di Davide Rossi
Sconcerto e orrore accompagnano la lettura dei quotidiani di oggi, tra titoli e articoloni dei grandi esperti di Medioriente prevale una macabra festa per la morte del dirigente palestinese Yahya Sinwar, tanto tripudio non si è visto quando Hezbollah e gli iraniani, insieme all’esercito regolare siriano, hanno sconfitto i terroristi tagliagole dell’ISIS.
Tuttavia le analisi sono ancora più raccapriccianti, si parla di Hamas in Palestina e di Hezbollah in Libano come se fossero dei minuscoli gruppuscoli armati, finanche terroristici, i quali, perdute le loro guide e molti combattenti, sarebbero due organizzazioni prossime alla scomparsa. Che tali idiozie siano propagandate da qualche scatenato sionista si capisce, che vengano affermate da persone che son considerate i massimi conoscitori della geopolitica medorientale è incredibile e al contempo drammatico.
Le poche migliaia di combattenti di entrambe le organizzazioni, sono gruppi insignificanti all’interno di partiti politici, tanto Hamas, quanto Hezbollah, che contano milioni di votanti e simpatizzanti, oltre i due terzi delle rispettive nazioni, e centinaia e centinaia di militanti.
Ora, a meno che l’entità sionista teorizzi un’occupazione permanente di tutto il Medioriente con l’appoggio di non si sa bene di chi, perché le petromonarchie del Golfo e della penisola arabica non ne hanno alcuna intenzione, così come in Libano farsi supportare dai fascisti cristiano – falangisti o dai gruppuscoli sunniti che hanno spalleggiato l’ISIS significherebbe mettersi contro non solo i due terzi della popolazione, che è sciita, ma anche buona parte di cristiani e sunniti che al massimo accetterebbero di tornare ad essere una colonia al servizio di Parigi e della NATO, come il neocolonialismo francese nella seconda metà del Novecento ha imposto, ma non certo di diventare ostaggio di frange estremiste filo-israeliane.
Da tutto questo si evince evidentemente che tanto in Libano, quanto in Palestina, quando le armi taceranno, saranno proprio i partiti politici di Hamas ed Hezbollah a raccogliere il massimo dei consensi, in Palestina anche perché i rimasugli del sistema pluripartitico dell’OLP, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, stanno asserragliati a Ramallah senza aver offerto in questi dodici mesi uno straccio di proposta politica o diplomatica.
Insomma Hamas ed Hezbollah sono partiti politici che prestano definiranno le loro nuove dirigenze, probabilmente anche con un cambio generazionale nel quale i sessantenni, quelli sopravvissuti, lasceranno il passo ai trentenni e ai quarantenni.
I sionisti seminano morte, stragi e dolore, ma non hanno vinto o sconfitto un bel niente e proprio nessuno, anzi, al massimo hanno accelerato un rinnovamento delle classi dirigenti che renderanno più forti e più credibili tanto Hamas, quanto Hezbollah, dunque, la vittoria della Palestina e del popolo libanese sono certe.
Unisciti al nostro canale telegram