Le parole di Mattarella e l’esercito europeo

di F.M.

La nascita di un “esercito europeo” in questo contesto, segnerebbe l’autonomia dell’Europa dagli Usa?

Al Quirinale ieri si sono riuniti i presidenti di tredici paesi europei del “gruppo Arraiolos”. In questa occasione il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha perorato una svolta a favore di una difesa comune europea, richiamando anche la definizione di una politica estera comune «e lo sviluppo congiunto di capacità nel settore di sicurezza e difesa». Solo pochi giorni fa Giampiero Massolo, già direttore dell’agenzia che coordina le attività dei servizi segreti, aveva parlato dell’esigenza di un’iniziativa che consolidi l’”autonomia strategica” europea. Di fronte alla crisi di egemonia degli Stati Uniti ritorna a gran voce il dibattito sulla costituzione di un esercito europeo e questo alimenta la speranza (l’illusione?) che tutto ciò si accompagni ad una autonomia strategica europea dagli Stati Uniti. Ad alimentare questa percezione, le affermazioni frammentarie della Merkel di rendersi autonomi dagli Usa, dopo l’elezione di Trump, o quelle di Macron che ha decretato la “morte celebrale” della Nato.

È indubbio che questa nuova fase americana di progressivo disinteresse dall’area mediterranea e mediorientale aumenta la percezione di un “allontanamento” dall’Europa, ma attenzione a non non scambiare lucciole per lanterne. Stanti gli attuali rapporti di forza all’interno dei singoli paesi e della stessa Ue e tra essa egli Usa, qualora nascesse un esercito europeo, questo non rappresenterebbe un passo verso l’autonomia strategica dell’Europa ed un ribilanciamento di forze all’interno del campo atlantico. Al contrario: esso rappresenterebbe invece il compimento di un progetto imperialistico per il polo europeo che avrebbe il compito di portare avanti quelle politiche guerrafondaie e nemiche dei popoli a cui gli Stati Uniti si sono dedicati dalla fine della Seconda Guerra mondiale. Questo esercito europeo avrebbe il compito di continuare il lavoro fatto dagli Usa in questi decenni: spingersi verso est (provocando la Russia) e verso Sud (intromettendosi negli affari interni dei paesi del Mena).

Il segno di questo progetto non potrebbe essere diverso: non viene infatti messa in discussione la presenza di truppe e basi militari Usa e Nato in Europa, né l’appartenenza dei singoli paesi alla Nato. Per l’Italia sarebbe un modo elegante per bypassare e tradire la propria carta costituzionale e l’art.11.