Siria, quattro anni dopo: quando la protesta è degenerata in terrore

da www.sibialiria.org

Siria, 15 Marzo 2011. Non un giorno come un altro. Anche in Siria giunge una eco, per quanto distorta e deforme, di quella più ampia sollevazione che la stampa occidentale ha subito battezzato come “Primavera Araba”. Questa, a cavallo tra il 2010 ed il 2011, aveva interessato in primo luogo i Paesi della sponda mediterranea, in primo luogo la Tunisia e l’Egitto, sull’onda di un malcontento, vissuto presso settori della gioventù urbana e della popolazione povera, determinato dalla crisi economica e dal peggioramento delle condizioni materiali, e, per altri versi, aspetto maggiormente enfatizzato dai circuiti mainstreaming, dalle difficoltà legate alle burocrazie locali ed alle libertà di espressione. La Siria era rimasta sostanzialmente immune ai primi fermenti della sollevazione: se incitazione alla rivolta c’era stata, sino a quel momento, essa era giunta solamente da frange radicali della componente sunnita presente nel Paese, una opposizione storica al regime laico e panarabo espresso dal Ba’th, che, con Hafez al Assad dal 1970 e il nuovo presidente, Bashar al Assad dal 2000, aveva portato la minoranza alawita al potere del Paese. 

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