riceviamo e pubblichiamo
di Sabo’nun kizi
Helin Bölek, İbrahim Gökçek e Mustafa Koçak sono in death fast per chiedere giustizia.
Le richieste del membri di Grup Yorum sono:
-scarcerazione immediata di tutti i membri del gruppo musicale
-annullamento del mandato di cattura di tutti i membri
-termine delle azioni di irruzione all’interno del Centro Culturale İdil
-annullamento del divieto di fare i concerti
La richiesta di Mustafa Koçak è:
-avere un processo equo
La richiesta degli avvocati del popolo è:
-avere una giurisdizione indipendente
GRUP YORUM, MUSTAFA KOCAK E GLI AVVOCATI DEL POPOLO HANNO DECISO DI LOTTARE PER I DIRITTI UMANI CON LO SCIOPERO DELLA FAME.
Da circa 2 anni tutti i concerti del Grup Yorum sono banditi, i musicisti vengono messi nelle “liste nere”, vengono arrestati, ci sono accuse contro di loro senza prove, il loro centro culturale regolarmente saccheggiato e distrutto. Due membri di Grup Yorum (İbrahim Gökçek, Helin Bölek) hanno deciso di erigesti a barricata per contrastare questi soprusi verso l’espressione artistica con lo sciopero della fame.
Mustafa Koçak è stato arrestato ed è stato condannato all’ergastolo senza alcuna accusa o prova, solo con la falsa dichiarazione di una persona, e per questo chiede giustizia con un processo equo. È entrato in sciopero della fame il 3 luglio 2019 e dal 30 settembre 2019 lo ha trasformato in sciopero della fame fino alla morte (death fast).
Gli avvocati del popolo [i nostri corrispettivi dei Giuristi Democratici] in Turchia, stanno portando avanti uno sciopero della fame dal carcere per difendere la giurisdizione indipendente, in supporto allo sciopero della fame fino alla morte (death fast) intrapreso ormai più di sei mesi fa da due membri del collettivo musicale Grup Yorum e dall’oppositore politico Mustafa Koçak.
In un comunicato stampa del 3 febbraio gli avvocati dell’Ufficio legale del popolo (Halkin Hukuk Burosu – HHB) e quelli dell’Associazione degli avvocati progressisti (Cagdas Hukukcular Dernegi – CHD) hanno annunciato di aver iniziato uno sciopero della fame in solidarietà sia con Grup Yorum che con Mustafa Koçak.
Lo stato di salute di İbrahim Gökçek (Grup Yorum), Helin Bölek (Grup Yorum)e Mustafa Koçak è molto grave, poiché sono in sciopero della fame fino alla morte (fino a quando le loro richieste non saranno accettate) da più di 250 giorni.
Le loro mani sono livide, la pelle è più sottile, le ossa del cuoio capelluto sono livide, la pelle è molto secca e c’è un netto cambiamento di colore. Le gambe stanno diventando nere, il che è un pessimo segno. Iniziano a non avere più contatto visivo con gli altri.
Mustafa Koçak è ancora in prigione, in una cella di isolamento, e non si possono conoscere le sue reali condizioni di salute, ma si pensa che siano estremamente critiche perché non c’è nessuno che possa controllare se gli venga consentito di assumere le giuste quantità di sali minerali,vitamina B, zucchero, sale e perfino d’acqua.
Lo sciopero della fame come lotta di resistenza è un mezzo importante e a volte inevitabile per combattere la politica repressiva dello Stato. Ci sono molti esempi in cui questo è stato l’unico modo che ha portato al successo, che ha potuto scuotere la gente per reagire. Spesso costa molto caro riconquistare i diritti democratici dalle autorità.
L’incredibile durata di questi scioperi nelle prigioni turche (se paragonati a quelli avvenuti in Irlanda) è dovuta ad alcuni accorgimenti, come l’utilizzo preventivo di vitamine. In realtà quella che si prolunga è soprattutto l’agonia, la sofferenza per i militanti che comunque, anche in caso di eventuale sospensione, rischiano danni irreparabili, sia fisici che mentali.
GRUP YORUM: chi sono, cosa fanno, perché sono perseguitati
Nato nel 1985, Grup Yorum – che esegue le sue canzoni, oltre che in turco, anche in curdo, arabo, kazako e armeno (da brividi una loro versione di “Bella ciao” https://www.youtube.com/watch?v=Qwbh6ZHEiUc ) – ha tenuto centinaia di concerti, spesso gratuiti, sia in Turchia che nel mondo.
Grup Yorum è un collettivo musicale di sinistra che:
-canta le canzoni di tutti gli sfruttati
-dà voce alle persone che sono in sciopero
-dà voce delle persone che hanno perso i loro cari a causa della volenza dello stato
-dà voce alle canzoni popolari che parlano della resistenza dei popoli del mondo
Concerti
-2010, Stadio BJK İnönü , oltre 60mila persone (il più grande concerto in Turchia a pagamento)
-2012 Istanbul, un milione di persone
-2013 Istanbul, 500mila persone
-2015 Izmir, 750 mila persone
Dal 2016 al 2018 Erdoğan ha introdotto le “leggi marziali”, sostituite nel 2018 con le “leggi antiterrorismo”. Da due anni infatti Grup Yorum non può più esibirsi in Turchia e anche in Germania viene sottoposto a pesanti restrizioni.
Maxiprocesso
Dopo circa un anno di carcere, la prima udienza del maxi processo contro una trentina di musicisti di Grup Yorum si è svolta il 14 febbraio 2020. Al momento, alcuni sono in carcere, due latitanti e altri due in death fast ormai da oltre 250 giorni.
Un processo squisitamente politico con cui si vorrebbe cancellare, annichilire gran parte della memoria storica delle classi subalterne e delle lotte popolari e intellettuali di questo paese.
MUSTAFA KOÇAK
Condannato all’ergastolo in base alla discutibile testimonianza di un informatore della polizia, il prigioniero politico Mustafa Koçak iniziava il 3 luglio 2019 uno sciopero della fame a oltranza. Rinchiuso nel carcere di isolamento di tipo F di Sakran, vicino a Smirne, il ventottenne è stato condannato l’11 luglio 2019 per il sequestro condotto da due militanti della sinistra rivoluzionaria turca (Safak Yayla e Bahtiyar Dogruyol) nei confronti del procuratore Mehmed Selim Kiraz a Istanbul (31 marzo 2015). Koçak è accusato di aver fornito le armi per l’azione conclusasi con la morte dei due militanti e del magistrato (questa presumibilmente per “fuoco amico”) in seguito al raid delle squadre speciali della polizia.
Mehmed Kiraz stava indagando sull’assassinio di Berkin Elvan, un quindicenne che aveva partecipato alle proteste di Gezi Park dell’estate 2013. Colpito alla testa da un lacrimogeno (6 giugno 2013) mentre andava a comprare il pane, Berkin era morto dopo 269 giorni di coma, l’11 marzo 2014. I due rivoluzionari responsabili della spettacolare azione diretta avevano richiesto – peraltro invano – alle autorità di rivelare i nomi degli agenti responsabili per portarli di fronte alla Corte del Popolo di Istanbul.
Subito dopo la tragica conclusione prendeva il via una vasta campagna di arresti anche nei confronti di decine di persone che non avevano nulla a che fare con il sequestro. Incriminati in 14 (4 in custodia permanente, gli altri ricercati), il processo veniva condotto dalla 27a Corte d’Assise del Tribunale distrettuale di Istanbul e – secondo l’opposizione di sinistra “in violazione di tutti gli standard legali e morali”.
L’11 luglio 2019 cinque di loro venivano condannati a pesanti pene in quanto, stando alle accuse, potrebbero aver contribuito all’azione del 31 marzo 2015. Per Mustafa Koçak e per l’avvocato Murat Canim la condanna era all’ergastolo per “Violazione dell’ordine costituzionale”.
È in sciopero della fame per tutti i prigionieri politici colpiti dal regime di Erdoğan.
AVVOCATI DEL POPOLO
Gli avvocati dell’HHB e del CHD hanno una tradizione trentennale nel difendere tutti gli oppressi. Dai lavoratori licenziati ai funzionari pubblici che lottano per il loro diritto di organizzarsi liberamente nei sindacati e di scioperare, dagli studenti oppressi dal Consiglio dell’istruzione superiore ai residenti dei quartieri poveri (baraccopoli) di cui lo Stato voleva demolire le case, dai prigionieri che lottano per la protezione della loro identità politica alle famiglie i cui figli sono stati torturati, “scomparsi” o uccisi, tutti hanno trovato accanto a loro gli avvocati dell’HHB e del CHD nella loro lotta per la giustizia.
Se la missione che svolgono è diretta a contrastare il sistema attuale, possono continuare la loro missione solo se disposti a sopportare l’alto prezzo della sua realizzazione. Questo prezzo è stato pagato, ed è pagato tutt’ora, con coraggio e sacrificio dagli avvocati anche finendo in carcere solo per aver preso in carica le cause che andavano contro lo Stato.
SOLIDARIETÀ INTERNAZIONALE
Messaggi di solidarietà sono arrivati da tutto il mondo.
Il 3 marzo molti militanti si sono uniti nella lotta entrando in sciopero della fame o intraprendendolo per un giorno per far sentire forte la propria vicinanza, da Inghilterra, Francia, Italia, Germania, Grecia, Austria, Bulgaria, Spagna, Perù, Messico, Libano, Nepal, India, Venezuela…
Il 4 marzo, per quanto riguarda la questione di Grup Yorum e Mustafa Koçak,è stato richiesto da alcuni parlamentari italiani al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale di prendere posizione per adottare sanzioni economiche da parte della comunità internazionale contro la Turchia sino a quando non verrà ripristinata la legalità e verrà posto termine alla violazione dei diritti umani.