
di Fabio Massimo Parenti
Unicità dell’ascesa cinese
Lo sviluppo della Cina non ha eguali nella storia dell’umanità. Non c’è nazione che sia riuscita a passare da uno stato di povertà generale ad aver sconfitto la povertà assoluta, dopo un secolo dalla fondazione del PCC.
La Cina è diventata un attore strategico chiave dello scacchiere internazionale e i suoi modelli di sviluppo – politico-economico ed organizzativo – sono sempre più studiati e presi come esempi da seguire.
Una delle principali parole chiave della tradizione diplomatica cinese è “coesistenza”, che implica il rifiuto del confronto conflittuale tra entità politiche. “La Cina continuerà ad esplorare metodi e meccanismi moderni per costruire un nuovo modello di relazioni tra i paesi. Un modello che può portare benefici ai cittadini di tutto il mondo nell’era della globalizzazione economica” (Zhang Boying, 2014).
La Cina promuove costantemente idee e pratiche che rifiutano la concorrenza internazionale e il conflitto. Diventata seconda potenza economica a livello mondiale in meno di 70 anni, l’ascesa economica e sociale cinese è stata sorprendente. Per questo motive, è vista dal sistema USA-NATO come una minaccia (almeno dalla fine degli anni Novanta).
L’esperienza contemporanea cinese è sorprendente non solo per il suo rapido sviluppo, ma anche per le sue caratteristiche uniche, dovute alla longevità della sua civiltà.
C’è davvero un’enorme differenza tra l’ascesa delle potenze occidentali e l’ascesa della Cina. Quest’ultima è stata un’ascesa pacifica, raggiunta senza danneggiare governi terzi e senza fare guerre o sfruttare i popoli. In altre parole, il “miracolo cinese” non è disceso dal cielo e non ha mai avuto a che fare con pratiche colonialiste e imperialiste.
Al contrario, la grande trasformazione della Repubblica Popolare è stata possibile solo grazie alle politiche attuate dal Partito Comunista Cinese negli ultimi 100 anni.
Il mio recente libro su “la via cinese. Una sfida per un futuro condiviso” (disponibile in italiano, e in breve cinese e inglese) cerca di rappresentare l’unicità del modello cinese a scala nazionale e internazionale rispetto a quello occidentale.
La civiltà cinese, sebbene altamente modernizzata e capace di apprendere e adattare elementi tipici dello sviluppo occidentale, è rimasta estremamente diversa nella sua peculiare longevità. Nella politica cinese contemporanea prevalgono continuità storiche, filosofiche e pratiche, incentrate sulla tradizione confuciana, che è storicamente combinata con il taoismo e il buddismo cinesi.
Insomma, il sistema politico cinese non è stato occidentalizzato – come ben spiega tra gli altri Martin Jacques – a differenza di altri paesi in via di sviluppo. Una migliore conoscenza della realtà della Repubblica popolare cinese dovrebbe essere il requisito minimo per promuovere relazioni internazionali di cooperazione virtuosa, pacifica e lungimirante.
La combinazione di conoscenza e rispetto reciproci dovrebbe essere un riferimento comune, minimo e fondamentale nel funzionamento della governance globale che, nelle aspirazioni cinesi, dovrebbe promuovere relazioni pacifiche. Tutto ciò richiede impegno, confronto, dialogo e comprensione reciproca.
Caratteristiche dell’ascesa pacifica cinese
L’ascesa pacifica della Cina è legata a tre ragioni principali, reali e concrete.
In primo luogo, è una prerogativa della storia cinese. Fairbank (1992) e Giovanni Arrighi (2007) sottolineano che la Cina visse in pace per circa cinque secoli (XIV-XIX), con poche eccezioni di brevi conflitti regionali, mentre l’Occidente conobbe solo un secolo di pace continua in Europa (1815-1914). Nel complesso, l’esperienza cinese non è mai stata espansionistica e mai, nemmeno oggi, promotrice della corsa agli armamenti, contrariamente alle potenze occidentali.
In secondo luogo, la pace e lo sviluppo pacifico sono anche una prerogativa (e un’aspirazione) della migliore tradizione socialista internazionalista, in cui è considerata una precondizione per lo sviluppo e l’emancipazione delle masse. Basti pensare che la Cina, nella storia recente, ha sempre fatto parte delle forze antimperialistiche, anche come leader dei Paesi del Terzo Mondo non allineati.
Terzo, la pace è una prerogativa della cultura diplomatica cinese nella storia contemporanea. Tale cultura è riassunta dai cinque principi cinesi a partire dal 1954: rispetto reciproco; non aggressione; non interferenza; uguaglianza e vantaggi reciproci e convivenza pacifica. Cinque è anche un numero simbolico importante nella cultura cinese, sin dalle sue forme più antiche, ed è legato alle sue più alte ambizioni. Basti pensare ai cinque elementi e, più recentemente, alle cinque armonie o ai cinque pilastri della BRI.
Video https://drive.google.com/file/d/1WdKHshB7QXmMED742vXZ2ZsYhaFwqfLr/view
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