Continua, con la complicità dell’Occidente, la feroce repressione nel Bahrein

nota a cura di Marx21.it

 

bahrain protest36 persone sono state condannate a pesanti pene detentive dal tribunale speciale creato dal regime per giudicare i partecipanti alle proteste popolari che hanno attraversato il Bahrein nei mesi di febbraio e marzo. 14 di loro sono stati condannati all’ergastolo, 21 a 15 anni di carcere, tra cui un giovane che deve ancora compire 18 anni.

 

Le condanne sono state rese note solo alcuni giorni dopo che un altro tribunale speciale aveva comminato pene pesantissime a 20 operatori della sanità, accusati di avere prestato assistenza medica ai dimostranti feriti nel corso degli scontri con la polizia. Uno dei medici colpiti dalla sentenza ha denunciato di essere stato interrogato sotto tortura, fatto confermato da alcune testimonianze, tra cui quella di una dottoressa anch’essa sottoposta a brutali sevizie, anche attraverso la somministrazione di scosse elettriche.

 

Mentre continuano le rappresaglie e la repressione contro le proteste che minacciano di riprendere con vigore (manifestazioni si sono svolte recentemente in alcune località, tra cui anche la capitale Manama), il regime cerca di ottenere una legittimazione attraverso una messa in scena elettorale.

 

Il secondo turno della consultazione “parziale” svoltasi per sostituire un gruppo di deputati oppositori del regime è stata segnata, come testimoniano i giornalisti di AFP, dalla scarsissima affluenza e dal clima di intimidazione che l’ha caratterizzata.

 

Va ricordato che il 14 marzo truppe dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi Uniti avevano occupato il paese, intervenendo a sostegno del regime per reprimere le manifestazioni di massa in corso nel Bahrein, con l’evidente avallo degli Stati Uniti che in questo paese dispongono della più poderosa tra le basi navali presenti nella regione.