La minaccia alla first lady siriana mostra la corruzione della NATO

Aleppo 612198722di Finian Cunningham

da http://www.informationclearinghouse

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Questa settimana ricorre il decimo anniversario da quando gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO hanno lanciato una devastante guerra segreta di aggressione per il cambio di regime in Siria. Dieci anni dopo, la nazione araba sta lottando per la ricostruzione, una lotta resa ancora più onerosa a causa delle sanzioni economiche imposte dagli Stati Uniti e dall’Unione europea.

La Siria e le forze alleate di Russia, Iran, Iraq e Hezbollah del Libano hanno vinto la guerra, sconfiggendo legioni di combattenti terroristi mercenari armati e infiltrati in Siria dalla NATO. Quasi mezzo milione di siriani sono stati uccisi e metà della popolazione di 23 milioni è stata sfollata.

Ma tragicamente la guerra non è ancora finita. Si è spostata in una nuova fase ibrida di guerra economica sotto forma di sanzioni occidentali e blocco sulla Siria.

La barbarie delle sanzioni occidentali alla Siria hanno reso necessaria la copertura di narrazioni mediatiche in grado di distrarre l’opinione pubblica.

Questo spiega lo scalpore dei media britannici che Asma al-Assad, la moglie del presidente siriano Bashar al-Assad, sia indagata dalla polizia metropolitana di Londra per crimini di guerra. Asma (45 anni) è nata a Londra, è stata educata lì e ha la nazionalità britannica. Anche se ha origine siriana.

Ora le autorità britanniche stanno pensando di toglierle la nazionalità e di chiederne l’estradizione con l’accusa di aver aiutato e favorito crimini di guerra, compreso, in modo assurdo, l’uso di armi chimiche contro i civili. Non c’è praticamente nessuna possibilità di un processo, ma non è questo l’obiettivo britannico. Si tratta piuttosto di infangare la leadership siriana e di distrarre l’attenzione del mondo dalle questioni reali: che sono la guerra criminale della NATO alla Siria e la guerra economica in corso per distruggere la nazione fino alla sottomissione.

L’attivista pacifista e autore irlandese Declan Hayes, che ha viaggiato molto in Siria negli ultimi dieci anni, ha commentato: “le accuse legalmente ridicole della Gran Bretagna contro Asma al-Assad hanno una serie di obiettivi. Sono lì per delegittimare le elezioni presidenziali del 2021 in Siria; sono lì per spaventare i siriani espatriati e gli umanitari britannici; sono lì per sviare dai crimini di guerra ben documentati della NATO; e sono lì per sviare dalla collusione mercenaria di molti personaggi dei media, della politica e delle ONG nei crimini di guerra della NATO in Siria, Iraq, Libia e Yemen”.

Asma ha sposato Bashar nel 2000. Prima che la guerra scoppiasse nel marzo 2011, è stata elogiata dai media occidentali come la “rosa del deserto” per la sua bellezza femminile e la sua persona aggraziata dalla voce calma. Figlia di un cardiologo e con una carriera nell’investment banking prima di diventare la First Lady della Siria, Asma al-Assad ha dimostrato di non essere un fiore appassito. Si è rifiutata di lasciare Damasco e di andare in comodo esilio con i suoi figli quando la guerra infuriava.

È rimasta lealmente al fianco del marito e ha assunto il ruolo di consolatrice della nazione, visitando spesso le famiglie dei soldati uccisi e le vittime civili delle bande del terrore della NATO.

Senza dubbio è stato lo stress ha portare Asma ad ammalarsi di un cancro al seno per il quale è stata curata con successo nel 2018.

Il presidente Assad e sua moglie sono stati al fianco della nazione siriana quando le fauci della sconfitta incombevano durante i primi anni della guerra. Quando la Russia è intervenuta a sostegno del suo storico alleato nell’ottobre 2015, l’inerzia della guerra si è girata decisamente contro il piano della NATO per il cambio di regime. Assad era stato individuato per il cambio di regime a causa della sua posizione anti-imperialista contro gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia e Israele. La sua alleanza con la Russia, l’Iran e Hezbollah del Libano lo ha reso un bersaglio, come ha rivelato l’ex ministro degli esteri francese Roland Dumas. Dumas ha rivelato che il governo britannico aveva piani di guerra sulla Siria due anni prima dello scoppio della violenza nel marzo 2011. In questo contesto, la cosiddetta “rivolta” era una false flag accuratamente orchestrata.

Le misteriose sparatorie fra polizia e manifestanti nella città meridionale di Daraa – che sono servite a diffamare il governo di Assad a livello internazionale – erano lo stesso modus operandi utilizzato dalle forze segrete della NATO che hanno effettuato gli omicidi dei cecchini in piazza Maidan a Kiev, innescando il colpo di stato del febbraio 2014 in Ucraina.

I titoli dei media occidentali questa settimana, per rimarcare il 10° anniversario dall’inizio della guerra della NATO in Siria, sono stati macabri e nauseanti.

C’è un senso di gongolamento per la miseria e la fame che la nazione sta affrontando.

Un titolo dell’Associated Press etichetta la Siria come la “Repubblica delle code”, riportando quasi allegramente come i civili stiano lottando con la scarsità di cibo e carburante.

Da nessuna parte nella copertura mediatica si parla di come la CIA americana e l’MI6 britannico abbiano condotto l’operazione Timber Sycamore per armare e dirigere mercenari per terrorizzare i siriani. Assurdamente, i media occidentali continuano a sostenere che la guerra in Siria è nata da “rivolte pro-democrazia” che sono state schiacciate dallo “spietato regime di Assad”.

A malapena si riconosce anche il fatto che gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’Unione Europea stanno strangolando una nazione devastata dalla guerra con sanzioni barbare che impediscono la ricostruzione. La criminalità del terrorismo economico è il corollario di una guerra di aggressione segreta criminale fallita.

L’abominevole realtà della politica occidentale verso la Siria deve essere nascosta. Minacciare la First Lady siriana – un’eroina nazionale – di essere perseguita per crimini di guerra significa per le potenze della NATO coprirsi di fango.

Finian Cunningham ha scritto molto sulle questioni internazionali, con articoli pubblicati in diverse lingue. Ha conseguito un master in chimica agraria e ha lavorato come redattore scientifico per la Royal Society of Chemistry, Cambridge, Inghilterra, prima di intraprendere una carriera nel giornalismo. È anche un musicista e cantautore. Per quasi 20 anni, ha lavorato come redattore e scrittore in importanti organizzazioni di notizie, tra cui The Mirror, Irish Times e Independent.