Siria: il terrore contro tutti

HamadBadreddineHassoundi Boris Dolgov
da www.fondsk.ru

Traduzione dal russo di Mauro Gemma

Continuiamo con la pubblicazione di contributi di specialisti russi di politica estera. La nota di Boris Dolgov* riguarda il recente viaggio in Russia della massima autorità dei musulmani sunniti della Siria e aiuta a smentire numerosi luoghi comuni, diffusi dall’apparato propagandistico dell’Occidente imperialista, in merito alle caratteristiche del conflitto in corso nel paese mediorientale.

La visita a Mosca ai primi di novembre del Muftì Supremo di Siria, Hamad Badreddine Hassoun, non è stato il suo primo viaggio in Russia. Questa volta, come nella sua precedente visita a Mosca, lo sceicco Hassoun ha avuto incontri e colloqui con la dirigenza del Ministero degli Affari Esteri della Federazione Russa., con i rappresentanti della comunità musulmana russa, con i giornalisti e il pubblico.

Lo sceicco Hassoun, che è il leader spirituale dei musulmani siriani, la maggior parte dei quali aderisce all’indirizzo sunnita dell’Islam, è un personaggio pubblico di spicco. Egli svolge un ruolo importante nella vita religiosa, sociale e politica, non solo della Siria, ma di tutto il Medio Oriente. Lo sceicco Hassoun sostiene con intransigenza le posizioni di Bashar al-Assad nella sua lotta contro gruppi islamici radicali. Come teologo, è in grado di illustrare con chiarezza i tentativi degli islamisti radicali di distorcere l’Islam, usandolo come copertura del terrore.

L’autore di questo articolo ha incontrato lo sceicco Hassoun in Siria, e ha ascoltato a Mosca le sua  brillante esposizione in merito a quanto vi sta accadendo. Va ricordata l’opinione espressa ripetutamente da questo autorevole teologo: l’opposizione armata in Siria non è una guerra tra sunniti e alawiti, a cui appartengono i dirigenti siriani, come erroneamente viene raccontato in Occidente e nei paesi del Golfo.

Un esempio lampante del fatto che la comunità sunnita della Siria in maggioranza sostiene la dirigenza siriana è rappresentato dallo stesso sceicco Hassoun, che professa il sunnismo. Egli è sopravvissuto alla tragedia personale quando, al rifiuto di passare dalla parte dei combattenti islamici radicali, questi hanno ucciso suo figlio. Il Muftì Supremo porta molti esempi dei crimini commessi dai gruppi islamisti armati, che attuano massacri di massa di siriani, a prescindere dall’appartenenza religiosa. Uccidono sunniti, alawiti, sciiti, cristiani e chiunque abbia una qualsiasi relazione con l’esercizio del potere in Siria. Uccidono funzionari pubblici, insegnanti, intellettuali, leader religiosi,che si oppongono al terrorismo. Un noto imam sunnita, che chiedeva la fine della violenza, è stato ucciso da uomini armati proprio alle porte della moschea dove predicava.

Per quanto riguarda il luogo comune, secondo cui tutta la leadership siriana è costituita esclusivamente da alawiti (opinione condivisa anche da una parte dei media russi), semplicemente non risponde a verità. Lo sceicco Hassoun ha ricordato che il ministro della Difesa della Siria, morto in un attentato terroristico nel luglio 2012, era cristiano. Perché i media tacciono a riguardo? E tacciono anche sul fatto che la moglie del presidente Bashar al-Assad proviene da una nota famiglia sunnita, e che professa il sunnismo.

Allo stesso tempo va rilevato che la Siria è stata per lungo tempo una nazione laica, guidata dal Partito Socialista della Rinascita Araba (Baath). Uno Stato in cui coesistevano più di 20 confessioni. E’ solo all’inizio del 2011, attraverso un conflitto provocato dall’esterno, artificialmente  è stato attizzato lo scontro interconfessionale e sono stati creati e armati i gruppi islamisti radicali. La maggior parte dei militanti che combattono contro il governo, testimonia lo sceicco Hassoun, è costituita da mercenari stranieri raccolti in quasi tutto il mondo e provenienti da un’ottantina di paesi. Gli Stati Uniti, gli altri paesi della NATO, in particolare la Turchia, ma anche l’Arabia Saudita e il Qatar, allo scopo di realizzare i propri interessi nella regione, sostengono questi gruppi. L’ala più estremista dell’islamismo radicale, che utilizza tale sostegno, è il famigerato “Stato Islamico” (ISIS), che ha dato inizio alla propria espansione militare nella regione mediorientale e ora anche oltre. Fondata ufficialmente per combattere l’ISIS, la coalizione di stati, guidata dagli americani, in realtà simula solo la lotta nei suoi confronti.

E quando la Russia, in risposta a una richiesta formale di aiuto del presidente della Repubblica Araba Siriana, ha iniziato a infliggere con le sue Forze Aereo-Spaziali colpi significativi alle posizioni dell’ISIS, in Occidente e nei paesi del Golfo Persico è stata scatenata una nuova ondata propagandistica. Si è cominciato a colpevolizzare la Russia per i colpi alla “opposizione moderata”, a “obiettivi civili e a pacifici cittadini”. Una delle accuse (lo sceicco Hassoun osserva che purtroppo gli è capitato di incontrarla anche nei media russi) è quella secondo cui la Russia “è in guerra con i sunniti e aiuta gli alawiti e personalmente Bashar al-Assad a rimanere al potere”.

In risposta a queste insinuazioni lo sceicco Hassoun afferma: “La Russia in Siria sta difendendo i cittadini dai terroristi e, in prospettiva, anche i suoi cittadini dalla minaccia terroristica… Terroristi arrivati dalla Russia, che combattono oggi in Siria, sono pronti a ritornare e a combattere anche sul suolo russo. Noi siamo grati alla leadership russa per avere inviato piloti russi. Essi non combattono per Assad e neppure per Putin, ma stanno combattendo per tutti noi, siriani e russi”.

E infine, il Muftì Supremo di Siria, sceicco Hassoun, sottolinea: “La Russia ha bisogno del più potente sostegno da parte dei mezzi di informazione, per dire la verità al mondo su ciò che sta accadendo”.

* Consulente scientifico dell’Istituto di Studi Orientali dell’Accademia Russa delle Scienze (RAN)