Morsi alla guida dell’Egitto: “Formerò un consiglio rivoluzionario”

di Giampaolo Calchi Novati | il Manifesto

morsi-mohamedMohamed Morsi è il nuovo presidente dell’Egitto, e la sua prima promessa è di formare “un consiglio rivoluzionario in seno al nuovo governo” che sarà formato da tutti i partiti e avrà il compito di realizzare le riforme promesse dalla rivoluzione.

Insomma Morsi sul fronte interno manda segnale distintensivi e soprattutto si propone – se stesso e i Fratelli musulmani che rappresenta – il vero interprete della rivoluzione che ha portato alla caduta di Mubarak. Nei confronti dei militari che hanno tentato di riprendere il potere, parole di gelo “non ci sarà nessuna riduzione dei poteri del presidente, non sono cose su cui hanno il diritto di decidere”. Sul fronte esterno, la prima dichiarazione di Morsi riguarda l’Iran: “Vogliamo estendere i nostri rapporti con ‘Iran per creare un equilibrio strategico nella regione”, ha detto. Terrore in Israele, dove un noto quotidiano titola “Il buio cala sull’Egitto”, e certamente la nuova “simpatia” che lega Egitto e Iran preoccupa oltremodo il piccolo Stato di Israele.

Intanto in piazza Tahrir si è festeggiato per tutta la notte. L’indubbia rappresentatività dei Fratelli musulmani nella società egiziana, e il loro contributo alla “Primavera” dello scorso anno hanno senz’altro fatto rivivere a molte persone la sensazione di poter decidere del destino del proprio paese attraverso delle elezioni. Anche per questo il presidente degli Stati uniti, che certmente avrebbe preferito qualche altro esito, ha comunque teso la mano al nuovo presidente e gli ha tributato una lunga teelfonata, in cui ha definito la sua elezione una “pietra miliare” nella transizione. Nella sua telefonata – ha riferito la casa Bianca – Obama ha espresso il suo «interesse a lavorare insieme al presidente eletto Morsi, sulla base del rispetto reciproco, per far progredire i molti interessi comuni di Egitto e Stati Uniti». «Il presidente eletto Morsi – aggiunge la nota della Casa Bianca – ha espresso apprezzamento per la telefonata e ha dato il benvenuto al sostegno americano per la transizione in Egitto». «I due leader – conclude il comunicato – hanno affermato il loro impegno per far progredire la partnership Usa-Egitto e hanno concordato di rimanere in stretto contatto nelle settimane e mesi a venire». La Casa Bianca rende inoltre noto che la Casa Bianca ha telefonato anche all’altro candidato presidente al ballottaggio, Ahmed Shafiq, per lodare il modo in cui ha condotto la sua campagna elettorale. «Il presidente – si legge nella nota – ha incoraggiato il generale Shafiq a continuare a svolgere un ruolo nella politica egiziana, sostenendo il processo democratico e lavorando per l’unità del popolo egiziano».

di Giampaolo Calchi Novati | il Manifesto

morsi-mohamedMohamed Morsi è il nuovo presidente dell’Egitto, e la sua prima promessa è di formare “un consiglio rivoluzionario in seno al nuovo governo” che sarà formato da tutti i partiti e avrà il compito di realizzare le riforme promesse dalla rivoluzione.

Insomma Morsi sul fronte interno manda segnale distintensivi e soprattutto si propone – se stesso e i Fratelli musulmani che rappresenta – il vero interprete della rivoluzione che ha portato alla caduta di Mubarak. Nei confronti dei militari che hanno tentato di riprendere il potere, parole di gelo “non ci sarà nessuna riduzione dei poteri del presidente, non sono cose su cui hanno il diritto di decidere”. Sul fronte esterno, la prima dichiarazione di Morsi riguarda l’Iran: “Vogliamo estendere i nostri rapporti con ‘Iran per creare un equilibrio strategico nella regione”, ha detto. Terrore in Israele, dove un noto quotidiano titola “Il buio cala sull’Egitto”, e certamente la nuova “simpatia” che lega Egitto e Iran preoccupa oltremodo il piccolo Stato di Israele.

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