Fatto quotidiano, Tg3 e le bufale sulla Siria: cose che voi umani non potete neanche immaginare

kerryclinton bufaledi Francesco Santoianni
da lantidiplomatico.it

Raschiano il fondo del barile i media italiani nel tentativo di riesumare la demonizzazione del “regime di Assad”; e tutto questo mentre i media dei loro padroni USA stanno crocifiggendo il governo Obama per l’accordo segreto sul Sarin tra il Segretario di Stato Hillary Clinton e l’ISIS; scandalo  venuto alla luce, verosimilmente, per faide legate alle elezioni presidenziali e, sopratutto, per un’altra magistrale inchiesta di Seymour Hersh, premio Pulitzer.

Ma distraiamo gli occhi da questa icona del giornalismo investigativo per abbassarli sui nostrani media.

Ad esempio sul TG3. 

Credevamo di averle viste tutte; fino all’edizione del 2 maggio. Preceduta dalle accuse all’aviazione di Assad di aver distrutto un ospedale (ma l’onda d’urto della presunta bomba d’aereo, nel video, non fa cadere nemmeno gli estintori alle pareti), ecco la “notizia”:  Assad ha usato anche gas nervino per colpire i territori in mano all’ISIS. Ovviamente, nessuna prova (nemmeno i video farlocchi usati per Goutha 2013), solo un articolo sull’edizione on line del quotidiano israeliano Haretz. Che, ovviamente, per il TG3 è Vangelo.

Riesce a fare ancora peggio “Il Fatto Quotidiano” in un articolo, basato su “documenti rivelati dalla Free Syrian Army” (che, come si preoccupa di precisare lo scrupoloso articolista: “la cui autenticità è ancora da verificare pienamente”).

Documenti che, comunque, secondo lo scrupoloso articolista, attestano, nientemeno un “accordo segreto tra Assad e l’ISIS”; accordo che avrebbe, tra l’altro “facilitato il commercio del greggio, grande fonte di sostentamento del Califfato” (appunto, del Califfato; non dello Stato siriano al quale viene rubato, proprio dal Califfato) e la “riconquista di Palmira” (che, come è noto a tutti – tranne, evidentemente, a Il Fatto –  è costato all’esercito della Repubblica Araba di Siria un prezzo altissimo di vite umane). Un articolo davvero incredibile che “Il Fatto” pretende di supportare basandosi su un’altra sua clamorosa bufala – “Isis, i soldi del Califfo” sulla quale ci eravamo soffermati qualche tempo fa – e rivelando davvero bizzarri accordi: “In cambio del petrolio (….) il Califfato riceve dal governo di Damasco fertilizzante,utilizzato anche per fabbricare ordigni rudimentali.”

Una bufala questa degli “accordi” tra Assad e l’ISIS – tra l’altro, lanciata in Italia nel 2014, addirittura, da  Il Manifesto (per una analisi di questo articolo si veda qui) – che per la sua scarsa efficacia (si veda la sequela di maleparole che affollano i commenti sotto l’articolo de “Il Fatto”) la dice lunga sulla mancanza di convincenti argomenti per proseguire la guerra e il conseguente appoggio ai “ribelli”. Speriamo che questa nuova situazione abbia il suo peso tra un mese, quando il Parlamento europeo dovrà votare il rinnovo delle sanzioni alla Siria.

PS. Stavo chiudendo questo articolo domandandomi se, a proposito de “Il Fatto”, non si rischiava di mettere alla gogna l’unico quotidiano italiano main-stream di “opposizione”. Mi è passato ogni dubbio scoprendo, (ringrazio chi me lo ha segnalato), un recente video nel quale tale Shady Hamadi, spalleggiato dal direttore de “Il Fatto” on line, assicura che ad Aleppo i suoi compari “ribelli siriani” aprono le biblioteche e leggono Gramsci  sulla dittatura e la rivoluzione”.

di Francesco Santoianni
 
Raschiano il fondo del barile i media italiani nel tentativo di riesumare la demonizzazione del “regime di Assad”; e tutto questo mentre i media dei loro padroni USA stanno crocifiggendo il governo Obama per l’accordo segreto sul Sarin tra il Segretario di Stato Hillary Clinton e l’ISIS; scandalo  venuto alla luce, verosimilmente, per faide legate alle elezioni presidenziali e, sopratutto, per un’altra magistrale inchiesta di Seymour Hersh, premio Pulitzer.

Ma distraiamo gli occhi da questa icona del giornalismo investigativo per abbassarli sui nostrani media.
 
Ad esempio sul TG3. 

Credevamo di averle viste tutte; fino all’edizione del 2 maggio. Preceduta dalle accuse all’aviazione di Assad di aver distrutto un ospedale (ma l’onda d’urto della presunta bomba d’aereo, nel video, non fa cadere nemmeno gli estintori alle pareti), ecco la “notizia”:  Assad ha usato anche gas nervino per colpire i territori in mano all’ISIS. Ovviamente, nessuna prova (nemmeno i video farlocchi usati per Goutha 2013), solo un articolo sull’edizione on line del quotidiano israeliano Haretz. Che, ovviamente, per il TG3 è Vangelo.

Riesce a fare ancora peggio “Il Fatto Quotidiano” in un articolo, basato su “documenti rivelati dalla Free Syrian Army” (che, come si preoccupa di precisare lo scrupoloso articolista: “la cui autenticità è ancora da verificare pienamente”).

Documenti che, comunque, secondo lo scrupoloso articolista, attestano, nientemeno un “accordo segreto tra Assad e l’ISIS”; accordo che avrebbe, tra l’altro “facilitato il commercio del greggio, grande fonte di sostentamento del Califfato” (appunto, del Califfato; non dello Stato siriano al quale viene rubato, proprio dal Califfato) e la “riconquista di Palmira” (che, come è noto a tutti – tranne, evidentemente, a Il Fatto –  è costato all’esercito della Repubblica Araba di Siria un prezzo altissimo di vite umane). Un articolo davvero incredibile che “Il Fatto” pretende di supportare basandosi su un’altra sua clamorosa bufala – “Isis, i soldi del Califfo” sulla quale ci eravamo soffermati qualche tempo fa – e rivelando davvero bizzarri accordi: “In cambio del petrolio (….) il Califfato riceve dal governo di Damasco fertilizzante,utilizzato anche per fabbricare ordigni rudimentali.”
 
Una bufala questa degli “accordi” tra Assad e l’ISIS – tra l’altro, lanciata in Italia nel 2014, addirittura, da  Il Manifesto (per una analisi di questo articolo si veda qui) – che per la sua scarsa efficacia (si veda la sequela di maleparole che affollano i commenti sotto l’articolo de “Il Fatto”) la dice lunga sulla mancanza di convincenti argomenti per proseguire la guerra e il conseguente appoggio ai “ribelli”. Speriamo che questa nuova situazione abbia il suo peso tra un mese, quando il Parlamento europeo dovrà votare il rinnovo delle sanzioni alla Siria.

 

PS. Stavo chiudendo questo articolo domandandomi se, a proposito de “Il Fatto”, non si rischiava di mettere alla gogna l’unico quotidiano italiano main-stream di “opposizione”. Mi è passato ogni dubbio scoprendo, (ringrazio chi me lo ha segnalato), un recente video nel quale tale Shady Hamadi, spalleggiato dal direttore de “Il Fatto” on line, assicura che ad Aleppo i suoi compari “ribelli siriani” aprono le biblioteche e leggono Gramsci  sulla dittatura e la rivoluzione”.