L’Occidente ha semplicemente alzato le spalle mentre i rivoltosi tentavano di prendere d’assalto il Parlamento georgiano

di Andrew Korybko

da https://korybko.substack.com

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

mercoledì i servizi di sicurezza georgiani hanno sventato un tentativo di assalto al parlamento da parte dei rivoltosi, in risposta all’imminente legge sugli agenti stranieri del Paese, modellata su quella statunitense, ma che i media occidentali hanno definito di “ispirazione russa”. Questo J6 redux è stato accolto con un’alzata di spalle da Stati Uniti e Unione Europea, in un tacito segno di sostegno alle manifestazioni sempre più violente dei manifestanti. Ecco alcune informazioni di base su questa Rivoluzione Colorata per aggiornare tutti su questo tema:

* 8 Marzo 2023: “Georgia Is Targeted For Regime Change Over Its Refusal To Open A ‘Second Front’ Against Russia

* 9 Marzo 2023: “Georgia’s Withdrawal Of Its US-Inspired Foreign Agents Bill Won’t End Western Pressure

* 11 Marzo 2023: “Russia Called The US Out For Double Standards Towards Georgia-Moldova & Bosnia-Serbia

* 3 July 2023: “Georgia’s Ruling Party Chairman Discredited The ‘False Flag Coup’ Conspiracy Theory

* 4 Ottobre 2023: “Armenia’s Impending Defection From The CSTO Places Georgia Back In The US’ Crosshairs

In sostanza, il tentativo di cambio di regime dell’Occidente contro il governo georgiano è guidato dall’odio del primo verso l’approccio equilibrato del secondo nei confronti della guerra per procura tra NATO e Russia in Ucraina. Il rifiuto di Tbilisi di imporre sanzioni contro Mosca, che schiaccerebbero la sua economia, viene interpretato come una presunta prova che la leadership prende ordini dal Cremlino. Idem per la legge sugli agenti stranieri di ispirazione americana, che ha semplicemente lo scopo di informare la popolazione su chi finanzia i prodotti informativi.

L’agenda geopolitica più ampia in gioco è quella di sostituire il governo georgiano con dei fantocci occidentali per facilitare la logistica militare della NATO verso la vicina Armenia, priva di sbocchi sul mare, che l’alleanza vorrebbe trasformare nel suo nuovo bastione regionale per dividere e governare il Caucaso meridionale. L’incapacità di rovesciare il partito georgiano al potere ha indotto il leader armeno ad avere paura e ad avviare finalmente la delimitazione del confine del suo Paese con l’Azerbaigian, che, se completata con successo, ostacolerà i piani della NATO.

Ecco il motivo per cui l’Occidente ha rilanciato la sua Rivoluzione Colorata contro la Georgia in questo preciso momento, non solo perché la sua legge sugli agenti stranieri dovrebbe entrare in vigore entro questo mese, ma anche per segnalare all’Armenia che dovrebbe congelare le trattative sui confini, dato che gli aiuti della NATO potrebbero essere in arrivo. Questo tempestivo pretesto legale viene quindi sfruttato a fini geopolitici, anche se non è chiaro se farà cadere il governo georgiano e/o influenzerà i negoziati in corso tra Armenia e Azerbaigian.

Gli ultimi disordini a Tbilisi sono stati preceduti dalla presentazione da parte del Congresso del “Azerbaijan Sanctions Review Act”, che è stato un ulteriore segnale all’Armenia di resistere fino all’arrivo degli aiuti della NATO. In poche parole, quello che sta avvenendo è il riorientamento geostrategico della regione lontano dall’egemonia occidentale, accelerato dall’avvio da parte dell’Armenia dei colloqui di confine con l’Azerbaigian, a lungo rimandati. Se la NATO non riuscirà a “strappare” l’Armenia alla CSTO, la sua intera politica regionale crollerà.

Il doppiopesisimo mostrato per quanto riguarda le false affermazioni dell’Azerbaigian sulla “pulizia etnica” degli armeni dalle regioni occidentali precedentemente occupate e la scrollata di spalle di fronte all’ultimo J6 redux della Georgia sono la prova delle ulteriori motivazioni geopolitiche dell’Occidente nella regione. L’obiettivo è quello di “estromettere” l’Armenia dalla CSTO parallelamente al rovesciamento del governo georgiano, anche se gli ultimi sviluppi suggeriscono che questo obiettivo sarà molto più difficile da raggiungere di quanto l’Occidente si aspettasse.

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