Macao, 25 anni dopo: il successo di “un Paese, due sistemi”

di Francesco Maringiò

da https://italian.cri.cn

Tra crescita economica, redistribuzione della ricchezza e diversificazione culturale, Macao si è trasformata in una regione stabile e prospera, mostrando come l’integrazione con l’entroterra cinese possa preservare le peculiarità locali e garantire sviluppo a lungo termine.

Con l’arrivo ieri di Xi Jinping a Macao, le celebrazioni per il 25° anniversario del ritorno dell’isola alla Cina entrano nel vivo. Non è la prima volta che il leader cinese mette piede a Macao. Già quando era governatore della provincia orientale del Fujian, l’attuale presidente cinese aveva visitato l’isola per discutere della cooperazione economica tra la provincia e la Regione Amministrativa Speciale (RAS). Da lì in poi altre sei volte sarà a Macao in veste dei suoi crescenti ruoli.

Il compimento del 25º anniversario è anche il momento ideale per riflettere sull’attuazione del principio “un Paese, due sistemi”. Questa formula consente all’isola di conservare il suo peculiare sistema economico ed amministrativo, all’interno del quadro di riferimento delle leggi e del sistema della Cina socialista. Fu Deng Xiaoping ad ideare questa concezione, applicata ad Hong Kong e Macao, le due RAS, in seguito al ritorno delle isole alla madrepatria, dopo il lungo dominio coloniale terminato alla fine degli anni ’90.

Nell’ultimo quarto di secolo, il modello “un Paese, due sistemi” ha favorito una rapida crescita economica della regione, in parallelo con lo sviluppo economico dell’entroterra cinese, seppur seguendo un percorso distinto. Questo boom economico ha generato benefici per gran parte della popolazione locale. Il governo ha investito significativamente nel miglioramento di alloggi, assistenza sanitaria ed istruzione di qualità, rendendoli più accessibili. Inoltre, Macao si distingue per un elevato livello di sicurezza.

Questo benessere diffuso è il frutto di una profonda trasformazione economica che ha caratterizzato l’ultimo quarto di secolo. Il PIL pro capite di Macao è passato da 15.000 dollari nel 1999 a quasi 70.000 dollari nel 2023. Nello stesso periodo, il PIL pro capite degli Stati Uniti è aumentato da 34.500 a 82.000 dollari, mentre quello dell’entroterra cinese è cresciuto da 873 a 12.600 dollari. Nel 2024 Macao è stata classificata da Forbes come la seconda regione più ricca al mondo, superata solo dal Lussemburgo. Dal 2008 il governo di Macao distribuisce un sussidio annuale di 10.000 patacas, la moneta locale (circa 1.250 dollari), a ogni cittadino, attuando così una redistribuzione della ricchezza. Tutt’altro scenario rispetto alla città famosa per i casinò ed il gioco d’azzardo, in preda di organizzazioni criminali, come era durante l’epoca coloniale portoghese. Questa redistribuzione della ricchezza è riscontrabile anche nel benessere accumulato dai cittadini in questi anni: i risparmi privati sono aumentati di otto volte dal 1999, arrivando a superare i 700 miliardi di patacas (88 miliardi di dollari).

Questi dati economici trovano riscontro nel grado di soddisfazione popolare. Un sondaggio condotto dal Centro per gli studi di Macao dell’Università di Macao, congiuntamente con il China Media Group ha fotografato il grado di soddisfazione e felicità a livello popolare. Una percentuale di intervistati superiore al 90% è ottimista sulle prospettive di sviluppo futuro e supporta le attività di governo della RAS di Macao. ll 91,9% ha dichiarato che i diritti politici e le libertà della popolazione sono pienamente garantiti ed il 93,9% degli intervistati ha espresso fiducia nell’attuazione di “un Paese, due sistemi”. Sono numeri importanti (e plebiscitari) non solo nella loro dimensione percentuale. Il sondaggio è stato effettuato su un campione di 1.551 intervistati di Macao, corrispondenti a circa lo 0,23% della popolazione (un sondaggio in Italia, per avere un termine di paragone, viene effettuato su un campione rappresentativo che pesa circa lo 0,0025% del totale della popolazione).

A dicembre 2018 ho visitato Zhuhai ed il ponte che lo collega ad Hong Kong e Macao, un’opera ingegneristica innovativa, ma soprattutto uno strumento capace di facilitare la cooperazione tra l’entroterra cinese e le RAS, sviluppando appieno l’obiettivo della Greater Bay Area, l’ambizioso progetto cinese volto a creare un hub economico globale. Questo impegno rientra nell’obiettivo di trasformazione e diversificazione dell’economia dell’isola, andando oltre la dipendenza dai casinò. Nel 2023 molti eventi culturali e artistici hanno attirato quasi 20 milioni di turisti, mentre i concerti su larga scala hanno generato circa 1,1 miliardi di MOP (pataca di Macao, la valuta ufficiale) di vendite al botteghino. I settori diversi dal gioco d’azzardo contribuiscono ora a oltre il 60% del PIL di Macao.

Questi dati suggeriscono una prima constatazione: l’attuazione della politica “un Paese, due sistemi” si è rivelata pienamente efficace. A differenza delle preoccupazioni espresse da alcuni, che temevano una diminuzione dell’identità e della ricchezza per l’ex colonia portoghese, Macao ha conosciuto una fase di grande prosperità, traendo notevoli vantaggi dall’integrazione con l’entroterra. L’apertura dei mercati lusofoni per la Cina e l’inserimento di Macao in un contesto di crescita economica, tecnologica e infrastrutturale senza precedenti sono solo alcuni esempi dei benefici reciproci derivanti da questa unione.

Il successo di Macao non è quindi un evento isolato, ma un chiaro segnale della validità di una strategia orientata alla coesistenza pacifica e allo sviluppo congiunto. Questo modello potrebbe rappresentare una prospettiva concreta e positiva anche per altre realtà, come Taiwan. L’esperienza di Macao indica la possibilità di conciliare il processo di unificazione nazionale con la tutela delle specificità economiche, culturali e amministrative locali, aprendo così la strada a una forma innovativa di integrazione che assicuri stabilità e progresso per tutte le parti coinvolte.

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