopo avere trascinato nella disgrazia i popoli della regione, saranno spazzate via dalle stesse potenze imperialiste che hanno servito, e che desiderano unicamente le loro ricchezze. O saranno spazzate via dai loro popoli.

Ciò che si capisce poco, in tutto ciò, è il ruolo dell’ONU. Notizie di stampa israeliana riferiscono che Tzipi Livni (Ministra della Giustizia di Israele durante il massacro di Gaza del 2014) è stata invitata da Guterres al ruolo di Sottosegretario Generale dell’ONU (Haaretz, 12.2.17). Il presidente di Israele Rivlin ha sostenuto pubblicamente questa eventualità (Haaretz, 13.2.17). Tale nomina significherebbe premiare il maggiore trasgressore delle risoluzioni dell’ONU. Sarebbe una pugnalata alla schiena dei palestinesi, dopo 70 anni di promesse non mantenute. Significherebbe collocare criminali di guerra alla guida dell’ONU.