di Giulio Chinappi
da https://giuliochinappi.wordpress.com
Mentre in Austria è in ballo la formazione del governo federale, le elezioni appena svoltesi in Vorarlberg e quelle venture in Stiria rappresentano degli importanti banchi di prova per i principali partiti. Dal canto suo, il Partito Comunista spera di ottenere un risultato record proprio in Stiria.
Le elezioni nel Land austriaco del Vorarlberg, tenutesi lo scorso 13 ottobre, si inseriscono nel contesto dell’attuale processo di formazione del governo federale, in seguito alle elezioni legislative nazionali del 29 settembre.
Nonostante gli assalti dell’estrema destra, il Partito Popolare Austriaco (Österreichische Volkspartei, ÖVP) ha mantenuto questa volta la sua posizione di primo forza, pur dovendo fare i conti con una perdita di voti rispetto alle precedenti elezioni, raggiungendo il 38,6% dei consensi. Il Partito della Libertà d’Austria (Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ), vincitore delle elezioni federali, ha ottenuto invece un notevole incremento di voti, arrivando al 27,8%, mentre i Verdi (Die Grünen – Die Grüne Alternative), che in precedenza avevano goduto di un forte sostegno, hanno visto un calo significativo, scendendo al 13%. Dal canto loro, il Partito Socialdemocratico Austriaco (Sozialdemokratische Arbeiterpartei Österreichs, SPÖ) e la coalizione liberale NEOS (Das Neue Österreich und Liberales Forum) hanno mantenuto percentuali simili a quelle delle ultime elezioni, attorno al 9%.
Questo risultato ha aperto diverse possibilità per la formazione del nuovo governo locale, ma, allo stesso tempo, ha dato vigore all’ipotesi di un governo che escluda l’estrema destra del FPÖ anche a livello federale, come sembrerebbe preferire il Presidente federale Alexander Van der Bellen. Nell’ambito del Vorarlberg, la ÖVP potrebbe scegliere di continuare la coalizione con i Verdi, che ha guidato il Land dal 2014, confermando dunque il governatore popolare uscente, Markus Wallner. L’ipotesi meno probabile potrebbe invece vedere il Partito Popolare allearsi con la FPÖ, combinazione che darebbe ai due partiti una larga maggioranza in consiglio, sufficiente per stabilire una linea politica più solida e conservatrice. La decisione è nelle mani del Landeshauptmann Wallner, leader della ÖVP, il quale ha ricevuto mandato dalla sua direzione per esplorare tutte le opzioni disponibili per la formazione del governo con sede a Bregenz.
Come abbiamo detto, le implicazioni politiche di questo voto non si limitano al contesto regionale. La crescita della FPÖ rafforza certamente la sua posizione a livello nazionale, alimentando una dinamica che potrebbe complicare la formazione di una coalizione stabile nel governo federale austriaco. Il risultato ha suscitato reazioni positive da parte della FPÖ, che vede nella crescita dei consensi in Vorarlberg un segnale incoraggiante in vista delle prossime elezioni in altre regioni, a partire dalla Stiria (Steiermark), che andrà alle urne a novembre. Il leader della FPÖ di Vienna, Dominik Nepp, ha espresso soddisfazione per l’andamento del partito, considerandolo un segnale di un possibile successo anche nella capitale nel 2025.
La ÖVP, pur avendo mantenuto la leadership regionale nel Vorarlberg, si trova a fare i conti con una diminuzione del suo elettorato nelle piccole comunità, un segnale di potenziale debolezza che potrebbe influenzare la sua strategia politica a Vienna. Tuttavia, il partito si mostra ottimista, sottolineando l’importanza della stabilità e della continuità, come dichiarato dal leader viennese Karl Mahrer.
Come abbiamo detto, mentre procedono le contrattazioni per la formazione del governo sia a livello federale che nel Land del Vorarlberg, l’attenzione si sta già spostando verso le prossime elezioni in Stiria, previste per il 24 novembre. A seconda della scelta di Wallner riguardo alla coalizione, potrebbe emergere un quadro che rafforzerebbe la tendenza conservatrice della politica austriaca, rendendo la FPÖ un partner sempre più centrale nelle dinamiche politiche nazionali. Questo scenario non solo potrebbe modellare le alleanze future in altre regioni, a partire dalla stessa Stiria, ma potrebbe anche esercitare pressioni sul governo federale nel processo di formazione di un esecutivo stabile.
Proprio la Stiria, poi, rappresenta una delle roccaforti del Partito Comunista d’Austria (Kommunistische Partei Österreichs, KPÖ). In Vorarlberg, i comunisti hanno ottenuto solamente lo 0,7% delle preferenze, il che potrebbe sembrare un risultato negativo, ma non tiene conto del fatto che questo Land non è mai stato particolarmente propizio per il KPÖ. Addirittura, i comunisti non avevano più presentato una propria lista dal 1989, dunque il fatto stesso di aver partecipato alle ultime elezioni ha rappresentato un ottimo passo in avanti per il KPÖ.
Diverso il discorso in Stiria, dove nel 2019 i comunisti ottennero il 5,99% dei consensi, eleggendo due deputati al Landtag. Attualmente, i sondaggi prevedono un ulteriore incremento di consensi per il KPÖ, che potrebbe addirittura andare oltre il 6,34% raggiunto nel 2005, quando i comunisti eletti furono addirittura quattro. Secondo le stime più ottimistiche, il KPÖ potrebbe addirittura superare la soglia dell’8%, un fatto avvenuto solamente nel 1945 a Vienna e in Carinzia in tutta la storia delle elezioni regionali austriache.
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