Partito Comunista Siriano (Unificato): Una dichiarazione di guerra contro la Siria

da http://www.solidnet.org/ | traduzione a cura di Marx21.it

siria ribelli armatiGli ultimi appelli infuocati all’intervento straniero contro la Siria, sebbene non rappresentino una novità, sono per certi aspetti diversi, alla luce dello stato di avanzamento della lotta contro i gruppi armati e le potenze imperialiste che li sostengono per abbattere lo Stato siriano, considerato come il solo ostacolo che resta in grado di bloccare i piani tendenti ad imporre la loro egemonia nel Medio Oriente, sia in ragione della sua posizione strategica che delle sue risorse.
 

Dopo che gli sforzi per condannare la Siria al Consiglio di Sicurezza dell’ONU sono falliti, grazie agli amici cinesi e russi tra gli altri, esse ne hanno avviato degli altri per preparare lo scatenamento di un’offensiva militare della NATO contro la Siria, simile a quelle che hanno devastato la Jugoslavia, l’Iraq e la Libia. I piani previsti sono stati sospesi non per ragioni morali o umanitarie, ma perché gli aggressori hanno ricevuto segnali molto chiari di non trovarsi nella condizione di sopportare i costi di un’offensiva contro la Siria, offensiva condotta dall’Occidente in generale, e dalla Turchia, gli Emirati del Golfo e Israele in particolare.

Tali sforzi durano da più di un anno, e sono costanti, implacabili e ostinati, accompagnati dall’allargamento dello spettro di azioni criminali, dalla fornitura ai gruppi criminali e terroristi di somme colossali, e dall’equipaggiamento dei mercenari in Siria e all’estero.
 

Tutti i loro tentativi sono falliti. Fino ad ora i loro istigatori non hanno raggiunto l’obiettivo. Non sono riusciti che a toccare i cittadini siriani, bloccando le forniture di medicinali, di alimenti, di beni essenziali, e seminando il caos ai quattro angoli del paese. Hanno dovuto far ricorso a un nuovo metodo che risparmi a tali potenze il rischio di un intervento militare diretto, facendo affidamento su apparati locali che, si pensa, sarebbero in grado di adempiere alla stessa missione.
 

La cosiddetta “Conferenza degli amici della Siria” tenutasi in Tunisia, il 17 febbraio 2012, è il nuovo punto di partenza delle macchinazioni che hanno come bersaglio la Siria. Alcuni hanno alzato la voce per armare l’ “esercito libero” e, dietro le quinte, gli apparati militari dei paesi della coalizione si sono riuniti per formulare i piani di azione necessari, e per mettere in pratica i loro nuovi metodi, mentre gli Stati del Golfo decidevano di stanziare tutto il denaro a loro disposizione, soprattutto dopo che le fratture alla base di questo “esercito” in realtà assolutamente non libero si erano inasprite in seguito all’annuncio di un nuovo piano per la ripartizione dei fondi assegnati.
 

Quale legalità internazionale potrebbe essere invocata a giustificazione della provocazione contro la sicurezza e l’integrità territoriale di altri Stati, mentre ci si vanta di fornire all’opposizione in questi Stati armi e materiale, mentre si incita a uccidere delle persone, a saccheggiare proprietà private e pubbliche, ad assassinare, rapire, rubare, bloccare le autostrade e a ribellarsi allo Stato e alle leggi?
 

Le loro maestà, i principi del Golfo trovano invece che è un’ “eccellente idea”!
 

Cessate di sostenere i vostri malefici agenti contro la Siria. Voi non potete più servirvene. Tali metodi sono noti da tempo, da oltre 50 anni, da quando la Siria ha mobilitato le sue forze alle frontiere e da quando gli Stati Uniti hanno fomentato le macchinazioni contro la Siria. Nel corso dell’ultimo anno, si è invano cercato di mettere in pratica questi piani. Allora cessate di far scorrere il sangue siriano e di violare la sovranità della Siria.
 

Voi, combattenti di un presunto esercito, dovete mettervi in testa che non siete altro che benzina e legno utilizzati per attizzare un fuoco per uno scopo che vi oltrepassa. Coloro che hanno delle rimostranze da fare dovrebbero tentare di risolverle con l’azione politica. Dovete comprendere che chi vi aizza, che siano arabi o stranieri, non lo fa certo per la libertà e la democrazia del popolo siriano.
 

In realtà vogliono far sprofondare la Siria in uno stato di guerra civile ed etnica, e dividerla per servire le necessità e le esigenze prima di tutto di Israele e degli Stati imperialisti che lo sostengono.
 

Noi, in Siria, crediamo tutti che sia necessario attuare riforme politiche, economiche e sociali, e non lasciare impuniti gli eccessi commessi dalle forze dell’ordine. Noi crediamo profondamente anche all’apertura di una nuova pagina nella storia della Siria, una pagina di riconciliazione nazionale, allo scopo di ottenere una pace civile che riunisca tutte le correnti dello spettro politico, di rifiutare lo spirito della vendetta, e la strada per arrivarci resta quella del dialogo con tutti i gruppi e tutte le forze, che siano dell’opposizione o no.
 

Il nostro approccio mira a raggiungere una soluzione alla crisi che travaglia il nostro paese. Perciò, mentre ci battiamo per la riforma e il rinnovamento, siamo anche pronti ad opporci ad ogni aggressione contro il nostro paese e per la libertà del nostro popolo.
 

La nuova costituzione ha aperto una nuova finestra di opportunità, piena di speranza, per tutti i siriani allo scopo di difendere le loro libertà democratiche, di partecipare mano nella mano a questa causa. La Siria si trova sul punto di diventare una società democratica pluralista, capace di integrare chiunque, senza armi e senza il minimo intervento straniero.
 

Noi dobbiamo, tutti insieme, approfittare di questa irripetibile occasione storica e unire i nostri sforzi per applicare gli articoli della costituzione alla lettera e nello spirito. Tutti i cittadini siriani hanno interesse a partecipare a questa impresa.