da https://www.lantidiplomatico.it
Sono sempre di più i lavoratori portuali che esprimono dissenso, la loro protesta contro i crimini di Israele nei confronti del popolo palestinese.
I movimenti sindacali si sono uniti alla coalizione SA Boycott, Disinvestment, Sanctions (SA BDS) nel porto di Durban in Sudafrica per sostenere i lavoratori portuali che si sono rifiutati di scaricare merci da una nave portacontainer israeliana.
L’azione di protesta segue un appello della Federazione Palestinese Generale dei Sindacati (PGFTU) ai lavoratori e ai sindacati di rifiutarsi di scaricare le navi e le merci israeliane nei porti di entrata.
La nave in questione è la Zim Shanghai, di proprietà della società statale israeliana Zim Lines, arrivata a Durban lo scorso mercoledì.
Le proteste hanno anche preso di mira Transnet, con la richiesta che i porti del Sudafrica rifiutino il transito delle merci dirette o provenienti da Israele.
Na’eem Jeenah della SA BDS Coalition ha fatto eco all’appello dei palestinesi per una campagna globale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele.
La pressione aumenta su Ramaphosa
Intanto aumentano le le pressioni sul presidente sudafricano Cyril Ramaphosa per tagliare tutti i legami con Israele dopo l’ultima offensiva su Gaza.
Ai microfoni di France 24 all’inizio di questa settimana, Ramaphosa ha denunciato che la situazione nell’enclave palestinese impoverita gli ha ricordato l’apartheid.
“Questo, per noi, è molto vicino alla nostra stessa sofferenza”, ha detto Ramaphosa, aggiungendo che le immagini di case distrutte, persone costrette a fuggire a causa di attacchi aerei e forze israeliane che maltrattano i palestinesi gli hanno riportato alla mente ricordi terribili.
Già nel 2009 i lavoratori portuali sudafricani a Durban si sono rifiutati di scaricare le merci israeliane durante il bombardamento israeliano di Gaza che provocò la morte di 1400 palestinesi.