L’Ucraina potrebbe prepararsi ad attaccare o tagliare fuori la città sud-orientale di Gomel in Bielorussia

di Andrew Korybko

da https://korybko.substack.com

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Domenica il Ministero degli Esteri ucraino ha rilasciato una dichiarazione in cui metteva in guardia da quella che descriveva come la “minaccia” rappresentata dall’accumulo militare della Bielorussia lungo il confine, le cui motivazioni sono state analizzate qui all’inizio di agosto. La scorsa settimana il presidente bielorusso Lukashenko ha anche attirato l’attenzione sulle 120.000 truppe ucraine che, a suo dire, sono state le prime ad essere dispiegate sul posto. A titolo di riferimento, la Bielorussia ha solo circa 65.000 soldati attivi, un terzo dei quali staziona lungo il confine ucraino.

Meno di una settimana fa, una piccola forza ucraina ha tentato senza successo di invadere un piccolo villaggio nella regione russa di Bryansk, a soli 30 chilometri dal confine bielorusso. Con il senno di poi si è trattato probabilmente di un tentativo di sondaggio, ma un’invasione simile a quella di Kursk lungo quel fronte potrebbe rischiare di ostacolare o addirittura tagliare la logistica militare russa verso la città sudorientale bielorussa di Gomel. Questo perché c’è un’autostrada vicina che collega questa città con l’omonima capitale di Bryansk, a soli 30-50 chilometri dal confine con la Russia.

L’Ucraina potrebbe prepararsi ad attaccare Gomel (che dista solo 30 chilometri dal confine) o almeno a minacciare la logistica militare russa che da Bryansk arriva lì, a giudicare dalla dichiarazione del Ministero degli Esteri, che il “Kyiv Independent” ha notato essere la prima sulla Bielorussia dallo scorso settembre. Il ministero ha lasciato intendere in modo sinistro un ultimatum scrivendo che “esortiamo le sue forze armate a cessare le azioni ostili e a ritirare le forze dal confine di Stato dell’Ucraina a una distanza superiore al raggio di tiro dei sistemi bielorussi”.

A ciò si è aggiunto il richiamo alla Bielorussia: “Avvertiamo che in caso di violazione del confine di Stato dell’Ucraina da parte della Bielorussia, il nostro Stato prenderà tutte le misure necessarie per esercitare il diritto all’autodifesa garantito dalla Carta delle Nazioni Unite. Di conseguenza, tutti i concentramenti di truppe, le strutture militari e le vie di rifornimento in Bielorussia diventeranno obiettivi legittimi per le Forze armate dell’Ucraina”. È quindi possibile aprire un altro fronte con questo falso pretesto, se Kiev ha la volontà politica di farlo.

Ci sono argomenti a favore e contro i cinque scenari più probabili. Il primo è che l’Ucraina non invada né la regione di Gomel né quella di Bryansk, accontentandosi invece di continuare a inviare droni attraverso il confine della prima e, eventualmente, di continuare a compiere incursioni su piccola scala nella seconda.

Per quanto riguarda il secondo scenario, l’Ucraina potrebbe provocare la Bielorussia ad avviare ostilità convenzionali o orchestrare un false flag a tal fine. In entrambi i casi, l’Occidente potrebbe essere costretto a intervenire convenzionalmente, come ha riferito il quotidiano italiano La Repubblica, se la Bielorussia venisse formalmente coinvolta in questo conflitto. L’Ucraina potrebbe avere un disperato bisogno di alleggerire la pressione che un tale intervento potrebbe portare, ma potrebbe rimanere isolata o l’intervento potrebbe portare le tensioni fuori controllo.

Il terzo, il quarto e il quinto scenario sono simili: l’Ucraina potrebbe attaccare Gomel, Bryansk o entrambi. Ciò comporterebbe gli stessi rischi che il primo scenario scongiura per quanto riguarda l’ulteriore estensione delle proprie forze e/o di quelle avversarie. È l’insieme di scenari più drammatico per quanto aggraverebbe il conflitto, ma potrebbe essere proprio quello che l’Ucraina vuole se crede che questo possa indurre l’Occidente a intervenire convenzionalmente a suo sostegno, ciò implica che perderà presto se non lo farà.

Di queste cinque ipotesi, la prima sarebbe probabilmente la migliore, ma sembra essere la meno probabile. Il Ministero degli Esteri ucraino non avrebbe fatto la sua prima dichiarazione sulla Bielorussia in quasi un anno se non avesse creduto che questo le avrebbe portato qualche tipo di beneficio, per non parlare di un minaccioso ultimatum per poi riaffermare il suo diritto all’autodifesa, che verrebbe distorto per giustificare l’aggressione nel caso in cui decidesse di attaccare Gomel e/o Bryansk. Qualcosa bolle in pentola e non promette nulla di buono per la Bielorussia.

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