Le esercitazioni tattiche sulle armi nucleari della Russia hanno lo scopo di scoraggiare un intervento della NATO in Ucraina

di Andrew Korybko

da https://korybko.substack.com

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

Lunedì Sputnik ha riferito che lo Stato Maggiore russo si sta preparando a svolgere esercitazioni militari con l’uso di armi nucleari tattiche, dopo che nel fine settimana la portavoce del Ministero degli Esteri Zakharova ha avvertito che le esercitazioni della NATO “Steadfast Defender” sono preparativi per una guerra con la Russia. L’edizione italiana de La Repubblica ha inoltre riportato nel fine settimana che la NATO potrebbe intervenire convenzionalmente in Ucraina se la Russia dovesse sconfinare dalla Bielorussia o compiere “provocazioni” contro i membri della NATO.

Questi sviluppi fanno seguito alle dichiarazioni del vice capo del GUR, Skibitsky, che la scorsa settimana ha dichiarato all’Economist che le linee del fronte potrebbero presto crollare, allineandosi allo scenario peggiore che il Comitato ucraino di intelligence ha condiviso a fine febbraio. Vale anche la pena ricordare che Macron ha appena riaffermato la minaccia di intervenire in Ucraina (molto probabilmente nei pressi di Odessa) in quel caso, la Polonia non esclude di fare lo stesso e il premier ucraino ha appena detto che potrebbe chiedere l’invio di truppe della NATO.

Non c’è quindi da stupirsi che la Russia abbia interpretato questi segnali come un precondizionamento dell’opinione pubblica occidentale ad accettare questa possibilità, ecco perché il suo Stato Maggiore si sta preparando a svolgere esercitazioni per praticare l’uso di armi nucleari tattiche. Secondo quanto riportato da La Repubblica, in caso di decisione potrebbero affluire in Ucraina ben 100.000 soldati della NATO, e l’unico modo realistico per impedire che vadano oltre il Dnieper e si scontrino direttamente con le truppe russe è l’uso di armi nucleari tattiche per autodifesa.

Tutto si muove così velocemente che nessuno può dire con certezza cosa accadrà, ma ricordare gli interessi di ciascuna parte, così come li concepiscono i politici, può aiutare a farsi un’idea più precisa di quanto possano essere probabili certi scenari. La Russia vuole smilitarizzare e denazificare l’Ucraina, mentre la NATO vuole fermarla, senza che nessuno dei due riesca a raggiungere i propri obiettivi in questo senso. La variabile che cambierà la partita, tuttavia, sarà ciò che ciascuno farà se/quando le linee del fronte crolleranno.

La Russia si muoverà almeno per garantire i confini amministrativi completi delle quattro regioni recentemente riunificate, ma potrebbe andare oltre e potenzialmente aprire altri fronti nel nord (dalla Bielorussia e/o intorno a Sumy-Kharkov) per raggiungere il maggior numero possibile dei suoi obiettivi. Se ciò dovesse accadere, la NATO potrebbe farsi prendere dal panico a seconda di quanto lontano andrà la Russia e quanto velocemente avanzerà, servendo così a giustificare qualsiasi pretesto che si inventerà per iniziare un intervento convenzionale in Ucraina.

Il dilemma di sicurezza tra la NATO e la Russia, che fa da cornice a questi eventi, si aggraverebbe, poiché la Russia potrebbe farsi prendere dal panico a seconda dell’avanzamento della NATO. L’alleanza potrebbe limitarsi a occupare tutto ciò che si trova a ovest del Dnieper, ma potrebbe anche attraversare il fiume e posizionare le proprie forze in modo da attaccare quelle russe. Qualsiasi mossa in quella direzione potrebbe spingere la Russia a prevenire con delle bombe atomiche tattiche. Se queste vengono sganciate, il mondo intero cambierà.

Il modo più efficace per disinnescare questo dilemma apocalittico sulla sicurezza è che una terza parte neutrale, come l’India o il Papa, faccia da mediatore e scoprendo e trasmettendo alle due parti le vere intenzioni. Se la Russia non intende marciare ancora una volta su Kiev e la NATO non intende attraversare il Dnieper, allora nessuno dei due potrebbe farsi prendere dal panico e reagire in modo eccessivo, superando inavvertitamente le linee rosse. Potrebbe quindi verificarsi un ritiro semi-ordinato dell’esercito ucraino oltre il Dnieper per smilitarizzare l’est come zona cuscinetto.

Questo sarebbe il migliore scenario possibile per attenuare queste pericolose dinamiche, anche se ovviamente non è scontato, dato che al momento nessuno sta mediando tra le due parti e l’una o l’altra potrebbe mentire a chiunque lo faccia per ingannare i propri avversari. Tuttavia, si spera che qualcuno si faccia avanti per tentare prima che il fronte crolli e che i suoi nobili sforzi siano sinceramente accolti da entrambe le parti, poiché la riluttanza a farlo potrebbe portare nel peggiore dei casi il mondo alla distruzione.

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