Barghouti, Sa’adat e la lotta dei palestinesi nelle prigioni di Israele

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Il Ministro degli Affari dei Prigionieri Issa Qaraqe ha dichiarato che oltre 120 prigionieri palestinesi, compresi i due leader, si accoderanno allo sciopero della fame per un giorno in sostegno e solidarietà ai detenuti amministrativi che rifiutano i pasti da oltre quattro settimane. La solidarietà nelle carceri è un avvertimento al Servizio carcerario israeliano che i prigionieri in lotta non si fermeranno e saranno pronti ad intensificare gli sforzi finché non verranno rispettate le richieste degli scioperanti, detenuti senza alcun processo.

Marwan Barghouti è una figura chiave nel movimento palestinese Al-Fatah mentre Ahmad Sa’adat è il Segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina. Entrambi sono membri del Consiglio legislativo palestinese.

Circa 120 prigionieri palestinesi sono attualmente in sciopero della fame per protestare contro la loro detenzione senza accusa né processo nelle carceri israeliane. La maggior parte di loro ha iniziato la protesta 26 giorni fa, reclamando ad Israele di cambiare la sua politica nell’uso criminale ed illegale della detenzione amministrativa. Quindici detenuti amministrativi sono stati ricoverati in ospedale dopo lo sciopero iniziato il 24 aprile.

Secondo l’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem «a differenza di un procedimento penale la detenzione amministrativa non è destinata a punire una persona per un reato commesso, ma per contrastare un pericolo futuro. […] L’intera procedura è segreta: ai detenuti amministrativi non viene detto il motivo della loro detenzione e nemmeno le accuse specifiche contro di loro […].

Dal momento che i detenuti non sanno le prove contro di loro , non sono in grado di confutare o difendersi.» (Report di B’Tselem dell’11 maggio).

Il 14 maggio 2012, circa 2.000 prigionieri palestinesi conclusero uno sciopero della fame di 27 giorni dopo aver raggiunto un accordo con Israele.

Secondo i termini della transazione a circa 400 prigionieri provenienti da Gaza sarebbe stato consentito di ricevere visite dai loro familiari e i detenuti amministrativi sarebbero stati liberati.

Secondo Addameer, Israele accettò anche di limitare l’uso delle detenzione amministrative per casi eccezionali, ma ha rinnegato l’accordo rinnovando la detenzione di alcuni prigionieri e continuando ad applicare regolarmente tale politica.