
di Andrew Korybko
Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it
in questo articolo Andrew Korybko analizza attentamente e rigorosamente i rapporti fra Russia e Turchia alla luce dell’ingresso di Finlandia e Svezia nella Nato. È un’analisi sugli equilibri internazionali che non entra nel merito dell’ennessimo tradimento verso i curdi da parte dell’Occidente.
Martedì la Turchia ha concordato un memorandum con Finlandia e Svezia per garantire i propri interessi di sicurezza nazionale nei confronti dei gruppi curdi, considerati terroristi, in cambio dell’approvazione della richiesta di adesione alla NATO di queste due nazioni. La tempistica coincide con il Vertice della NATO di Madrid e quindi inevitabilmente i due paesi diventeranno membri a pieno titolo prima del tempo. Alcuni osservatori hanno commentato sarcasticamente sui social media che la Turchia “ha fatto di nuovo i suoi vecchi scherzi” e ha “prevedibilmente pugnalato alle spalle” la Russia, ma si tratta di un’interpretazione distorta della realtà che deve essere urgentemente chiarita per evitare di ingannare più persone di quanto non abbia già fatto.
Innanzitutto, le relazioni russo-turche sono talvolta tese, ma hanno sempre superato gli ostacoli sul cammino della loro partnership strategica grazie alla volontà condivisa dei loro leader di regolare responsabilmente la loro rivalità. L’iniziale obiezione di Ankara alle candidature alla NATO di Finlandia e Svezia ha colto di sorpresa molti che non si aspettavano una resistenza così feroce in difesa di quelle che considera le linee rosse di sicurezza nazionale su questo tema delicato. Non aveva assolutamente nulla a che fare con i legami della Turchia con la Russia, anche se questo scontro è servito a promuovere indirettamente gli obiettivi di soft power di Mosca, in quanto ha messo in evidenza gli interessi divergenti dei membri dell’alleanza ostile, contrariamente a quanto affermato dai loro funzionari.
Poiché non era mai stato dato per scontato – e tanto meno previsto – che questa disputa sarebbe emersa, non c’è motivo per la Russia o per i suoi sostenitori di essere delusi dal fatto che sia stata finalmente risolta. Questo porta l’analisi al secondo punto: ci sono terze forze ostili che mirano costantemente a manipolare la percezione popolare in entrambi i Paesi allo scopo di dividerli e governarli a vantaggio di altri. Nelle 24 ore successive alla pubblicazione del memorandum trilaterale, queste forze stanno operando a pieno regime per produrre la falsa narrativa secondo cui la Turchia avrebbe “pugnalato alle spalle” la Russia, cosa di cui i sostenitori della loro partnership strategica devono essere pienamente consapevoli e pronti a contrastare attivamente.
Il terzo punto è che i Paesi veramente multipolari e sovrani come la Turchia perseguono sempre quelli che i loro leader considerano i loro interessi nazionali oggettivi, anche se a volte possono essere in conflitto con quelli di altri paesi, compresi partner come la Russia, anche questa osservazione non significa che qualsiasi cosa sia motivata con questa intenzione. In questo caso, la Turchia ha visto un’opportunità inestimabile per risolvere politicamente un’annosa questione di sicurezza nazionale con questi due Paesi, cosa che ha immediatamente cercato di fare giocando duro sulle loro candidature alla NATO. Si è trattato di una mossa sensata e pragmatica da parte del Paese, pienamente in linea con i suoi interessi così come li intende la sua leadership.
Proseguendo, il quarto punto che dimostra che la Turchia non ha “pugnalato alle spalle” la Russia è che anche l’ex presidente di quest’ultima e vice-segretario in carica del Consiglio di Sicurezza Medvedev ha ribadito all’inizio di questo mese che “l’adesione alla NATO di Svezia e Finlandia – almeno nella forma annunciata – rappresenta per la Russia una minaccia minore rispetto all’ammissione dell’Ucraina”. Proprio ieri ha aggiunto che “attualmente non abbiamo dispute territoriali con questi Paesi e non ne prevediamo, non ci sono ragioni per averle. Se si sentono meglio e più sicuri entrando nell’alleanza, che lo facciano”. Detto questo, altri funzionari hanno confermato che la dislocazione delle armi cambierà se la Finlandia cambierà prima la propria.
L’ultimo punto da sottolineare è che la Russia e la Turchia hanno oggettivamente interessi diversi a volte, ma finora sono sempre state in grado di superarli per continuare la loro cooperazione reciprocamente vantaggiosa, grazie al desiderio condiviso dei loro leader. Non c’è nulla di collegato a quest’ultimo sviluppo che suggerisca seriamente che questa tendenza si fermerà presto. Coloro che fanno queste previsioni o non sono consapevoli del quarto punto sopra citato, relativo al fatto che la Russia ha già accettato che questi due Paesi entrino a far parte della NATO, oppure sono deliberatamente disonesti nel fuorviare il loro pubblico. I precedenti dimostrano che anche questo ostacolo – se così si può chiamare – nelle relazioni russo-turche sarà superato.
Per riassumere, non c’è alcuna ragione credibile per credere che la Turchia abbia “pugnalato alle spalle” la Russia e quindi per prevedere che i loro legami peggioreranno presto in seguito al raggiungimento di un accordo da parte di Ankara con la Finlandia e la Svezia sulle richieste di adesione alla NATO di queste due nazioni. Persino il Segretario Generale della NATO, Stoltenberg, è rimasto sorpreso dall’accanita resistenza della Turchia fino a quando i due paesi non si sarebbero conformati alle richieste sulla sicurezza nazionale turca, per cui né la Russia né i suoi sostenitori avrebbero dovuto aspettarsi quest’ultima disputa, per non parlare del fatto che sarebbe durata così a lungo o che sarebbe stata fatta per fare un favore a Mosca. Il risultato finale è che i legami russo-turchi continueranno a rafforzarsi, che piaccia o meno alla comunità Alt-Media.
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