Una nuova etichetta in Sudafrica: “Fabbricato nei Territori Occupati da Israele”

di Mauro Gemma

newsdalmondo bannerPer decisione del governo sudafricano, la scritta “Made in Israel” non comparirà più sui prodotti fabbricati nei territori occupati dall’esercito israeliano in Cisgiordania e nel Golan. Su di essi, d’ora in avanti, si troverà impressa l’etichetta “Fabbricato nei Territori Occupati da Israele”.

Il portavoce del governo sudafricano, Jimmy Manyi ha dichiarato che, con questa decisione, le autorità del suo paese intendono “rendere chiara” la provenienza di beni che non appartengono a Israele. Pretoria applica in tal modo una legge del 2008 che proibisce di “etichettare beni e prodotti provenienti da territori occupati”, come, appunto, quelli fabbricati in Israele.

Sebbene, in sostanza, si tratti solo di una misura simbolica (in qualche modo già adottata dalla catena Migros in Svizzera nel giugno scorso), la decisione del governo di Pretoria ha immediatamente suscitato la violenta reazione del governo di Tel Aviv, che ha sollecitato il suo ambasciatore in Sudafrica, Ismail Codavia, a chiedere spiegazioni, sostenendo che essa “non ha precedenti” (e come si è visto, non è vero) e comporta “un’evidente discriminazione basata sulla distinzione politica e nazionale”.

Israele, ricorrendo ancora una volta al tradizionale cliché dell’arsenale propagandistico che serve a mascherare la sua politica repressione del popolo palestinese e di occupazione coloniale dei territori, sostiene che “tale esclusione e discriminazione riporta alla mente idee di natura razzista che il Governo del Sudafrica, più di altri, dovrebbe respingere completamente”.

Da parte sua, l’Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha voluto ringraziare il governo del Sudafrica per la decisione assunta. 

Il viceministro dell’Economia dell’ANP, Abdul Hafiz Nofal, ha definito la misura “importante non solo dal punto di vista fiscale”, ma anche come uno strumento che permette ai consumatori che intendano farlo, di boicottare i beni prodotti negli insediamenti coloniali. “Dare a questi prodotti un’etichetta che li distingua – ha rilevato Nofal – impedirà che Israele possa farli passare come prodotti israeliani, invece che degli insediamenti”.

Fonte RT.com