L’imperialismo USA e la guerra contro la Cina

di Daniele Burgio, Massimo Leoni e Roberto Sidoli

L’ammiraglio a capo delle operazioni navali statunitensi, Lisa Franchetti, ha esposto nel settembre 2024 un guerrafondaio piano denominato “Project 33” destinato a fornire le linee guida per una futura guerra a stelle e strisce contro la Cina, individuando a tale scopo sette obiettivi principali, ivi compreso l’utilizzo su larga scala di robot per integrare le unità combattenti statunitensi contro Pechino, in un conflitto previsto come ormai vicino.1

Ma non solo: sempre nel settembre 2024 il vice segretario di stato americano Kurt Campbell ha definito in modo bellicista la Cina come la minaccia più significativa che gli Stati Uniti abbiano mai affrontato, ottenendo subito una ferma risposta da parte di Pechino.

“Durante la conferenza stampa svoltasi il 19 settembre al Ministero degli Esteri cinese, il portavoce Lin Jian ha risposto alle recenti affermazioni di Kurt Campbell, vice segretario di Stato americano. Lin ha criticato alcuni funzionari statunitensi per aver “propagandato in pubblico la minaccia cinese e incitato il confronto tra blocchi”, definendo tali comportamenti “colmi di una mentalità a somma zero, tipica della Guerra Fredda, e pregiudizi ideologici”. La Cina ha espresso forte scontento per queste posizioni.

Il portavoce ha affermato che gli Stati Uniti trattano la situazione internazionale e hanno riscontrato le relazioni sino-americane dal punto di vista della concorrenza strategica, considerando erroneamente la Cina come la loro più grande sfida. Secondo Lin, questo approccio non corrisponde agli interessi fondamentali dei popoli dei due Paesi, né alle aspettative delle comunità internazionali.

Lin Jian ha ribadito l’impegno della Cina per una cooperazione amichevole con gli altri Paesi, sottolineando che tale intenzione non è rivolta contro nessuna terza parte.

Al termine della conferenza, il portavoce ha esortato gli USA ad “abbandonare la mentalità a somma zero” ea “smettere di propagandare la teoria della minaccia cinese”, invitando invece a promuovere “il rispetto reciproco, la convivenza pacifica e la cooperazione win-win”. ” per promuovere relazioni sino-americane stabili, sane e sostenibili.”2

Si tratta solo di alcuni pezzi di quella che anche il Corriere della Sera ha definito, ancora nel marzo del 2024, come la “guerra invisibile” di Washington contro Pechino, in un’aggressione sotterranea e costante di cui sono parte integrante anche le inutili, vane e controproducenti sanzioni degli Stati Uniti contro il crescente e gigantesco processo di produzione di superchip in terra cinese.3

Note:

1 S. Lagrone, “CNO Franchetti war plan preparing navy for Pacific conflict by 2027 with flat budgets, static fleet size”, 18 settembre 2024, in news.usni.org

2 “Cina contro gli USA: Stop alla retorica della minaccia cinese”, 19 settembre 2024, in Italian.cri.cn

3 L. Lamperti, “Il nuovo super chip di Huawei, così il colosso cinese potrebbe aggirare le sanzioni USA”, 16 agosto 2024, in lastampa.it

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