Michel Collon: “La guerra in Siria è un progetto di ricolonizzazione di cui fa parte l’Algeria”

da www.michelcollon.info

Intervista a Michel Collon realizzata da Mohsen Abdelmoumen di Algérie Patriotique

Traduzione di Massimo Marcori per Marx21.it

Come valuta gli sviluppi della situazione in Siria in questo momento?

Credo che stiamo assistendo ad una svolta storica. Vediamo che gli Stati Uniti, che sono stati fino ad ora molto arroganti e si permettono di sferrare guerre assai facilmente, si trovano adesso di fronte ad una fortissima resistenza in Siria, ed anche di fronte all’opposizione della Russia ed alla crescente resistenza dei paesi del Sud. Il sentimento che si sviluppa in America Latina, in Africa, nel mondo arabo ed anche in Asia, è che gli Stati Uniti sono una potenza declinante, che essi conducono una politica egoista che mira solo a saccheggiare le ricchezze mentre le popolazioni rimangono nella povertà, e che è dunque tempo di resistere a queste guerre che sono puramente economiche, guerre di rapina, e che occorre costruire un fronte opposto agli Stati Uniti ed ai loro alleati europei, poiché l’Europa segue gli Stati Uniti in modo docile ed ipocrita ed è implicata in questo sistema.


Abbiamo realizzato una serie di interviste con personalità assai divergenti le une dalle altre, come Paul Craig Roberts che fu consigliere di Reagan. Un punto ritorna spesso: nel mondo occidentale, oggi, gli oppositori alla guerra in confronto a coloro che denunciavano la guerra del Vietnam, ad esempio, sono a destra. Potreste farci un commento a tale proposito?

Avevamo in Europa un movimento contro la guerra molto potente che si era giustamente sviluppato durante la guerra del Vietnam. Questo movimento è stato molto indebolito. Ne abbiamo ancora visto una punta nel 2003 nel momento in cui Bush ha attaccato l’Iraq e dove eravamo a milioni nelle strade, ma bisogna constatare che quando gli Stati Uniti hanno attaccato la Libia, quando sono intervenuti in Jugoslavia ed in Afghanistan, non si è avuta una forte resistenza. Penso che occorra analizzare il problema domandandosi come la sinistra europea che era sempre stata di principio contro la guerra, anti-occidentale, contro le ingiustizie sociali, si ritrovi oggi, con rare eccezioni, al fianco degli Stati Uniti e della Nato, in una grande alleanza che include Israele, l’Arabia Saudita, il Qatar e tutte quelle spaventose dittature che pretendono di portare la democrazia in Siria. E la sinistra europea marcia con costoro? Si tratta di una commedia ed è molto importante spiegare da dove ciò proviene. Penso che si è perso l’atteggiamento di diffidare del colonialismo, di rifiutare la guerra e di ricercare soluzioni politiche ai problemi. Si è persa quell’idea che le nazioni hanno il diritto di decidere del loro sistema sociale, del proprio futuro, dei propri dirigenti e che non compete all’occidente coloniale dire chi deve guidare questo o quel paese. Noi dobbiamo farci un grande esame di coscienza e porci un interrogativo: come è possibile che coloro che dovrebbero essere a sinistra si ritrovino con quelli che io considero, come l’estrema destra, cioè Israele, l’Arabia Saudita e il Qatar?

In seguito alle informazioni che abbiamo raccolto attraverso le nostre interviste e che si confermano, Barack Obama sarebbe ostaggio della lobby israeliana, soprattutto tramite l’Aipac e i suoi sostenitori, come Susan Rice, Lindsay Graham, ecc., e i neo-conservatori pro-israeliani. Cosa ne pensate?

E’ una tesi molto diffusa che gli Stati Uniti siano diretti da Israele ed io non sono d’accordo con questa posizione. Penso, infatti, che sia il contrario. Non è il cane che comanda il suo padrone, è il padrone. Quando guardate l’economia israeliana e il suo bilancio, vedete bene che la forza sta negli Stati Uniti e che Israele è quella che io chiamo la “portaerei” degli Stati Uniti in Medio Oriente. Sicuramente la lobby è un fenomeno che influisce, ma il giorno in cui l’élite degli Stati Uniti deciderà che Israele non le è più utile o che la danneggia perché tutto il mondo arabo sta resistendo e stanno perdendo credito e il loro margine di manovra in Medio Oriente, in tal giorno, gli Stati Uniti abbandoneranno Israele. Ci sono le fantasie sulla lobby ebraica che dirigerebbe il mondo, ma io non credo a questa teoria.

L’Aipac non è una speculazione intellettuale.

Noi siamo in un mondo diretto dalle multinazionali. Quando vedete chi ha il potere di controllare le ricchezze, decidere l’economia, controllare Wall Street, la City, Francoforte, ecc., queste sono le multinazionali. E il fatto che vi siano alcuni padroni ebrei non è il problema. Penso davvero che occorra prendersela col sistema delle multinazionali e non prendere la conseguenza per la causa.

Avete detto nella trasmissione di Taddéi: “Mi inviterete un giorno poiché sarà la volta dell’Algeria ad essere il bersaglio di un’azione o una guerra.” Lo pensate sempre?

Sì, penso che quello che avviene in Tunisia e in Mali e l’attacco contro la Siria annunciano che effettivamente gli Stati Uniti stanno per eseguire un progetto di ricolonizzazione dell’intero mondo arabo e dei paesi musulmani, poiché c’è anche l’Iran, che sono sfuggiti al colonialismo classico. Chiaramente l’Algeria fa parte dei bersagli, come l’Iran, e dunque è molto importante vedere che difendendo l’autodeterminazione del popolo siriano, si impedisce agli Stati Uniti di attaccare i bersagli successivi. Ciò che dico in tal caso, è che in effetti, si tratta sempre della stessa guerra. Siamo nei differenti capitoli di una medesima guerra di ricolonizzazione.